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Il violinista violato e altri violini

 
 

Un affermato musicista piemontese si appresta a girare la Penisola in un tour di concerti violinistici nel marzo 2017.
In particolare, suonerà uno Stradivari, violino prodotto da Antonio Stradivari (1644-1737) di cui restano 300 - 400 esemplari. Dal trillo mirabile, celestiale!
Si racconta che il liutaio cremonese utilizzasse intestini umani (sic) per ottenere suoni inimitabili. Sorvoliamo su dove e come li prendesse!!! Una storia/leggenda triste e truculenta.
Uno Stradivari del 1684 del valore di due milioni, conosciuto come The ExCroall; McEwen sarà messo all'asta a Londra il prossimo 28 marzo da Ingles & Hayday.
Le potenzialità acustiche dell'intestino erano già presenti nel mito greco (Apollodoro, Biblioteca 3, 102) trasposto nel secolo scorso nella scultura Rudimenti del sammaritano Raffaele Uccella (1880-1920). Vedi icona.
Il particolare è che il musicista (Guido Rimonda) ha ricevuto in dono lo strumento da una vedova - di cui non fa il nome - dietro consiglio della buonanima apparsole in sogno.
Le mirabilia non finiscono qui. Questo violino è insanguinato perciò chiamato Il Nero (Le Noir). La foto a pagina intera è su il Venerdì del 3 marzo. Macchiato del sangue del famoso virtuoso dell'epoca Jean Marie Leclair che lo strinse a sé mentre veniva pugnalato a morte, nel 1764. Rimosso il sangue, resta visibile la macchia.
Ad altro. Da quando un flusso epocale ha portato immigrati dall'Est europeo in Italia, nelle strade è possibile incontrare poveri Rom strimpellare trilli stridenti in cambio di qualche spicciolo. Ad indagare, risulta che quasi tutti tali strumenti sono rumeni e provengono da Reghin “la città dei violini” della Transilvania la cui economia si regge sulla produzione di strumenti a corda di antica tradizione. Nel 1951 venne aperta la prima fabbrica in Romania che oggi produce oltre 200 tipi di strumenti musicali e finora ne ha prodotto oltre quattro milioni.
Il legno della zona è ideale per tale bisogno perché è il miglior legno di risonanza. Si tratta di acero di monte e di picea (una conifera), di ottima qualità che proviene da Valea Gurghiului, soprannominata la Valle dell'Italiano. Si racconta che, centinaia di anni fa, il legno era talmente apprezzato che i leggendari liutai di Cremona, i Guarreri e gli Amati, se ne sarebbero fatti portare per costruire violini.
L'acero ha un difetto che, per i liutai, è un'opportunità d'oro: le sue fibre invece di crescere diritte crescono ondulate conferendo una risonanza particolare.
Il più grande violinista del XX secolo, il famoso Yehudi Menuhin (1916-1999) ha usato il violino rumeno Reghin.
Fu lui ha rivalutare il nostro incomparabile diabolico Niccolò Paganini.

Lucio Salvi
(da Il Sidicino - Anno XIV 2017 - n. 4 Aprile)