TEANO

 
Il passato
 
Teano feudale
 
Il feudo degli Infanti
 
Compreso nel vasto territorio tra Versano e Riardo, fu concesso alla famiglia Infante, da cui trasse il nome. Appartenne successivamente ad Antonello Centonze, il teanese che fu segretario di stato di Giovanna I, e alle famiglie Barattucci, Pellegrino e Zarone. Il suo territorio, con il nome degli Infanti, costituì infine un Terziere dell'Università di Teano.

Nel territorio di Teano era posto un grande feudo detto degli Infanti.
La leggenda tramandata dagli storici locali riferisce il nome di questo feudo alla venuta in Teano di S. Paride, poi divenuto protettore della città, ed alla uccisione di un drago, che viveva in una grotta presso la città al quale i cittadini di Teano offrivano in sacrificio dei bambini.
Ma il nome ha invece una origine molto più prosaica e meno cruenta. Risale ai possedimenti di natura feudale che vennero concessi alla famiglia Infante. Il nome stesso degli Infante, sembra procedere piuttosto dalla sottolineatura di un difetto fisico, in-fans significa non parlante, cioè muto.
La famiglia Infante, di origine sicuramente normanna, è attestata nella città di Aversa fin dal 1311, quando si conosce un Giovanni Infans teste in un atto di vendita di un parmentarius. Nel 1201 vive un altro Giovanni, discendente del primo che è nominato come teste. Nel mese di gennaio 1207, sempre ad Aversa, incontriamo ancora un Giovanni Infans, pelliparius, un artigiano quindi, ma facoltoso, se offre una casa per la salvezza della sua anima alla Confraternita di S. Paolo.
Nel 1222 Ugo di Apolita, che, ricordiamolo è uno dei baroni di Aversa, dona al Monastero di S. Biagio di Aversa tre terre appartenute a Pietro Infante. Questo Pietro è l'erede, forse scialacquatore, dell'artigiano accorto Giovanni.
Ora con un salto di pochi anni giungiamo al 1269 e a Roberto Infante, il quale, evidentemente deve essersi schierato dalla parte di Carlo d'Angiò e avere abbracciato il mestiere del guerriero. Nel 1269 i registri angioini riportano Infante famiglia mil. cum feudo. Per il valore dimostrato durante l'assedio di Lucera, contro la colonia saracena, Carlo concede a Roberto Infante il 21 dicembre 1269 la terra di Garagusio e altre terre in Basilicata.
Negli stessi anni 1268 - 69 a Roberto Infante, che sembra atutti gli effetti il fondatore della fortuna della sua famiglia, è spedita una provisio con la quale si concede il Casale di Greci, in pertinenza di Montefuscolo.
Infine sempre a Roberto Infante, militi familiari concessio omnium bonorum que fuerunt Rogerii de Byano proditoris. Ma già nel 1292 dovevano possedere terre feudali in Terra di Lavoro ed anche in Teano. Infatti il vescovo Goberto di Capaccio è data quietanza dei conti presentati per l'adoha versata dai baroni di Terra di Lavoro. Tra questi è notato Ade Infante.
Nel 1289 Adamo filio Riccardi Infantis de Theano militi provisio pro feudalibus suis. Nel 1302 Adenulfo de Infante pupilio de Theano possidenti domos et stabilia in Theano provisio contra Robertum de Alneto et officiales eius molestantem eum in dictis bonis.
1320 a Nicolao filius et heres quondam Ade de Theano pro bonis feudalibus que tenet a curia in Theano pro medietate adohamenti tarenos 6 grana 15.
Con un salto giungiamo al 1347, quando si conosce un Adamuccio Infante, il quale nonostante la sua parentela con Margherita de Diano, ambedue patrizi di Teano, segratamente e clandestinamente si era congiunto senza la precedente dispensa papale. Dall'unione erano nati Nicola, Giovanni e Giacoma. Infine per intercessione di Nicola d'Alife, Segretario della Regina, ottennero la legittimazione dei figli e la riabilitazione nei feudi il 20 marzo 1347.
