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Indice Giuseppe Toscano
 
 

I disperati del mare

 

Un altro dramma di tanti poveracci che hanno avuto la sfortuna di nascere in nazioni povere e martoriate da guerre e da regimi dittatoriali affidando al mare della speranza la loro esistenza e quella dei loro figli, ha provocato commozione, amarezza e senso di impotenza nella gente che crede nel valore di una vita e le solite polemiche e giustificazioni salottiere pietose ed ingannevoli.
La tragedia di Cutro ricorda a tutti, ancora una volta, che siamo figli di un mondo sofferente, disuguale, egoista e impietoso quando i drammi di vita non lambiscono la nostra pelle.
Sulla spiaggia si è visto di tutto e si è consumata la speranza di uomini, donne e bambini che fuggivano dalla miseria e dalle violenze egoistiche dei loro paesi per raggiungere paesi liberi ed accoglienti. Un sogno svanito per chi ha perso la vita, un sogno problematico e difficoltoso per chi è riuscito a sopravvivere ad un naufragio di una barca sgangherata che si è sfasciata alla prima burrasca di un mare impietoso.
Il fasciame della barca sparso sulla spiaggia e i corpi allineati vicino al muretto di cinta di una villetta, ancora una volta, hanno generato commozione e partecipazione della generosa gente calabrese, ma hanno messo a nudo la mancanza di pietà e commiserazione da chi governa il nostro Paese imputando a quei morti la colpa di aver scelto volutamente un fine vita tanto tragico.
Chi si occupa di immigrazione oggi se ne è occupato per anni essendo stato un funzionario del Ministero degli Interni. Oggi attua volutamente le sue idee egoistiche che coincidono con una logica politica legata agli slogan dell’ultima campagna elettorale della sua parte politica, slogan sbandierati senza ritegno ai quattro venti: tagliare il cordone ombelicale tra scafisti, trafficanti di esseri umani, ed ONG, navi umanitarie che hanno salvato tante vite, ambedue considerati conniventi e colpevoli di tali tragedie.
Un provvedimento sciagurato è stato preso ed è quello di sfiancare le Ong con le lunghe attese per avere un porto sicuro per lo sbarco dei naufraghi, l’assegnazione di tale porto il più lontano possibile dal luogo del soccorso, ed il fermo- sequestro della nave con l’irrogazione di una multa onerosa all’armatore della nave ONG se deroga a tali imposizioni.
Queste menti raffinate nel trovare cavilli giuridici e nell’imporre regole rigide e minacciose nei confronti delle navi delle ONG che raccolgono i diseredati del mare, credono di cancellare per sempre dalle cronache lo sbarco di clandestini in Italia.
La prova del fallimento di questo nuovo corso sono i morti allineati in una palestra di Crotone ed il fasciame di una barca in balia della risacca sulla spiaggia di Cutro.
Considerato che non si può cancellare ciò che è accaduto con un colpo di spugna o con una comparsata televisiva, questi personaggi da avanspettacolo propinano giustificazioni ridicole ed offensive sino ad affermare che non erano a conoscenza dell’esistenza di questo barcone che viaggiava verso le coste calabresi.
Le bugie hanno sempre le gambe corte e svelano gli inganni e le iniquità: sapevano tutto e giocando sull’equivoco ma non hanno fatto nulla perché a pochi metri dalla spiaggia il barcone non si sfasciasse e non ci fossero tanti morti.
Anzi hanno aggiunto una prima giustificazione irrisoria su cui hanno insistito con irriverenza: il mare era forza 5 o 6 e non permetteva l’utilizzo dei mezzi della capitaneria di porto di intervenire.
Cose da ridere. È la chiara subalternità della morale alla politica.
Chi ha il potere decisionale di fronte a questo dramma ha insistito nelle sue frottole invocando, non sapeva altro che dire, un principio etico mal riposto al riguardo, un suo pensiero che può essere condiviso solo da chi è cinico come lui, che “la disperazione non giustifica viaggi che mettono in pericolo i figli”.
Ha rincarato la sua dose di cinismo “Non devono partire. Quando si è in queste condizioni non bisogna partire. Lanciamo al mondo, ai territori da cui queste persone partono, questo messaggio è etico prima di tutto, non bisogna partire”.
E da ammirare, questa persona, per aver mostrato coraggio nel dire ciò che veramente pensa ma è da condannare, se prosegue su questa strada non smentita in modo chiaro ed aperto dai suoi padroni politici, per aver mostrato il suo vero volto di odio e disprezzo verso esseri umani deboli e miserabili che cercano rifugio e protezione nelle nazioni libere ed accoglienti dell’Europa.
Fermare questo esodo biblico nel paese d’origine dei migranti, non è un eufemismo ma una realtà vissuta, è impossibile ed irrealizzabile perché gli Stati d’origine non faranno mai nulla per eliminare le cause che provocano le partenze: povertà, ingiustizie, persecuzione religiosa, persecuzioni politiche, imposizioni di restrizioni di ogni libertà individuale.
Sono Stati in cui dominano dittatori fantocci, signori della guerra, fanatici religiosi che uccidono donne solo perché una ciocca di capelli esce fuori dello hijab. Questi dittatori non muoveranno un dito per trattenere persone disperate che hanno perso tutto perfino la loro dignità di essere donne e uomini e le azioni violente e repressive dei loro governanti ne accelerano la partenza.
La disperazione è la leva primaria che spinge interi popoli, pur di essere liberi e lontani dai loro paesi martoriati e depredati, vendendo tutto anche se stessi, ad affidarsi alle onde di un mare di speranza che il più delle volte ne è la loro tomba.
Non possono né essere respinti e né lasciati morire in mare perché sono esseri umani che hanno subito sofferenze inimmaginabili e che, attraversando un mare non sempre benevole, chiedono a chi vive in un paese libero accoglienza e calore umano.
Chi governa il nostro Paese e chi governa gli altri paesi europei insieme devono ricercare e costruire un sistema valido perché ciò avvenga, per evitare tragedie più gravi.
Se non si affronta la soluzione di questo dramma umanitario con urgenza e con competenza, a breve, sentiremo parlare di altre ondate di migranti che non solo dalle coste turche e dalla Libia ma anche dalla vicina Tunisia si metteranno in viaggio per raggiungere le coste italiane.
Necessita un sano e razionale realismo da parte dei nostri governanti e di quelli europei per affrontare un’emergenza umanitaria che è dell’oggi e del domani prossimo e che non può essere sottaciuta e delegata nella sua soluzione all’egoismo di ogni singolo stato.
Si deve creare un serio coordinamento di accoglienza solidale tra gli stati per non lasciare allo sbando quelli più deboli e più esposti a queste ondate migratorie.
Se alcuni stati europei alzano ai loro confini muri per difendere il loro egoismo nazionalistico o rifiutano in modo caparbio i principi di accoglienza solidale perché ai loro confini non preme questa massa disperata di profughi, significa aspettarsi un conflitto permanente ed infinito tra popoli che si considerano liberi e civili ma che poco o niente hanno appreso da drammi peggiori vissuti da loro stessi in periodi di cui ancora oggi se ne ricordano le sofferenze.
Il nazionalismo legato all’egoismo ha prodotto sempre la fine della convivenza civile tra i popoli.

Giuseppe Toscano
(da Il Sidicino - Anno XX 2023 - n. 3 Marzo)