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Lascia o raddoppia?

 

Questo quinquennio di amministrazione si chiude quasi senza polemiche e con poche prospettive di vera innovazione. Si propongono agli elettori solo due liste: quella capeggiata dal sindaco uscente, che essenzialmente ricalca quella del 2003, e una lista concorrente, che contrappone veterani dell'altra sponda con l'innesto di due fuorusciti della maggioranza, il vice sindaco e un assessore. Nessun clamore, scarsissimo interesse a candidarsi, poca voglia di competere.
Sono certamente segnali negativi, che fanno pensare a una sorta di rassegnato e diffuso disinteresse alla conduzione della cosa pubblica. Eppure, in questi cinque anni Teano ha fatto molti passi indietro. Dovrebbe esserci voglia di riscatto.
Ha perduto la Brigata di Finanza, numerosa di alcune decine di effettivi, che non solo garantiva maggiore sicurezza al territorio, ma costituiva anche incremento della popolazione e assicurava l'indotto della frequentazione degli uffici e delle attività dei servizi. Ha perduto il Magazzino dei Monopoli e la sede della Serit. L'Istituto Alberghiero, un tempo tra i più accreditati del Sud, vacilla ora sotto la concorrenza della sede istituita a Vairano Scalo. L'Ospedale è stato si riaperto, ma è solo lo scheletro di quello che fu per quasi un secolo con chirurghi della fama del Sen. Pascale e del sen. Lombari.
Sul piano operativo nulla è stato fatto per supportare lo sviluppo economico. Il tanto strombazzato Piano Urbanistico Comunale è finito nelle secche. Si è completamente arenato dopo le molteplici contestazioni, consacrate addirittura in un documentato opuscolo a stampa che ha avuto tra i coautori il capo della ripartizione affari generali del Comune! L'attività urbanistica è stata caratterizzata unicamente da un inaspettato rilascio di una sconcertante quantità di concessioni cosiddette “produttive”, che non hanno portato - c'era da attenderselo - alcun reale insediamento di attività redditizie ma hanno solo devastato il territorio prima ancora che l'intervento della giustizia, con i suoi tempi lunghi, avesse potuto scongiurarne gli effetti negativi. Intanto non si costruisce, non ci sono suoli sul mercato, i prezzi delle case e i canoni di fitto continuano ad aumentare. Conclusione: chi può, se ne va altrove. ll calo demografico subito da Teano nel quinquennio non è solo frutto della denatalità. Siamo scesi al di sotto di tredicimila abitanti.
Anche la viabilità è peggiorata con la consueta sosta selvaggia, per nulla sconfitta o attenuata dall'incremento dell'organico dei vigili urbani. Il temerario piano parcheggi non sappiamo quanto ha fruttato o è costato alla Cooperativa “Agape”, ma è fallito sul nascere. Fantasie da megalomani. Sono rimaste solo le strisce blu che nessuno ha provveduto a cancellare. Anche il fantascientifico progetto volto a sconquassare l'assetto di Piazza Umberto, con l'abbattimento della Casina, è finito clamorosamente bocciato dalla Soprintendenza quando già l'iter amministrativo per la realizzazione era stato incautamente portato a una fase avanzata.
Non possono certo bastare a capovolgere il bilancio i pochi interventi realizzati come la solenne rotonda all'inizio delle Rampe del Vescovado o le traforate, tozze strutture di pesante cemento in Piazza Giovanni XXlll che non sappiamo come definire.
Intanto le tasche dei Teanesi sono state ulteriormente svuotate dal rincaro della tassa sui rifiuti, subito aumentata del trenta per cento e ora in fase di ulteriore revisione con i parametri catastali, a fronte di un totale disservizio, non solo nei periodi di crisi. Anche l'lci è stata aumentata con il gioco delle franchigie. L'inclusione dei fertili terreni di Maiorisi nel piano ASI, che avrebbe dovuto far sognare ai fortunati possessori la cessione degli stessi a prezzi da favola, riempie invece le loro notti dell'incubo di dover sborsare ogni anno per l'lci più di quanto possano fruttare i terreni.
Dovunque, in qualsiasi paese, in presenza solo di uno o due degli eventi descritti, si sarebbe dato vita a liste altemative e si sarebbe scatenata una dura campagna elettorale contro l'establishment. A Teano no.
Uno a uno, personalmente o a mezzo di figli e figliocci, sono entrati nella lista della maggioranza uscente tanti oppositori di un tempo, ex compagni ed ex camerati, amici ritrovati ed ex nemici, aspiranti sindaci delusi, finalmente rassegnati al ruolo di gregario, e aspiranti sindaci ancora con qualche prospettiva. Pentimento? Conversione? Persuasione? Non tocca a noi rispondere.
Sono tutti li a sperare che l'elettorato, cui hanno detto per anni peste e coma di chi ora li capeggia o li accompagna, li segua nella loro disinvolta inversione di marcia, quasi sempre ad “u” stretta. Sarà cosi? Lo sapremo a metà del mese.

Guido Zarone
(da Il Sidicino - Anno V 2008 - n. 4 Aprile)