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Ferrante Maccario, un pittore teanese del Seicento
ancora "senza opere"
 
Studio di un pittore del Cinquecento in una stampa d’epoca
 

Ferrante Maccario, personalità artistica teanese del XVII secolo, è uno di quei “pittori senza opere”, ossia uno di quegli artisti il cui nome emerge solo dallo spoglio di documenti di pagamento degli antichi banchi napoletani o dalla consultazione di antichi inventari, il quale, nonostante il progredire degli studi e delle ricerche, ancora attende che riaffiori dall’oblio un suo dipinto. Del resto anche le scarne notizie biografiche che lo riguardano ci informano solo che il 24 giugno del 1594, quando contava la giovane età di 13 anni circa (il che ne fa supporre la nascita intorno al 1581), fu condotto dal padre Giacomo, presso lo studio di Belisario Corenzio - il prepotente “pittore ammirabile”, come lo definì lo storiografo napoletano Bernardo DeFra Dominici - il quale, in presenza del notaio Giovan Antonio Jovine e dei “giudici” Giovanni Leonardo de Criscentio e Pietro Antonio Rosanova, s’impegnò con regolare contratto a prenderlo «seco per insegnargli l’arte… per anni otto» (Archivio Storico di Napoli, Protocollo del notaio Giovan Antonio Jovine, scheda 506/1,11 foll. 256v-257r).
Un insegnamento che dovette essere evidentemente molto proficuo dal momento che, a far data dal 1610 e fino al 1621, il Nostro è documentato da una gran messe di polizze di pagamento per dipinti realizzati per alcune delle più importanti famiglie nobiliari napoletane ma anche per conto di Lanfranco Massa, l’agente napoletano del famoso collezionista genovese Marcantonio Doria. In particolare, nel 1610, anno in cui sono documentati i suoi primi lavori, realizzò per Lelio Galluccio, Signore di Tora, esponente di spicco di una famiglia patrizia napoletana del Seggio di Portanova forse originaria di Teano e titolare dal XII secolo dell’omonimo feudo di Galluccio, numerosi quadri (vedi Appendice docc. 1- 4). Due anni dopo Maccario è documentato quale artefice di diversi dipinti su rame e di una dozzina di guazzi (varietà di pittura a tempera, usata soprattutto nella preparazione di scenografie) per il Marchese di Pescara Innico III d’Avalos (vedi Appendice docc.5-8). Nell’uno e l’altro caso è ipotizzabile che queste opere siano servite ad ornare alcune delle residenze di questi nobili: il distrutto castello di Galluccio nella prima evenienza; il palazzo avito di Napoli in via Chiaia e i due palazzi di Vasto (D’Avalos e della Penna), fatti edificare dallo stesso Innico allorquando nel 1598 si era trasferito nella cittadina abruzzese insieme alla cugina Isabella, nella seconda.
Al 1613 è documentato, invece, un San Sebastiano per il Principe di Sansevero (vedi Appendice doc. 9), un dipinto che al momento sembra essere il primo quadro di carattere devozionale realizzato da Maccario, la cui produzione sacra registra, peraltro, negli anni successivi, una Madonna, un San Giovanni Battista e altri due non meglio specificati dipinti devozionali per Dianora Spinella, madre del marchese di Polla, una cona per la chiesa di Santa Maria del Carmine di Fratte, un Sant’Alessio per tale fra Matteo di Marigliano, una “pittura” per la chiesa napoletana di Santa Maria della Salute ubicata nella zona dell’Arenella, officiata all’epoca dai Complateari della Concezione dei Cappuccini (vedi Appendice docc. 10-14). Quest’ultima “pittura” (o forse sarebbe meglio dire queste ultime pitture in virtù della consistente cifra di 400 ducati elargiti per la sua realizzazione dai committenti, i fratelli de Albertino) potrebbero identificarsi, secondo il mio modesto parere, nell’affresco sotto la volta della cappella dell’Immacolata, la seconda a sinistra, raffigurante Il Martirio di Sant’Andrea, quanto non anche nel ciclo di affreschi, raffiguranti Storie della vita di Sant’Alessio della cappella successiva, dedicata a San Francesco. Gli affreschi, nonostante già nell’Ottocento lo storico Gennaro Aspreno Galante nella sua celebre Guida Sacra della città di Napoli, ne raccomandasse «lode e studio» e più recentemente la studiosa Angela Tecce ne attribuisca la paternità a un tardo seguace del Corenzio, giacciono, ahimè, in pessime condizioni di conservazioni, tali da renderne inopportuno perfino la riproduzione fotografica e si dispera, purtroppo, anche di un loro possibile recupero. Per il resto, altri documenti (vedi Appendice docc. 15-20) ci informano che Maccario realizzò dipinti per tale Francesca Pignatelli, per Vincenzo Bianco (ben sette quadri raffiguranti Le arti liberali), per il già citato Marcantonio Doria (Veduta di paese), per Cesare Soriano (cinque quadri di cui non sono citati i soggetti), per Don Tommaso d’Avalos d'Aquino d'Aragona, conte di Castelluccio e Patriarca latino di Antiochia dal 1611 al 1622 (dodici dipinti) e, infine per Nicola Giudice (dodici Vedute di paese).

