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Personaggi: Don Ciccio Percuoco

 

Seguendo una vecchia prassi cittadina, che onora del titolo di "don" tutti i forestieri che vi si trasferiscono, esso fu attribuito anche a "don" Ciccio. Non ne aveva ben donde perché aveva assunto la gestione dell'esattoria comunale dolo in virtù del denaro che possedeva, ma fu comunque accolto nel novero delle personalità dell'epoca. I conti li sapeva fare, ma era sprovvisto di cultura anche la più generica. Parlava male la lingua italiana e molto spesso non capiva il significato di certi vocaboli. Umilmente, cercando di adeguarsi alla sua nuova condizione, non mancava di domandare spiegazione di alcuni termini ascoltati durante le conversazioni altrui e cercava di farne sfoggio all'occorrenza per poter essere considerato membro di quell'élite che frequentava. Ma non comprendendo appieno il contesto in cui erano stati usati, qualcuno lo prendeva in giro senza che lui nemmeno se ne accorgesse. Capitò che, parlando in gruppo di una certa persona, uno dei componenti esclamò: "Ma quello è un ermafrodito".
Il vocabolo era del tutto nuovo per don Ciccio, il quale ne chiese subito il significato. L'interpellato, non volendo entrare proprio nei particolari, rispase: "Beh! E' un... indifferente".
Era questa per lui una nuova conquista nel linguaggio erudito e non vedeva l'ora di farne sfoggio. E questa venne subito, quando, richiesto il suo parere su un certo argomento, per dire che era indifferente esclamò; "Io sono ermafrodito". Immaginate le sensazioni dei presenti, tra cui alcune signore!
Altra volta, invitato a una conferenza, gli fu detto che il suo posto era tra le autorità e perciò fu fatto sedere tra la moglie del sindaco e un'altra signora che indossava un abito violaceo. Quando, il giorno dopo, qualcuno gli domandò se era stato a suo agio nella manifestazione, rispose: "Sono stato benissimo. Mi hanno fatto sedere tra una donna pubblica e una donna violata".
Poteva essere una grave offesa peer le signore e i loro mariti, ma tutti risero divertiti conoscendo il soggetto.

Paride Squillace
(da Il Sidicino - Anno IV 2007 - n. 4 Aprile)