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Andate dunque...

 

È sempre nell'obbedienza a quelle parole di Cristo che indussero gli Apostoli - pochi e perseguitati - a spargersi per il mondo di allora a recare I'Annunzio alle genti, che il prete eletto vescovo parte dalla sua terra, lascia la sua vigna, abbandona il suo mondo per un'aitra vigna e un altro mondo che quasi sempre non conosce affatto.
Anche Mons. Aiello lascia ora la sua parrocchia e la bella basilica di S. Michele Arcangelo, i suoi molteplici impegni nell'arcidiocesi di Sorrento-Castellammare, i parrocchiani di cui ha cura da quasi un quarto di secolo e lascia anche quei giovani ai quali ha saputo donare, emulo del grande Pontefice da poco scomparso, le loro Giornate Diocesane della Gioventù.
Obbedisce a quelle parole, rivolte ora a Lui daI Vicario di Cristo, e viene tra noi. A noi spetta accoglierlo, nell'obbedienza della carità.
Dopo una lunga sede vacante l'attesa è inevitabilmente gravida di aspettative e forse perciò in tanti si chiedono, molto più che nelle precedenti occasioni, come sarà il nuovo pastore.
Le note biografiche di Mons. Aiello, subito diffuse dalla stampa, ci presentano un uomo di studi che ha
conseguito anche una laurea statale, ma dopo aver conseguito il bacca-Iaureato alla facoltà teologica; parlano di un prete che ha molto operato in camlpo pastorale e nei settori più deIicati, quello dei religiosi e il seminario; descrivono un parroco amato, che regge da decenni una popolosa parrocchia e gode della fiducia del suo vescovo e dei confratelli sacerdoti, tanto da sedere nel consiglio presbiterale e nel collegio dei consultori; ci dicono infine che è un predicatore carismatico e che ama la musica come Papa Benedetto XVI.
Nel messaggio, breve ma denso, inaspettatamente inviato alla diocesi nel momento stesso in cui veniva annunziata la sua elezione, definita la Chiesa -“Cattolica” e "Apostolica"- come "tutta presente nelle chiese locali", ci invita ad aprirci al futuro, “a un nuovo capitolo della vostra storia tutta da scrivere, tutta da scoprire”.
Con queste premesse, I'attesa si riempie davvero di forte speranza per il futuro della Chiesa teanese.

Guido Zarone
(da Il Sidicino - Anno III 2006 - n. 4/5 Aprile/Maggio)