L'ASSOCIAZIONE
 
il Sidicino
 
Indice per autore
 
Indice Franco Pezzella
 
 
Teano, l'arte perduta: il settecentesco organo di
Giuseppe de Martino, già nella chiesa di Santa Caterina,
ora a Montecassino
 
 

Nel secolo scorso il patrimonio artistico di Teano, frutto della bimillenaria storia della città, ha subito un massiccio depauperamento dovuto per lo più ai bombardamenti del secondo conflitto mondiale, ai terremoti, ai furti e all’incuria umana, quanto non anche al disinteresse o all’incompetenza di chi lo avrebbe dovuto tutelare come nel caso dello splendido settecentesco organo della chiesa di Santa Caterina donato, nel 1977, dalle suore benedettine dell’attiguo monastero, all’abbazia di Montecassino in quanto prive delle necessarie risorse finanziare per restaurarlo. Lo strumento era stato costruito nel 1710 da Giuseppe de Martino da Napoli in sostituzione di un preesistente organo che le fonti documentarie (Napoli, Archivio di Stato, Protocollo del notaio Giulio Cesare de Ruggiero, 1594, cartella n. 33) ci indicano era stato realizzato nel 1591 da Francesco Tundo, famoso organaro del tempo, artefice di analoghi esemplari per la chiesa dei Domenicani a Durazzano (Benevento) e per quella delle Benedettine di Conversano (Bari) (entrambi nel 1587), per la chiesa di Santa Maria di Loreto di Montefalcone (Campobasso) e per quella di Santa Maria di Montevergine a Napoli (l’anno successivo), per la chiesa di Santa Maria Maggiore di Montalto, in Calabria (1590), per la chiesa di San Giovanni Battista di Bracigliano (Salerno) (l’anno successivo), per la chiesa parrocchiale di Laino (Cosenza) (1593), per la chiesa di Capurso (Bari) (1595), per la chiesa della Concezione di Napoli (1600) nonché per la chiesa di San Bernardino a Molfetta (nello stesso anno) e per la cattedrale di Calvi Risorta (1605-1606). Appena pervenuto a Montecassino, lo strumento teanese, fu oggetto di un accurato restauro da parte delle maestranze dell’antica fabbrica di organi varesina dei Mascioni e collocato nella Sala detta del “Coro interno del Monastero”, dove tuttora è dato vederlo. Inserito all’interno di una cassa cuspidata finemente intagliata, dorata e decorata sulle lesene, sul basamento e sulle portelle che ricoprono le canne di facciata, con dipinti di scuola napoletana che riprendono motivi fitomorfi e figure di santi (San Giuseppe con il Bambino e San Benedetto da Norcia), lo strumento, a trasmissione meccanica, ma senza pedaliera, si avvale, dal punto di vista tecnico, di diciannove canne in stagno con bocche “a mitria” disposte in tre campi [7/5/7], di sette registri (Principale, Ottava, XV, XIX, XXII, XXVI, XXIX), ognuno dei quali è costituito da più canne che producono lo stesso timbro di suono, di una tastiera composta da 45 tasti e di tre accessori (il Tiratutto, un dispositivo che azionato attiva tutti i registri, una Zampogna in Do e una Zampogna in Fa).
Giuseppe De Martino fu uno dei più importanti organari e costruttori di organi napoletani tra la fine del Seicento e i primi decenni del Settecento. Nella prima veste rivestì il prestigioso ruolo di organaro della Regia Cappella e del Tesoro di San Gennaro, incarico che lo fece entrare in contatto con i massimi esponenti della musica barocca napoletana dell’epoca, da Domenico Scarlatti a Francesco Provenzale, da Domenico Sarro a Nicola Fago, giusto per citare solo qualche nome. Come costruttore di organi realizzò, invece, tra gli altri, oltre all’organo di Teano, quello della chiesa dell’Annunziata a Gaeta, quello della cappella del Pio Monte e della vicina chiesa di Santa Caterina a Formello a Napoli (1718), l’organo della chiesa di Santa Maria di Loreto a Montenero Val Cocchiara (IS) e quello della chiesa della Madonna della Libera a Villa Torre (CH), già attribuito in passato a Domenico Rossi in quanto dallo stesso firmato (forse in seguito a un restauro e parziale rifacimento) e solo recentemente riattribuito al de Martino dopo la riapparizione della firma e della data di esecuzione (1721) nel corso di un ulteriore restauro.

Franco Pezzella
(da Il Sidicino - Anno XVIII 2021 - n. 3 Marzo)