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Il lungo viaggio di Piero Angela

 

Il geniale divulgatore televisivo di scienza arte paleoantropologia, ecc., giunto ai novant'anni, lucido più che mai, riassume la sua vita varia, interessantissima, avventurosa, unica nel suo genere, in un libro Mondadori di 224 pagine, dal costo di € 19. Il titolo: “PIERO ANGELA” con un sottotitolo che si rifà alle storie vissute. Riassumere una vita (e che vita, molta parte all'estero) non è facile né utile. Meglio leggere il libro.
Mi limiterò a segnalare e commentare alcuni punti che ho trovato particolarmente interessanti; per me, del gregge di Epicuro…
A pagina 167. Il Nostro denigrò l'omeopatia. Fu denunziato, processato, assolto. Guarda caso, il pubblico ministero era favorevole a tale contestata terapia. Si fa per dire “terapia”. È di questi giorni la morte… omeopatica (sic) di un bambino per una banale otite non curata con antibiotici.
Acqua fresca: una sostanza attiva viene diluita tante volte che “non esiste più alcuna molecola che sia stata in contatto non solo con la sostanza attiva, ma neppure con l'acqua che era stata a contatto con lei”. Credere nell'impossibile!
A pagina 177. Una storia incredibile: un soldato giapponese “resiste” nella giungla per ben 16 anni.
Quando gli americani, durante il secondo conflitto mondiale, sbarcarono nell'isola di Guam, alcuni soldati giapponesi sfuggirono alla cattura e si rifugiarono nella giungla. Fiduciosi che l'imperatore (un dio!) li avrebbe liberati. Piero Angela intervistò il sopravvissuto Tadashi Ito, nella giungla dopo sedici anni dalla fine guerra. Con lui si recò nei luoghi di rifugio. Quando Tadashi Ito ed un commilitone che aveva condiviso la stessa esperienza rientrarono all'aeroporto di Tokyo, una folla immensa li accolse come eroi nazionali. Al grido di Banzai! (evviva)
A pagina 90: da una visita a Waterloo, il racconto che durante la battaglia famosa (18 giugno 1815) un soldato, nella foga della lotta, infilò la baionetta nella pancia di un cavallo. Il quale giratosi con un morso staccò naso e pelle del viso all'incauto fantaccino. Una scena truculenta di grande bellezza.
Anche i cavalli nel loro piccolo s'incazzano!
A pagina 79 Piero Angela pone il problema del rapporto tra potere politico e pubblica amministrazione in un confronto tra il nostro Paese e la Svezia, pianeta lontano. Qui nei palazzi dei Ministeri vi abitano il ministro e i suoi burocrati. Non a caso dico “suoi” perché o lo sono o lo diventeranno per opportunità di carriera!
In Svezia tutti i ministri sono accorpati in un unico edificio e i funzionari stanno ciascuno per conto suo. A sottolineare la indipendenza, tagliato il rapporto tra capo e dipendenti.
Nella nostra Teano un amabile sindaco soleva leggere la posta comunale prima di protocollarla. In modo da selezionare e/o escludere quel che voleva. Andava, ovviamente, fatto il contrario: prima protocollare, poi leggere il contenuto!
Questione di correttezza civica. In Svezia è possibile a chiunque leggere la posta ministeriale.
A pagina 215, il ribasso. Quando in Italia si indice una gara di appalto per un'opera pubblica, si fa una graduatoria. Il vincitore, primo nella classifica, non si illuda di vedersi attribuire il lavoro. Viene surclassato dal concorrente che opera un ribasso del 20%.
La legge mette sullo stesso piano le opere dell'ingegno e i lavori stradali.
“Quando i grandi committenti del passato decisero di affrescare il grande salone di Palazzo Vecchio chiamarono Leonardo e Michelangelo, non fecero una gara al ribasso da affidare al quarto o al sesto classificato”!

Lucio Salvi
(da Il Sidicino - Anno XIV 2017 - n. 8 Agosto)