APPENDICE DOCUMENTARIA
1) 1610 a 15 di 8bre Venardi … f. 268 A D. Lelio Galluccio d. cinque E per lui a ferrante Macario a comp.to di d. diece in conto di alcuni quadri che fa a sua istanza con sua firma d. 5 (ASBN, Banco dello Spirito Santo, giornale mastro (g.m.) 61, p.149).
2) 1610 à 30 di Ottobre Sabbato … f. 268 A D. lelio Galluccio d.ti cinque Et per lui à fer.te Maccario d.o à comp.to di d.ti quindice che l'altri l'have havuti per questo banco, et cont.i et sono in conto d'alcuni quadri, che li fa, Et per esso al Cle: Ger.mo Maccario d. 5 (ASBN, Banco dello Spirito Santo, g.m. 60, p.456).
3) 1610 à 4 di 9bre Giovedi … f. 268 A D. lelio Galluccio d.ti cinque Et per lui à fer.te Maccario d.o à comp.to di d.ti 20 atteso l'altri d.ti 15 l'have ric.ti per questo banco in più partite, et detti d.ti venti dono in conto d'alcuni quadri, che l'ha fatti; Et per esso à Ger.mo Maccario d. 5 (ASBN, Banco dello Spirito Santo, g.m. 60, p.466).
4) 1610 a 10 di 9bre … f. 268 A D. Lelio Galluccio d. tre E per lui a ferrante Macario a comp.to di d. vintitre che l'altri l'ha rec.ti in più volte per detto banco e sono per il prezzo di dui quatri l'ha ven.to e consig.ti E per lui a Ger.mo Maccario d. 3 (ASBN, Banco dello Spirito Santo, g.m. 61, p.278).
5) 1612 - 7 agosto 1612 … Al marchese di Pescara D. 30 e per esso a Ferrante Maccario … cioè D. 20 a compimento di due quadri di rame e l’altri D. 10 in conto di quattro quadri a guazzo … (ASBN, Banco della Pietà).
6) 1612, agosto 7. Al marchese di Pescara D. 30. E per esso a Ferrante Maccario; cioè D. 20 a compimento di due quadri di rame, gli altri D. 10 in conto di quattro quadri a guazzo (ASBN, Banco della Pietà, g.m. 24, 277 t).
7) 1612 à 6 7bre … f. 401 Al Marchese di Pescara ducati trenta. Pol.a de’ 5. di 7bre 1612. E per esso a Ferrante Maccario a comp.to di otto quadri a guazzo auti da esso d’accordo d. 30 (ASBN, Banco della Pietà, g.m. 22, p.125).
8) 2 ottobre 1612 … Al Marchese di Pescara D. 30 … e per esso a Ferrante Maccario per final pagamento di tre quadri e tutte opere fatte per esso girante … (ASBN, Banco della Pietà).
9) 29 ottobre 1613 ... A Francesco Riccardo D. B. E per lui a Ferrante Maccario, dite se li pagano per ordine del principe di Sansevero, suo signore, per un quadro di Santo Sebastiano. E per esso a Francesco Maccario per altritanti (ASBN, Banco dello Spirito Santo, g.m. 84).
10) 27 ottobre 1618 ... A Dianora Spinella D. 41. Et per lei, vicaria e procuratrice del marchese della Polla suo figlio, a Ferrante Maccario ce li paga per lo prezzo di dui quadri di pittura l'uno della Madonna Santissima e l'altro di S. Giovanni Battista che li ha venduti et consegnati per servitio di suo figlio (ASBN, Banco dello Spirito Santo, g.m. 133).
