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Elenuccia 'a stracciatella (Carmela Zanni)

La chiamavano “Elenuccia ‘a stracciatella”, ma di veramente “stracciato” aveva i prezzi della sua merce, che elargiva con grande generosità anche a coloro che non potevano pagare.
Infatti, dietro dei modi a volte un po' bruschi, nascondeva un grande cuore e non c'era persona che sapesse in difficoltà che non cercava di aiutare: dalla vecchietta bisognosa, all'extracomunitario con i suoi pacchi di fazzoletti, alla ragazza che aveva difficoltà nel vendere i prodotti portati al mercato. Aveva per tutti la parola o il consiglio giusto che derivavano dall'antica saggezza contadina unita ad un'arguta intelligenza. All'avvento dell'euro si trovò un po' disorientata eppure non si perse d'animo ed elaborò subito un suo personalissimo cambio, nel quale divenne abilissima!
Per lunghi anni la sua figura è stata familiare a tutti coloro che si recavano al mercato per la spesa. Dal mattino presto lei era lì, seduta su una cassetta di frutta rivoltata, dietro degli enormi e bellissimi cesti di vimini, che mettevano in mostra la sua mercanzia ed io, spesso, la guardavo ammirata perché, pur nella sua semplicità, la sua persona emanava un senso di composta fierezza.
A volte, persone anche insospettabili, cercavano di approfittare della confusione che s'ingenerava presso il suo banco, molto affollato, per non pagare qualcosa; lei, pur accorgendosene, non diceva nulla “per non mortificarle in pubblico” mi spiegò una volta. Poi, quando le capitava l'occasione, a tu per tu, faceva le sue rimostranze.
E' anche per questo che ho sempre pensato che Elenuccia nei sentimenti e nell'animo fosse una vera gran signora, molto più di tante altre che, pur potendo esserlo per nascita, mostrano invece una grettezza ed una pochezza notevoli.
Non si lamentava mai per la stanchezza, eppure ha sempre lavorato in maniera straordinaria allevando molto bene i suoi sei figli. Si dispiaceva, negli ultimi anni, che le forze le venissero a mancare e non le permettessero di lavorare al meglio il suo orto, uno degli ultimi che circondavano le antiche mura di Teano.
Era, quest'attaccamento al lavoro non per scopo di lucro, ma per una vera ed autentica passione, La sua vita non era ritmata dal volger delle stagioni e dai rituali lavori che bisognava eseguire nei tempi predetti e che, a volte, sembravano incalzarla e la costringevano a dei ritmi spesso stressanti.
Nell'ultimo periodo il suo cruccio maggiore era quello di non poter più lavorare nei campi ed essere costretta in casa dove, forse, non era mai stata tanto a lungo. Mi mostrò una volta, con una certa amarezza, le sue mani divenute lisce per l'inoperosità, come qualcosa di ormai inutile; io credo, però, che non abbia mai perso la sua forza interiore, quella che permette a persone di questa tempra di essere un valido esempio per tutti coloro con cui vengono a contatto.
Quanto avremmo tutti e, soprattutto i più giovani, da imparare da persone così che hanno saputo mostrare grandezza nell'umiltà.

Gemma Tizzano Iannaccone
(da Il Sidicino - Anno VII 2010 - n. 3 Marzo)