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Come si sceglie un vescovo

 

La scelta del vescovo e atto complesso, portato avanti con l'abituale riservatezza e laboriosità delle procedure canoniche.
ll codice di diritto canonico dispone che ogni tre anni le conferenze episcopali formino degli elenchi di sacerdoti che ritengono particolarmente degni di essere elevati all`episcopato e li trasmettano alla Santa Sede. lnoltre ogni Ordinario diocesano, vescovo o abate con giurisdizione su un territorio, può proporre autonomamente alla Santa Sede altri nominativi di sacerdoti. L'organismo della Sede Apostolica competente in materia è la Sacra Congregazione per i Vescovi, un tempo denominata Congregazione del Concilio.
Resasi vacante una diocesi, il Legato pontificio, che in Italia e il Nunzio Apostolico presso il Quirinale Mons. Romeo, presenta alla S. Sede una terna di nomi, insieme con il suo votum e con i pareri del Metropolita, che per la diocesi di Teano è l'Arcivescovo di Napoli, di tutti i vescovi suffraganei della stessa archidiocesi e del presidente della Conferenza Episcopale, attualmente il Card. Camillo Ruini. Il Nunzio può preventivamente sentire in merito anche alcuni membri del Collegio dei Consultori e del Capitolo Cattedrale della diocesi da provvedere, nonché altri sacerdoti, religiosi e laici della diocesi. Il tutto resta ovviamente vincolato a un rigido segreto.
Questa la procedura normale. Ma poiché nella chiesa cattolica il Pontefice nomina "liberamente" i vescovi, l'eletto può essere scelto anche in altra regione ecclesiastica o essere già vescovo di altra diocesi dalla quale viene trasferito.
ll Codice di diritto canonico richiede che il candidato all'episcopato abbia compiuto il trentacinquesimo anno di età, sia prete da non meno di cinque anni, abbia conseguito almeno la licenza in teologia o in diritto canonico e che sia eminente per fede salda, buoni costumi, pietà, zelo, prudenza e virtù umane.
Accertata l`idoneità del candidato e avutone il consenso ad accettare l'eventuale nomina, la Santa Sede comunica, tramite il Nunzio Apostolico in Italia, il nominativo del candidato al Governo Italiano e, se nulla osta, procede alla nomina. Questa viene comunicata, sempre sotto vincolo di segretezza, all'ordinario del luogo ove risiede l'eletto e all'Amministratore della diocesi vacante. l due prelati danno quindi l'annunzio alle rispettive diocesi contemporaneamente, nel giorno stabilito, a mezzogiomo, orario in cui anche l'Osservatore Romano, che va in edicola abitualmente a metà della giomata, dà notizia dell'avvenuta elezione.
ll neo vescovo assume da quel momento il titolo di Vescovo eletto e lo conserva fino all'ordinazione episcopale (fino a tempi molto recenti veniva detta consacrazione) che gli viene conferita, entro tre mesi dall'elezione, su mandato della Santa Sede da almeno tre vescovi. Questi, imponendo le mani sul candidato, gli trasmettono la successione apostolica che è l'essenza dell'episcopato. ll neo vescovo deve quindi fare la professione di fede e prestare giuramento di fedeltà al Papa e ai suoi successori nelle mani del Cardinale Protodiacono e, in quanto investito di una sede residenziale italiana, deve anche prestare giuramento di fedeltà alla Repubblica nelle mani del Presidente della Repubblica.
Ultimo atto è la presa di possesso, che avviene nella chiesa cattedrale con la solenne lettura della bolla pontificia di nomina davanti al Collegio dei Consultori, alle autorità e al popolo.

Guido Zarone
(da Il Sidicino - Anno II 2005 - n. 8 Dicembre)