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Amasio di Teano - memoria e culto di un antico defensor fidei nel Lazio sud-orientale

a cura di Filippo Carcione, Edizioni Eva Venafro 2008, pp. 168

 

Il volume, pubblicato con il concorso dell'Università di Cassino, include tre saggi: Memoria agiografica e recezione patronale nella periferia cassinese d'epoca desideriana di Filippo Carcione; Un culto campano nelle antiche Diocesi di Sora e di Aquino, incidenze archeologiche e topografiche di Sabrina Pietrobono; Devozione religiosa e tradizioni popolari a Piedimonte S. Germano e ad Arpino, un censimento di dati tra storiografia locale, testimonianze orali e patrimonio iconografico di Elena Montanaro.
S. Amasio, prete di Sora di origini orientali, fu costretto a riparare a Teano per l'imperversare dell'eresia ariana nel sorano. Preceduto da fama di guaritore, a Teano fu accolto con tale venerazione da indurre il diacono Urbano, che sarebbe stato il naturale successore di S. Paride come vescovo di Teano, a proporre l'elezione episcopale di Amasio con il quale faceva vita comune. Una tradizione meno forte lo vuole non solo sorano ma anche primo vescovo di quella diocesi. Il suo culto è comunque ancora radicato in altri centri dell'alta Terra di Lavoro: è venerato ad Arpino in una chiesa periferica, ed è patrono di Piedimonte S. Germano che ne custodisce una reliquia donata da Mons. Sperandeo.
Sulla base di questi dati e sulla scorta delle Vitae e degli Officia compilati a partire dal sec. XI, gli autori tentano di fare maggior luce sulla figura del Santo. L'indagine è ben condotta, a largo raggio, sulla produzione agiografica, sulle incidenze toponomastiche e sulle tradizioni popolari, anche se mancano nel ricco apparato bibliografico molti scritti di storia locale teanese, che praticamente è limitata al Glorie nostre del canonico De Monaco.
Dopo le sbalorditive conclusioni di Domenico Caiazza in Storie di santi di draghi e di guerrieri (edito nel 2004 con il patrocinio dell'Amministrazione Comunale di Teano!) questo volume della Editrice Eva di Venafro rende giustizia alla tradizione e alla verità. Ci pare di cogliere il risultato finale delle articolate indagini nelle espressioni della Pietrobono a pagina 75: “Di fatto le testimonianze della diffusione del culto cristiano nel IV e V secolo a Teano sono troppo evidenti per rifiutare la possibile storicità dei primi tre vescovi, peraltro mai negata, e questo nonostante la firma del vescovo di Teano ai sinodi romani appaia soltanto alla fine del VI secolo”. Il Caiazza riduce infatti S. Paride a tardo restauratore della diocesi e quindi pospone di molti secoli gli episcopati dei tre vescovi santi Paride, Amasio e Urbano. A dirimere inoppugnabilmente ogni dubbio sul fatto che Amasio fu vescovo di Teano nella seconda metà del IV secolo, e non più tardi, è il suo sepolcro, in località Passarelle, dove furono rinvenuti il famoso mosaico dell'Epifania e alcune delle epigrafi paleocristiane pubblicate da archeologi della statura del P. Ferrua e del prof. De Franciscis. Quei ruderi, solo qualche decennio addietro, si presentavano ancora in tutta la loro rilevanza a testimoniare l'edificazione, sul finire del IV secolo, di una chiesa in memoria del santo.
Un aspetto che purtroppo segna una lacuna nell'indagine è la mancata considerazione che ancor oggi il calendario della Chiesa Ortodossa venera S. Amasio vescovo di Teano, insieme a S. Paolino vescovo di Nola, nella stessa data del 23 gennaio (5 febbraio dopo la riforma del calendario ecclesiastico ortodosso) e tale circostanza toglie importanza al fatto che il Baronio, sorano di nascita, non recepì il nostro santo nel suo Martyrologium. Il culto di S. Amasio nella Chiesa Orientale deve necessariamente risalire a vari secoli prima dello scisma ed è significativo che nella stessa data venga ricordato anche Paolino di Nola.
Sia consentita ancora un'annotazione sulla didascalia che accompagna l'immagine del Santo a pag. 160 (riprodotta a lato) tratta dall'edizione del 1600 dell'Officiatura. Non è affatto da dubitare che il prelato in ginocchio sia il Baronio, perché è suo lo stemma prelatizio che l'accompagna.
Consigliamo ai nostri lettori questo bel libro e soprattutto osiamo consigliarne una ponderata lettura agli Amministratori Comunali di Teano se vogliono davvero tutelare e non annientare la storia e le tradizioni di Teano.

Guido Zarone
(da Il Sidicino - Anno V 2008 - n. 10 Novembre)