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Canti popolari di Terra di Lavoro: "Sott'a pianta"
 

Analisi e commento a cura di Antonio Martone
Il testo musicale è stato trascritto dal M° dott. Guglielmo De Maria
Analisi metrica
Le strofe sono dei distici di ottonari a rima baciata: è soprattutto quest'ultima che interessa al cantatore popolano, oltre naturalmente al ritmo del verso; per quanto riguarda la rima, c'è da osservare che essa risulta corretta anche quando la vocale della parola finale del verso dovesse essere diversa, per es. cerasa vaso oppure santo santa, perché è ben noto che nei dialetti del nostro Meridione la vocale finale è generalmente muta.
Il ritornello è costituito da un altro distico in cui però il primo verso è un quinario, mentre il secondo è un ottonario come per i distici delle strofe, ma presenta la particolarità di essere tronco (in pratica è formato da sette sillabe, a cui se ne aggiunge un'altra perché la parola finale è appunto tronca: sta).
Analisi del contenuto
Si tratta di un canto d'amore, espresso in una forma non molto sentimentale, bensì con tanta concretezza fatta di baci, canzoni e balli, addirittura con una scena da “spogliarello” all'incontrario in cui la donna si difende a poco a poco dalle insidie del giovane innamorato coprendosi di indumenti, a partire da quelli più intimi ('u suttanino) fino al mantusino.
Ma è probabile che queste strofe vogliano rappresentare proprio uno spogliarello, se sostituiamo il verbo “mettisti” con “levasti” e invertiamo l'ordine partendo dal grembiule per giungere al sottanino.
Di senso poco chiaro sono alcune strofe, nelle quali si è solo alla ricerca di qualche rima!
Il canto si apre e si chiude con il riferimento alla pianta del legno santo, sotto la quale l'innamorato pregò la sua donna come si prega una Santa: è l'unica strofa in cui si avverte un certo accoramento, le altre appaiono piuttosto scanzonate.
Quanto alla struttura del canto, s'immagina che un narratore racconti le varie fasi o tappe dell'innamoramento, mentre il ritornello è la risposta della ragazza che acconsente alle richieste perché lei desidera stare “cuore a cuore” (l'esclamazione iniziale del verso potrebbe essere anche una semplice preposizione: “a” cuore e cuore) con l'innamorato: lei, sola non vuole stare!
Le piante da frutto citate con grande varietà non hanno un significato preciso, servono solo a dare lo spunto al cantatore per creare le varie situazioni amorose.
Nello specifico, si precisa che il “purtuallo” è l'arancio, detto così dal Portogallo da cui era importato, il “marianato” è la deformazione popolare del melograno; la “spaccarella” è un tipo di pesca che facilmente si “spacca” in due parti per una semplice pressione delle dita; il “lisandrino” proviene da Alessandria d'Egitto.
Il “legno santo” infine è la “parte legnosa del guaiaco la quale, sminuzzata o polverizzata, era usata per la preparazione di decotti considerati efficaci soprattutto come terapia antivenerea” (Grande Dizionario UTET); certamente dai nostri contadini non era conosciuto l'albero, più probabilmente invece il decotto che si preparava con il suo legno; la terapia ritenuta efficace con questo preparato rientra comunque nel tema di questo che è un canto d'amore.

Antonio Martone
(da Il Sidicino - Anno VII 2010 - n. 8 Agosto)

Il testo musicale è stato trascritto dal M° dott. Guglielmo De Maria (Direttore del Coro polifonico di Pignataro)

SOTT'A PIANTA...

Sott'a pianta 'e ligno santo,
te priaje comm'a na Santa.

Ritornello:
Ah! core e core,
je sola 'nce voglio sta.

Sott'a 'pianta 'e purtuallo,
là ce stette 'u primmo ballo.
Sott'a pianta r' cerasa,
Là te rètte 'u primmo vaso.
Sott'a pianta 'e marianato,
meglio a te che invece a n'ata.
Sotta pianta r' cachisso,
meglio a te che invece a isso.
Sotta pianta 'e lisandrino:
te mettisti u suttanino.
Sott'a pianta r' nucélla:
te mettisti 'a cammesélla.
Sott'a pianta 'e spaccarèlla:
te mettisti la vunnèlla.
Sotta pianta 'e mandarino:
te mettisti u mantusino.
Sott'a pianta r' limone:
te cantava na canzone.
Sott'a pianta 'e ligno santo:
te priaje comm'a na Santa.
Ah! Core e core;
je sola 'nce voglio sta.
Ah! Core e core;
je sola 'nce voglio sta.

TRADUZIONE

SOTTO LA PIANTA...

Sotto la pianta di legno santo,
ti pregò come una Santa.

Ritornello
Ah! cuore e cuore,
io sola non ci voglio stare.

Sotto la pianta di arancio,
là ci fu il primo ballo.
Sotto la pianta di ciliegio,
là ti diede il primo bacio.
Sotto la pianta di melograno,
meglio a te invece che ad un'altra.
Sotto la pianta di cachi
meglio a te invece che a lui.
Sotto la pianta di albicocca:
ti mettesti il sottanino.
Sotto la pianta di nocciole:
ti mettesti la camicetta.
Sotto la pianta di pesca:
ti mettesti la gonnella.
Sotto la pianta di mandarino:
ti mettesti il grembiule.
Sotto la pianta di limone:
ti cantò una canzone.
Sotto la pianta di legno santo:
ti pregò come una Santa
Ah! Cuore e cuore:
io sola non ci voglio stare.
Ah! Cuore e cuore:
io sola non ci voglio stare.