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Una favola per Natale

 

Mai come in questi tempi abbiamo bisogno di ritrovare noi stessi e liberare la nostra fantasia prigioniera dalle nostre strane scelte di vita e dalle nostre quotidiane abitudini.
Serve un segnale forte per riprenderci perché possediamo qualcosa di inspiegabile che vive in noi e che abbiamo volontariamente scelto di sopirlo ma non siamo stati capaci di cancellarlo.
Sentiamo l’urgenza di darci una scossa risolutiva che possa risvegliarci e darci quell’autonomia di pensieri e di scelte che altri, con mezzi raffinati e sottili, moderni e sofisticati sonniferi della nostra coscienza, tentano ogni momento di condizionarci e di ridurre al loro convincente potere mediatico ogni nostro pensiero e nostra azione.
Cosa si può fare e quali sono le scelte individuali che si devono attuare per rompere il cerchio che ormai costantemente si restringe ma che non ancora ha completato il suo amplesso mortale?
Non c’è bisogno di scelte radicali e rivoluzionarie tali da sovvertire il nostro modo di vivere e rinunciare quel poco di buono che è ancora rimasto, ma fare un gesto forte di autonomia che porta, nessuno può togliere, almeno per il momento, questa innata libertà, a crearci, anzi a riscoprire “nei palazzi della memoria” come indicava il Cappellaio Matto di Alice in Wonderland tutto ciò che è nostro e che è rimasto ancora integro e che nessuno può modificare: i nostri sogni e le nostre fantasie.
Qualcuno potrebbe obiettare che questa scelta di rientrare nei “palazzi della memoria” potrebbe costare la rinuncia a ciò che abbiamo conquistato per poter sopravvivere in un mondo non a nostra misura: è un passo che bisogna fare per rivivere i nostri sogni e le nostre fantasie e riscoprire quelli che in realtà siamo.
Ognuno di noi potrà alleggerirsi del fardello degli inganni e delle illusioni che l’umanità ci ha consegnato ed entrare nel mondo incantato della nostra fantasia per vivere la propria favola che gli è stata raccontata e che nessuno ha cancellato.
Il periodo migliore per vivere questo momento fantastico ed alleggerire la propria umanità dal suo pesante fardello di una vita appesantita da fatti ed avvenimenti che la condizionano pesantemente quasi togliendogli il respiro necessario per viverla, sono i giorni che trascorreremo nel caldo delle nostre case in cui tutte le favole possono essere raccontate ed essere vissute con la nostra libera fantasia.
Sono i giorni, anzi le sere, di un mese in cui scendono i fiocchi di neve illuminati dai lampioni della strada e ognuno con il naso attaccato al vetro delle proprie finestre, guardando incuriositi il passare frettoloso di chi ritorna infreddolito a casa, quasi come in un sogno, ricorda la favola che la mamma gli raccontava nell’avvicinarsi del Natale.
Ognuno di voi che mi legge incuriosito ritorni ai tempi della sua ingenua fanciullezza e faccia un salto tra “i palazzi della sua memoria” e scelga qualche favola tra le tante che attendono da tempo per essere raccontate. Si aprirà improvvisamente davanti ai suoi occhi un mondo immaginario che è solo suo per viverlo nel silenzio e con se stesso.
Nel giardino incantato di Fiorilandia viveva Fiorabella che si era innamorata del Principe delle Rose. Tutti gli abitanti sapevano di questo loro amore ma nessuno ne poteva parlare perché il Principe dei Tulipani e la Principessa delle Camelie non volevano che il loro figlio sposasse Fiorabella figlia di Gertrude delle Dalie e di Piero dei Garofani.
L’amore tra i due giovani rendeva felice tutti i fiori quando li vedevano passeggiare nelle parti più segrete di Fiorilandia e quando i genitori del Principe delle Rose mandavano i loro servi per il meraviglioso giardino a cercare il figlio i fiori emettevano i loro profumi così intensamente da far starnutire i servi dei Principi in modo da avvisare i due innamorati.
I servi dei Principi non riuscirono mai a trovare e sorprendere i due giovani innamorati ma la Principessa delle Camelie, sapendo dell’amore profondo che legava suo figlio a Fiorabella, di nascosto, si recò dalla Maga Fior di Loto perché gli preparasse una pozione per far dimenticare a loro figlio, il Principe Rose, la bella Fiorabella e farlo innamorare della Principessa dei Tulipani, sua promessa sposa.
Durante il banchetto offerto dai Principi ai visitatori di Fiorilandia il Principe delle Rose era seduto accanto alla madre ed alla Principessa dei Tulipani, figlia dei Principi del giardino incantato dei Fiori di Pesco, sua promessa sposa ma che lui non amava.
Ad un cenno della Principessa delle Camelie fu versato nei calici dei presenti il vino per il brindisi di commiato e nel calice del Principe delle Rose fu versata, di nascosto, la pozione della Maga Fior di Loto per farlo innamorare della Principessa dei Tulipani e dimenticare Fiorabella.
La mattina successiva il Principe delle Rose tardò ad uscire dalla sua stanza per portare il suo saluto ai genitori.
I servitori non sentendosi chiamare forzarono la porta e trovarono il Principe delle Rose disteso sul letto che dormiva profondamente e, pur sollecitato, non si svegliava.
Il filtro della Maga Fior di Loto aveva provocato un effetto quasi mortale al Principe e solamente un altro filtro poteva risvegliarlo.
Fu chiamata la Maga Fior di Loto ma la sua nuova pozione di filtro non ebbe l’effetto desiderato perché la dose bevuta durante il brindisi era stata preparata per fargli dimenticare per sempre Fiorabella.
Il Principe delle Rose amava tanto Fiorabella, non la vide più nei suoi sogni, la cercò ma non la trovò e disperato si abbandonò in un sonno profondo.
La Principessa delle Camelie ed il Principe dei Tulipani vedendo il loro figlio non riprendersi dal sonno dopo aver bevuto la nuova pozione pregarono la Maga Fior di Loto di tentarle tutte per farlo risvegliare.
La Maga Fior di Loto mise in atto tutte le sue arti magiche ma non riuscì a far svegliare il Principe delle Rose.
Fu chiamata Fiorabella ma non voleva andare per non vedere il suo Principe disteso sul suo letto quasi senza vita.
Tutti i fiori di Fioriandia gli chiesero in coro di andare dal suo Principe perché sentendo il suo profumo, forse, si sarebbe svegliato.
Fiorabella andò dal suo Principe ed il suo profumo lo svegliò.
È una favola di Natale presa dal “palazzo della memoria” simile a tante altre che ognuno di noi possiede e che in questo mese di Dicembre dobbiamo ricordare e raccontare a chi ci sta vicino per fare insieme un viaggio immaginario nella nostra memoria.
Non è un lavoro difficile.
Tutto dipende dalla nostra volontà di diventare, almeno una volta l’anno, bambini e sognare di vivere nel “mondo delle fate e dei giardini incantati”.

Giuseppe Toscano
(da Il Sidicino - Anno XX 2023 - n. 12 Dicembre)