L'ASSOCIAZIONE
 
il Sidicino
 
Indice per autore
 
Indice Gerardo Sangermano
 
 

Oggi come Ieri

 
Guido Zarone - foto di Mimmo Feola
 

Piacque a Benedetto Croce ripetere a quanti lo frequentavano l'ammonimento, alto e severo, a non farsi sorprendere dalla morte nell'ozio; così fu per Guido Zarone, che la incontrò, forse non a caso, in un giorno d'estate senza vacanza di dieci anni orsono, proprio nella sua abitazione ed in mezzo ai suoi libri, lo strumento di lavoro e – perché no? – di svago a Lui più congeniale.
Purtroppo ebbi l'occasione di conoscere l'avvocato Zarone molto tardi e soltanto per il tramite del Presidente e dei Responsabili dell'Associazione “Erchemperto”, i quali, anni addietro (e poi anche successivamente), ebbero la cortesia di farmi partecipe di qualche iniziativa promossa dall'Associazione stessa. Debbo quindi, mio malgrado, iscrivermi nel gruppo, di certo numericamente assai trascurabile, di quanti hanno poco o nessun titolo per scrivere di Lui.
Tuttavia non posso non ricordare la gentilezza signorile con la quale accolse lo studioso invitato ed il sorriso garbato che sempre accompagnava la Sua conversazione, così quella severa su temi culturali, così l'altra, più lieta e però altrettanto erudita, degli intervalli dedicati ad un caffè, se non alla tavola; del resto il ricordo del Suo sorriso è un'immagine ricorrente nei vari scritti pubblicati in Sua memoria e quindi di sicuro caratterizzante il personaggio.
Ma non l'unica; le è buona e costante compagna la memoria, del pari diffusa in fama, della Sua cultura storica, delle Sue curiosità erudite e non solo, che, peraltro, ho potuto personalmente apprezzare nei pochi incontri con Lui concessi a me dal destino. Cultura e curiosità di ampia prospettiva e tali da guidarlo, con metodo attento, nei percorsi più impervi della storia istituzionale, della storia dell'arte o delle evidenze architettoniche, di quella letteraria, come pure verso gli itinerari - a torto considerati più 'ameni' ed invece da tempo presenti all'attenzione degli studiosi – della ricerca sulle tradizioni locali (vedi i suoi studi sui soprannomi), senza dimenticare le Sue competenze, più nascoste e private, su altri usi e costumi del territorio, forse meno note soltanto perché affidate ad una Sua personale oralità, piuttosto che alla pagina scritta.
Tuttavia farei un torto, pur involontario, alla Sua memoria se non ripensassi brevemente, in questa sorta di piccolo “medaglione”, alle tante testimonianze su altri segmenti, persino più rilevanti, della sua interessante vita, a me note, malauguratamente, solo per tradizione indiretta, in quanto lette in periodici vari o ascoltate dalla viva voce di quanti ben lo conobbero. Ad esempio quelle relative all'impegno nella professione forense - della quale furono talora parte anche le Sue ricerche storiche sulla nobiltà e quelle, strettamente connesse, sull'araldica - e le altre riferite al generosissimo zelo profuso, con limpida coscienza, nella vita civile e politica di Teano e, più in generale, della terra dei Capuanites, talora in posizione di indubbio prestigio.
Il maggiore studioso della Capua medievale e del cronista Erchemperto, Nicola Cilento – del quale ho avuto il privilegio di essere prima assistente e poi successore sulla cattedra di Storia Medievale dell'Ateneo salernitano – amava ricordare, da storico, ai suoi pochi amici e/o Collaboratori che ogni uomo deve lasciare un segno di sé: un figlio, un libro, un oggetto, un albero ...; Guido Zarone questo elenco di lasciti lo ha esaurito tutto e, certo, altri ancora ne avrebbe aggiunti se il destino, o la Misericordia divina nella quale tanto confidava, gliene avesse lasciato il tempo. Ne è prova sicura la circostanza per cui, a distanza di dieci anni, siamo in tanti a scriverne e con ottiche le più diverse.
Al dire di Epicuro (Esortazioni): «ognuno lascia la vita come se l'avesse appena cominciata», ma forse poi non è sempre così; vorrei allora mutuare – in parte parafrasandola e correggendola, magari con qualche legittimo timore reverenziale – la parola, pur essa sacra, del filosofo greco perché sia all'infaticabile Guido Zarone nobile epitaffio:
“solo quanti mai hanno oziato lasciano la vita come se l'avessero appena cominciata”.

Gerardo Sangermano
(da Il Sidicino - Anno XVI 2019 - n. 10 Ottobre)

Il prof. Gerardo Sangermano - foto di Mimmo Feola