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Spigolature

 
 

Una novella di Cechov (1860- 1904): “La moglie di Nikolaj Jervgrafic”

Un uomo tranquillo viveva del suo lavoro; aveva una moglie singolare. Si ritirava a notte alta e guai a chiederle dove era stata e cosa avesse fatto e perché a quell'ora. Infatti il marito non lo faceva mai: era pericoloso ed il pericolo non era il suo mestiere.

Una notte - era quasi l'alba - che si ritirò infreddolita e piangente, avvolta nella costosa pelliccia che il bravo marito le aveva regalato, lui le chiese il perché. Aveva perso o le avevano rubato dieci rubli sul tram. L'impietosito compagno cercò di consolarla e, non riuscendoci, le promise quindici rubli in regalo; cinque in più di quanto perduto. Lei sdegnata gli girò le spalle e, sempre piangendo andò a dormire per conto suo.

Era l'alba.

Svegliatasi non di buon'ora (ma di cattiva ora: verso mezzogiorno) la donna chiamò la domestica e le ingiunse di raggiungere immediatamente il marito che, solerte, lavorava in un'altra stanza, e di farsi dare subito i quindici rubli promessi all'ultimo minuto della sera prima; di cui aveva diritto.

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Piergiorgio Odifreddi matematico/filosofo vivente, scrive in La democrazia non esiste (Rizzoli): “In Italia vige una democrazia limitata. La differenza con le repubbliche islamiche è che mentre gli ayatollah e i mullah agiscono apertamente alla luce del Sole, i vescovi e il papa tramano subdolamente nell'ombra. Ma in entrambi i casi si condiziona pesantemente un parlamento che dovrebbe essere laico, e invece alberga molti cavalli di Troia. O meglio, d'oltre Tevere”.

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Morte di Socrate

Socrate attendeva sereno e polemico come sempre, conversando con gli allievi nel carcere ateniese, il momento in cui sarebbe stata eseguita la condanna a morte, pena inflittagli per aver corrotto i giovani.

Nei fatti reali, Egli aveva introdotto una dialettica diversa da quella tradizionale: una psicoanalisi vera e propria che chiamava maieutica.

La maieutica è il lavoro della ostetrica che aiuta le donne a partorire.

Parlava dell'anima e del corpo: e si chiedeva se è preferibile la vita alla morte. E poiché la morte libera l'anima immortale, essa è preferibile.

Aveva però qualche dubbio; Infatti nella Apologia (scritta da Platone ché il Maestro non sapeva scrivere né leggere) così si esprime rivolto ai seguaci: “È ora che ci separiamo, ed io andrò verso il mio destino e voi verso la vita e chi dei due ha sorte migliore, a tutti è ignoto; eccetto che a Dio”.

Durante la carcerazione, qualche amico affettuoso gli prospettò la possibilità di fuga. Il Filosofo rispose: Se incontrassi la Legge in persona e mi dicesse: Quando ti facevo comodo mi osservavi. Ora che non ti aggrado fuggi. Io Socrate che magra figura farei?

Venne l'ora del boia che gli presentò la ciotola con l' infuso di cicuta. Socrate bevve tranquillo dopo aver raccomandato ad un discepolo di fare un'offerta a dio per l'ottenuta guarigione dalla malattia (la vita).

“Critone, disse, noi siamo debitori di un gallo ad Asclepio: dateglielo e non ve ne dimenticate” (dal Fedone di Platone)

Tale stato d'animo di filosofica serenità dovrebbe soprastare il trapasso di ogni essere umano. Non lutti, non lacrime, non disperazione. Pace e volontà eutanasica.

Oltre il biotestamento, legge dello Stato dal 14 dicembre 2017.

Il significato della vita è racchiuso tutto nella tirata di Macbeth, atto V scena V: “la vita è solo un'ombra che cammina, un saltimbanco che in scena s'agita e si pavoneggia per un'ora, e poi tace per sempre; una storia narrata da un idiota; colma di rumore e di furia, che non significa nulla!”.

La conclusione del poeta persiano Omar Kayyam: “Passa la vita, misteriosa carovana; ruba il suo attimo di gioia”.

Lucio Salvi
(da Il Sidicino - Anno XV 2018 - n. 2 Febbraio)