Agli inizi del '400 però gli Infante si estinguono con Antonella che va in sposa con il feudo a Giacomo dell'Isola. Questi due vendono l'8 agosto del 1432 il feudo ad Antonello di Filippo. Questi altri non è che il Segretario di Giovanna I, detto anche Antonello Centonze.
La famiglia di Filippo compare a Teano agli inizi del '300.
1304 - 05 Magistro Philippo de Theano assensus super concessionem annuarum unciarum 5 per Veniam de Bussono et Raimundum de Marzano filium eius dni. Castri Marzani in Terra Laboris per quarum assignationem consignaverunt ei duas startias terre sitas in dicto castro sub annua recognitione paris unius de calcaribus et alterius de ginnasiis sub die 14 augusto, 7 ind.
Discendenti di questi due sono Pietro e il figlio Antonello di Filippo.
1419 - 20 Petrus de Philippo de Theano et Antonellus eius filius Secretarii nostri recipiuntur in familiares domesticos.
Dunque già al tempo di Ladislao il padre Pietro doveva essere un funzionario della Corte, insieme al figlio i due vengono chiamati familiari della regina Giovanna. Il favore della corte continua, se nello stesso anno ad Antonello la regina dona un feudo in territorio di Francolise. Antonello de Philippo de Theano secretario donat Regina feudum situs in Turri Francolisis.
Nel 1423 Antonello de Theano secretarius Regine emit a nobile Bannella et Pichella Scaglione de Aversa sororibus feudum quod dicitur lo feo de li Scagliuni situm et positum in pertinentiis Civitatis Calvi et Turris Francolisis. Il manoscritto Sicola porta nel 1423 Antonello de Theano secretarius già dominus feudi nominati de lo Infante. Ancora nel 1423 Antonello de Philippo de Theano de quodam feudo dicti de lo Infante in Civitate Theani, Caleni, Calvi ac Turris seu castris Turris Francolisis et aliorum provincie Terre Laboris empto a nobili muliere Antonella Infanti. Questa nota ci dice come il feudo sia stato esteso; però potrebbe anche darsi che con l'acquisto fatto, ci sia stata una riunificazione dei vari possedimenti del Centonze comprendente i feudi in Carinola, Calvi e Francolise, sui quali probabilmente il fisco inquisisce.
Attorno a quest'epoca e comunque dopo la concessione di Teano ai Marzano, il feudo aveva subito una trasformazione, da feudo quaternato e concesso in capite a Regia Curia, diventa suffeudo del feudo di Teano.
Ancora sul feudo degli Infanti abbiamo una notizia riportata dal Pezzullo (pag. 12). Antonello Centonze ebbe da Giovanna il feudo di Infante in famiglie ed in persone non già in territorio e paesi coll'annua prestazione di una spada d'argento. Secondo questa notizia il feudo sarebbe inteso come una serie di angherie, piuttosto che un'estensione di territorio.
Dobbiamo infine dare notizia del regesto, piuttosto lacunoso e approssimativo fatto su di una Pergamena datata 13 novembre 1431. Il regesto venne curato sulla fine del secolo scorso da Giacomo Cipriano e conservato tra le carte di questi dal nipote Claudio. La Pergamena letta dal Cipriano parlerebbe della concessione da parte di Giovanna II di un privilegio di nobiltà ai discendenti di Antonello di Filippo. Filippa di Filippo, moglie di Angelillo Braccucci (nobili di Teano che ebbero già nel 1423 un privilegio di nobiltà (ms. Sicola, IX, p. 330)), è nominata insieme a Benedetto, Masello, Loisio, Petruccio, Giovanni e Maria, forse suoi figli, e Isabella di Filippo sorella di Filippa e vedova relicta del quondam Iacobo Braccucci, fratello di Angelillo e di Silvestro e Covella.
Sia Isabella che Filippa sarebbero sorelle di Antonello Centonze. Nel documento sono citate ancora Antonella e Annella figlie di una delle due sorelle di Filippo.
