TEANO

 
Istituzioni
 
La Diocesi di Teano - Calvi
 
Cenni storici
 

Con la bolla De utiliori dominicæ del 27 giugno 1818 Pio VII riordinò le diocesi del Regno delle Due Sicilie, riducendone il numero in ossequio a quanto stabilito nel Concordato concluso con Ferdinando IV di Borbone nel febbraio di quell'anno, dopo quasi un triennio di trattative condotte dal Card. Consalvi e dal Medici. La diocesi di Teano e quella di Calvi furono così in perpetuo unite æque principaliter, mentre altre diocesi, non meno piccole di quella di Calvi, furono annesse a diocesi maggiori: Carinola fu aggregata a Sessa Aurunca, Caiazzo a Caserta, Alife a Cerreto Sannita.
Al trattamento privilegiato riservato alla diocesi calena non dovette essere estranea l'abilità diplomatica e l'influenza politica del suo vescovo, Mons. Andrea de Lucia, che sin dal 16 luglio 1815 era stato chiamato da Ferdinando I a far parte della Commissione Consultiva di Stato, organismo che poi divenne nel 1822 Consulta di Stato. L'unione delle due diocesi non piacque ai teanesi e le parole del decano Broccoli ben manifestano quale dovette essere lo stato d'animo del clero: “ Questa è la nobile scena delle cose umane! In altri tempi Teano ebbe annessate Sessa e Cerinola…”.
Con la forma di unione adottata da Pio VII, le due diocesi continuavano a essere autonome, conservando ciascuna la curia, il capitolo cattedrale e il seminario, pur avendo in comune la persona del vescovo che aveva l'obbligo di alternare la residenza ogni sei mesi. Tale condizione dopo più di un secolo venne di fatto scemando, sicchè Mons. Calogero Licata (1916-24) ottenne dapprima l'indulto di risiedere stabilmente a Teano, ubicata quasi nel centro geografico del territorio diocesano, e ottenne poi di unificare i due seminari nell'unico Seminario Interdiocesano con sede a Teano. Questa tendenza verso la piena unione delle due diocesi, ormai realizzata di fatto sul piano pastorale, è stata di recente giuridicamente sancita dal decreto della Congregazione per i Vescovi del 30 settembre 1986, erettivo dell'unica diocesi di Teano-Calvi con sede in Teano.
La diocesi non è molto popolosa (circa 80.000.000 abitanti) ma ha un vasto territorio suddiviso in 70 parrocchie. Ne fanno parte 22 Comuni, ma non sempre la divisione amministrativa dei territori comunali coincide con la giurisdizione diocesana: una piccola parte del territorio comunale di Casigliano e la frazione S. Andrea del Pizzone del Comune di Francolise fanno parte della contigua Archidiocesi di Capua. Vi erano inoltre, fino al 1977, delle autentiche enclaves nei Comuni di Pastorano e di Rocca d'Evandro. Nel primo, appartenente alla diocesi calena, la parrocchia di S. Secondino si trova sottoposta alla giurisdizione ecclesiastica dell'Abate di Montecassino quale retaggio di antichi possedimenti feudali dell'Abbazia; nel secondo, appartenente alla Terra di S. Benedetto, la parrocchia di Camino faceva parte della diocesi di Teano.
Il territorio diocesano deriva in sostanza dagli antichi territori di influenza delle due città capoluogo di Teanum e Cales, essendo le due diocesi di antichissima istituzione. La diocesi di Calviè ritenuta per antica tradizione, avvalorata da rinvenimenti epigrafici, d'istruzione apostolica con la consacrazione ad opera di S. Pietro del primo vescovo S. Casto, martirizzato il 22 maggio dell'anno 66; la diocesi di Teano fu invece fondata nella prima metà del secolo IV con la consacrazione del primo vescovo S. Paride.
