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il Sidicino
 
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Recensioni:

 
Marco Crisconio
La stirpe longobarda dei Capuano
Patrizi Napolitani del Sedile di Portanova
Napoli, Arte Tipografica, 2008, p. 553, € 35
 

Il titolo di questo libro non lascia trasparire quanto interesse la sua lettura possa suscitare in noi teanesi. L'Autore, autorevole genealogista, da molti anni mi onora della sua amicizia, ma sarebbe stato fuor di luogo presentare questo suo ultimo lavoro su “il Sidicino” se il contenuto non fosse di interesse per la nostra storia locale.
La famiglia Capuano infatti trae origini dai Longobardi di Capua e quindi dalla stessa famiglia dei Conti di Teano. Il cardinale Pandulfo, nostro vescovo che ammantò di splendore la cattedrale secondo i canoni dell'architettura desideriana; i conti di Teano Landone e Atenolfo, che nel 986 fondarono a Teano il monastero di S. Maria de Foris; i conti di Teano Atenulfo, Gisolfo, e tanti altri personaggi teanesi dettero lustro, sin dal primo millennio, alla famiglia che poi assunse il cognome di Capuano o Capuani, e talvolta anche de Capua o Campano, cui appartenne la nonna dell'Autore.
Il libro è diviso in due parti. Nella prima l'Autore ricostruisce la genealogia della famiglia, a partire dal primo Pandolfo castaldo di Capua, dividendone la rappresentazione genealogica in una quarantina di tavole, intervallate da note di commento che sono quasi sempre piccole biografie di personaggi o piacevoli brevi dissertazioni su istituzioni o istituti giuridici. La seconda parte, posta a documentare e meglio illustrare la genealogia della prima parte, è molto più corposa con la sua variegata raccolta di documenti e di lunghe citazioni. In questa parte è inserita anche l'integrale riproduzione de “Il Placito di Capua” del sempre compianto Prof. Nicola Cilento, libera trascrizione in uno stile gradevolissimo del giudicato reso nel marzo 960 da Landolfo II, insieme ai figli Pandolfo I e Landolfo III, dinanzi al loro palatium di Capua nella contesa tra l'abate Aligerno e Rodelgrimo. Una pagina dallo stile ammirevole, gradevole per tutti, che costituisce anche una testimonianza di come la giustizia fosse allora rapida e efficiente.
Sul piano della ricostruzione genealogica sorprende la minuziosa cura usata dall'Autore nel ricostruire e documentare ogni legame ricorrendo, in quei punti dove la carenza di notizie certe lascia indimostrata l'esistenza di legami e fili genealogici, a supplire la carenza di dati certi con la dimostrazione di indizi e presunzioni dal rigoroso fondamento logico.
Ulteriore elemento di pregio del libro è la dotta presentazione del Prof. Gerardo Sangermano, notissima e cara figura di studioso per i lettori de “il Sidicino” e per tutta l'Associazione Erchemperto.
Nel prossimo autunno il libro sarà presentato a Capua a cura della Società di Storia Patria di Terra di Lavoro.

Guido Zarone
(da Il Sidicino - Anno VI 2009 - n. 8 Agosto)