Pochi anni dopo il 13 marzo 1456 un'Angelella vedova di Masello Barattucci di Teano cede al proprio figlio Iacopo il feudo degli Infanti.
Poiché secondo la storiografia locale il feudo serebbe pervenuto nella famiglia Barattuccioper via di matrimonio, occorre che questa Angelella sia una erede della famiglia di Filippo, decimata in tutti gli altri suoi componeneti. Affini di Masello sono Giacomo Barattuccio che possiede beni stabili in Sessa nel 1473, mentre Francesco Barattuccio nel 1483 possedeva in Francolise la Starza feudale detta dell'Imperatore, donatagli da Giovanni de Conquestis, erario del ducato di Sessa. Questo Francesco o un suo discendente riceve dalla Sommaria 330 ducati per portare i guastatori in campo a Gaeta agli ordini del Gran Capitano. Poco tempo dopo conosciamo Antonio Barattuccio, marito di Beatrice Martina, giurista, Giudice di Vicaria nel 1523, poi nel 1538 Avvocato fiscale in Camera fino alla sua morte avvenuta nel 1561, sepolto nella chiesa di S. Anna dei Lombardi. Conosciamo ancora il figlio di Antonio, Giovan Camillo e un Francesco Barattuccio, che nel 1554 vende il feudo di Zampicano di Sessa ai Transo. 1546 Giovan Giacom Barattucci possiede il suffeudo degli Infanti con peso d'adoha al principe di Stigliano.
Una volta passato nella famiglia Barattuccio, il feudo degli Infanti fu appannaggio dei dei secondogeniti secondo il maggiorasco istituto del Consigliere Imperiale Antonio Barattuccio. Ai primogeniti della famiglia andavano il feudo di Scarasciano e quello di Callincapo, ambedue in territorio di carinola e Francolise, insieme ai titoli in seguito ottenuti di duca di S. Cipriano, marchese di Cesa, Ducenta e S. marcellino ed alle grandi masserie di S. Donato, S. Croce, Trentola o peschiera, Valle o Torriponi in Teano e alla Corte di Bufala in Falciano di Carinola, oltre a palazzi e case in Teano.
I secondogeniti tennero il feudo degli Infanti. Poi finito nella famiglia Pellegrino nel Settecento e nella famiglia Zarone nell'Ottocento.
I terzogeniti sono stati per più secoli marchesi de' Monti, feudo rustico consistente in una montagna feudale, detta ai Monti, seu S. Martino, vicino la terra di Frosolone in Contado di Molise. La linea terzogenita si estinse con Francesca Barattucci figlia di FRancesco del fu Scipione, che sposa Antonio de Ruggieo patrizio Salernitano.
Il feudo di Scarisciano pervenne per eredità da un aramo della famiglia Martino. Il ramo principale si sarebbe estinto nel corso del '600 e gli succedette il primogenito del secondo ramo. Abbiamo infatti Giovan Giacomo barone degli Infanti, marito di Lucrezia Martino de Carles.
Il primogenito Giulio succede nella linea dei duchi di S. Cipriano. Giulio muore nel 1667 per una febbre maligna contratta a Itri mentre era Governatore Generale di Fondi. Da Giulio nasce Benedetto primogenito, da questi Nicola, padre di fabio, Padre di Antonio, Nicola e Giulio. I figli di Antonio: Giovan Battista e Giacomo morirono senza eredi, il titolo passò a Giulio, che non sposato aveva 64 anni nel 1819 - 20 e con lui si estingue di nuovo il ramo principale. Nel ramo degli Infanti: il secondogenito di Giovan Giacomo: Fabrizio diventa barone del feudo, padre di Diana, ultima baronessa degli Infanti, che sposa nel 1696 Camillo Pellegrino Seniore, nobile di Capua, trasferitori a Teano. Il feudo fu alienato nel novembre 1802 a Francesco Zarone che ne assunse il titolo, 1802 (mns. Serra, vol. II, p. 840).
La terza linea dei marchesi de' Monti, si estinse in Francesca Barattucci, figlia di Francesco a sua volta figlio di Scipione. Scipione marito di una Francesca Barattucci morì nel 1713. Francesca sposa Antonio de Ruggiero Seniore patrizio Salernitano.

Giampiero Di Marco
(da Il Sidicino - Anno I 2004 - n. 03 Marzo)