Ubicata a metà strada tra Napoli e Roma, ai margini della pianura campana, solcata dalle antiche consolari Appia e Casilina, la diocesi subì nei secoli vantaggi e svantaggi della sua felice posizione geografica. Fu aperta agli influssi del pensiero, alle correnti dei traffici, ma fu anche esposta a guerre ed invasioni. L'antica Cales rimase presto desolata e i suoi vescovi dovettero trasferire la loro residenza e la curia in Pignataro Maggiore dove Mons. Giuseppe Capace Zurlo, poi promosso arcivescovo di Napoli e creato cardinale, fece edificare nel 1775 in bel palazzo vescovile. Teano, abbandonati gli eleganti edifici della zona pianeggiante e ridotta negli angusti spazi della cinta murale, fu ripetutamente assalita delle orde saracene e nel 1602 fu incendiata dai Normanni che se ne impadronirono. Nei secoli IX, X e XII la diocesi teanese subì fortemente l'influsso del monachesimo benedettino che in Teano ebbe importanti cenobi, tanto che molti suoi vescovi provenivano all'ordine cassinese e agli inizi del secolo XI un monaco teanese Teobaldo divenne abate di Montecassino.
Sotto la dominazione longobarda Teano divenuta contea, ebbe vescovi appartenenti a famiglie comitati, tra i quali il Cardinale Pandulfo che riedificò nei primi anni del secolo XII la cattedrale.
Fu quindi assegnata a vescovi commendatari che, non essendo tenuti a risiedervi, l'amministravano a mezzo di vicari. Tra questi vescovi vi furono personaggi di grande rilievo nella storia ecclesiastica. Ricordiamo i cardinali Marino del Giudice, Nicola de Renzis, Francesco Borgia, Giovanni Salviati, Arcangelo Bianco.
Con la Rifirma Tridentina anche per le due diocesi ebbe inizio una nuova fioritura spirituale. Una serie di dotti e zelanti pastori dette luogo a grandi riforme nella vita del clero e dei fedeli. Teano difatti aveva già il suo seminario nel 1576, ciò ad appena sette anni dal decreto tridentino che ne stabiliva l'erezione in ogni diocesi; a Calvi invece il seminario fu istituito solo nel 1727 e inaugurato da Papa Benedetto XIII nell'edificio dalla deliziosa facciata edificato nei pressi della cattedrale dal vescovo Postano. Nei due istituti furono schiere di uomini di grande talento e di degnissimi prelati secondo le migliori tradizioni delle due diocesi.
Nostri con diocesani furono difatti personaggi di grande rilievo nella storia civile ed ecclesiastica. Ne ricordiamo solo alcuni dei secoli passati:
Erchemperto, autore della Historiola Langobardorum, nato a Castel Pilano presso Conca della Campania; Giovanni Antonio Campano, nato a Cavelle di Galluccio nel 1426, vescovo di Crotone e di Teramo, umanista caro a Pio II e ai suoi successori Paolo II e Sisto IV; Nicola de Diano, appartenente a nobile e potente famiglia tenese e fratello di Giacomo potente ciambellano di re Ladislao, che fu vescovo di Teano prima di essere promosso arcivescovo di Napoli (+ 1435); il nipote Gaspare de Diano, che come lo zio fu dapprima vescovo di Teano e poi arcivescovo di Napoli nel 1438, incaricato da Eugenio IV di preparare la riforma del clero e nominato presidente del S.R.C. di S. Chiara; Francesco Saraceni, nato a Conca nel 1679, missionario francescano, vescovo titolare di Lorima e vicario apostolico in Cina dove subì persecuzioni e morì nel 1741; Benedetto Molinari, nativo di Teano, altro missionario francescano, apostolico in Etiopia (+ 1752).
Della storia e dell'importanza della diocesi restano notevoli testimonianze artistiche non solo nei due centri di Teano e di Calvi.
Tra gli edifici sacri, oltre le due splendide cattedrali romaniche, merita particolare menzione la Collegiata di Galluccio, decorata dei titoli di Insigne e maggiore non soltanto per la monumentalità dell'edificio, danneggiato dalla guerra e faticosamente restaurato in ogni sua parte sotto l'episcopato del venerato Mons. Sperandeo, ma per la ricchezza degli arredi e delle suppellettili, testimoni della munificenza dei Signori di Galluccio e degli eventi storici che in quel castello si svolsero nella transizione verso il dominio normanno fino alla cattura di papa Innocenzo II nel 1139.