11) 28 maggio 1621 … A Dianora Spinella D. 47. E per lei a Ferrante Maccario per lo prezzo de quattro quadri, cioè due de devozione et due de paisi per servizio del marchese della Polla (ASBN, Banco dello Spirito Santo, g.m. 162).
12) 13 luglio 1619 … Al padre Maestro Fra lonardo giaccio D.ti dudici. E per lui a Ferrante Maccario pittore disse sono jn parte di una cona in tela di palmi dudici di longhezza e palmi nove di larghezza per lo luoco di santa maria del Carmine della terra di Fratte (ASBN, Banco del Popolo, g.m. 140, f. 1036).
13) 20 marzo 1621 ... A Beltran de Cuova D. 50. E per esso a Ferrante Maccario pittore in conto di uno quadro che fa per esso di S. Alesio dell'altura della cornice per ordine di fra Matteo de Marinano (ASBN, Banco di S. Giacomo, g.m. 72).
14) 15 dicembre 1621. A Luca Carola D. 100. E per esso a Ferrante Macchario pittore della summa delli D. 400 pervenutili dalli signori fratelli de Albertino per la pittura per detto Ferrante fatta a S. Maria della Salute sita sopra la Concepitone de Capuccini (ASBN, Banco di S. Giacomo, g.m. 78).
15) A 4 Feb.o 1614 … f. 626 A Francesca Pignatella d.ti cinque tt. 3.10. E per essa a Ferrante Macario per final pagamento di un quadro, che l'ha fatto. E per esso a Francesco Macario per altritanti. pol.a de' 3 Feb.o 1614 d. 5.3.10 (ASBN, Banco della Pietà, g.m. 49, p.282)
16) Maccario Ferrante … 1616, 25 maggio Da Vincenzo Bianco D. 40 a compimento di D. 100 per sette quadri delle sette arti liberali (ASBN, Banco dello Spirito Santo, g.m. 107).
17) 27 agosto 1616 … A lanfranco massa D. otto et per lui a ferrante maccario per uno quadro con uno paese che li ha fatto per servitio del signor marcantonio doria et per detto a benedetto di marino per altri tanti (ASBN, Banco del Popolo, g.m. 123, f. 71).
18) Maccario Ferrante … 1616, 20 dicembre Da Cesare Soriano D. 25 prezzo di cinque quadri (ASBN, Banco di S. Giacomo, g.m. 31).
19) Maccario Ferrante … 1617, 16 ottobre Da Thomaso d’Avalos patriarca d’Antiochia D. 30 per conto de dudece quadri che l’have fatto et consegnato (ASBN, Banco di S. Giacomo, g.m. 41).
20) 19 novembre 1620 ... A Nicola Giudice D. 10. E per lui a Ferrante Macario, dite in conto de dodici quadri di paese che li sta facendo. E per detto a Benvenuto di Martino (ASBN, Banco del Popolo, g.m. 151).

Franco Pezzella
(da Il Sidicino - Anno XVIII 2021 - n. 9 Settembre)

 
 
Madonna Assunta venerata dai santi Pietro, Casto e Rocco