La chiesa di S. Paride ed fontem in Teano, culla della diocesi teanese, conserva inalterata la struttura romanica ed è in avanzata fase di restauro. La preziosa chiesa di S. Benedetto in Teano, legata soprattutto al ricordo dell'asilo che vi trovarono i monaci cassinesi scampati alla devastazione dell'abbazia dell'884, si presenta invece nello squallore di un incompiuto, interminabile, trentennale restauro.
Il santuario dei Lattani in Roccamonfina, con la chiesa e l'eremo, e il convento di S. Antonio in Teano, col chiostro miracolosamente intatto sebbene scolpito nel friabile tufo locale che il P. Cirillo Caterino definì “ gioiello d'arte … fra i più belli del Mezzogiorno d'Italia ”, rappresentano autentiche perle dell'architettura francescana del Quattrocento.
Non meno importanti sono le testimonianze pittoriche.
Le due grotte di Calvi, la Grotta dei Santi e la Grotta delle formelle , sono singolari episodi di chiese rupestri nelle nostre contrade, purtroppo sottoposte negli ultimi anni a incessanti vandaliche devastazioni.
A Riardo la chiesa di S. Leonardo e la cappella della Madonna della Stella conservano apprezzabili affreschi.
Inestimabile gioiello d'arte è il Crocifisso ligneo della Cattedrale di Teano, attribuito a Roberto d'Oderisi dal Longhi e dal Causa che ne diresse il restauro nel 1959.
Di poco posteriori sono la tavola di una Martire conservata nell'episcopio di Teano e la Madonna del Cardellino della parrocchia di Francolise.
Teano conserva, ben restaurate tele del De Mura e di Belisario Corenzio (Chiesa di S. Caterina); la grande tela del Martirio di S. Stefano, incastonata nell'aureo soffitto della Collegiata di Galluccio, era ritenuta opera di Luca Giordano finchè il recente restauro ha rivelato la firma del suo allievo Giacomo Cestari.
Tra le sculture di maggior rilievo vanno ricordate le due statue della Madonna del Castello di Francolise e della Madonna dei Lattani; la Vergine e il S. Giuseppe lignei della cattedrale di Teano (sec. XV), il gruppo ligneo dell'Annunciazione dell'episcopio di Teano. Opera d'intaglio davvero singolare è il coro capitolare della cattedrale di Teano del 1539.
Si è detto che grande fu l'influsso monastico in diocesi e davvero grande è il numero dei cenobi che fiorirono nell'intero territorio diocesano.
L'ordine benedettino ebbe in Teano l'importante Cella di S. Benedetto e quattro case femminili: S. Maria de intus, S. Maria de foris e S. Reparata, fondate in epoca longobarda, e il superstite monastero di S. Caterina fondato nel Cinquecento. I Circestensi fondarono la potente Badia della Ferrara in agro di Vairano; i Brasiliani si insediarono a Montelucno nel pressi di Teano.
I Domenicani ebbero conventi in Pietravairano e Roccamonfina; gli Agostiniani in Teano, Pietramelara e Vairano.
I Minori furono i più numerosi. I Conventuali fondarono in Teano (S. Francesco) il primo convento francescano della diocesi; i Riformati ebbero conventi in Teano e Roccamonfina; gli Alcantarini in Pignataro (da pochi anni trasformato in monastero di Clarisse) e Pietramelara; i Cappuccini in Tora.
Le Congregazioni sorte dopo la riforma tridentina sono ancora presenti con le case dei Redentoristi a Teano e dei Passionisti a Calvi.
Gravemente colpito dall'ultima guerra, sia per i numerosi bombardamenti alleati, sia perché l'estremo lembo settentrionale del territorio diocesano venne a trovarsi nel pieno fronte della battaglia di Cassino, il patrimonio edilizio e artistico della diocesi fu pazientemente ricostruito e recuperato nel corso del trentennale episcopato (1954-84) di Mons. Matteo Guido Sperandeo, Pastore che univa alle grandi doti sacerdotali, che gli consentirono di attuare con mano sicura le riforme del Concilio, una sapiente cura delle tradizioni culturali della diocesi.

da Guido Zarone - Rotary e Territorio, 1995 - Ed. Caramanica