L'ASSOCIAZIONE
 
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Il cappello a punta

 
amarcord...
 
 

Nella basilica superiore di S. Francesco ad Assisi, vi è affrescato il Miracolo della Fonte di Giotto (1296-99). Il miracolato che si disseta ha in testa un cappello a punta uguale a quello in uso della Goliardia di origini medioevali di tutto rispetto.
Per fortuna arrivano due libri a ricordarci i fasti ed i nefasti di tale associazione che nel secondo dopoguerra si presentò quale liberazione dopo il Ventennio fascista. Come il Partito d'azione che, diceva Benedetto Croce, non sa quel che vuole ma lo vuole subito!
I libri sono: L'Unione goliardica italiana (1946-1968) e Cinquattottini. Presentati alla Biblioteca del Senato a Roma.
Che l'UGI fosse un crogiuolo dove si fondevano idee diverse, spesso contrapposte, lo dimostrano i diversi destini dei goliardi di allora, alcuni scomparsi: Bettino Craxi (1934-2000), Marco Pannella che ne fu presidente; (deceduto il 19 maggio 2016, all'età di 86 anni), Achille Occhetto ultimo segretario del PCI, Luciana Castellina tra i fondatori de Il Manifesto, ecc.
I goliardi erano studenti universitari alla ricerca di sé stessi e di una ideologia. Intanto facevano rumore con strampalate iniziative spesso di carattere guascone. Così espugnarono – si fa per dire – la rocca di S. Marino e occuparono il palazzo ducale con i fuochi d'artificio; uno travestito da vietnamita portò i saluti di Ho Chi Minh al congresso socialista. Venne smascherato.
Anche Teano ebbe la sua allegra masnada che si riuniva ogni qual volta c'era una matricola, da vessare amabilmente e festeggiare. Dai variopinti cappelli a punta: i colori variavano secondo le Facoltà universitarie.
“Quant'è bella giovinezza che si fugge tuttavia”.
Ad evitare successivi soprusi, al neofita veniva rilasciato un… documento in latino maccheronico detto papiello con moniti scherzosi, disegni osceni e quant'altro.
Sfacciata allusione alla virilità, a Napoli l'UGI si chiamava Ordine del pesce alato; a Bologna Ordine del Fittone; precursori del celodurismo di Umberto Bossi.
Il simbolo della… “favolosa e universale” goliardia triestina (Goliardicus Universalis Fabulosus Ordo) raffigura un gufo che tiene tra gli artigli un remo ed una chiave, parole che lette in inverso ordine rappresentano un programma operativo.
Anche Bacco aveva esaltazione giovanile; basti dire che la goliardia di Verona era detta “Sovrana Società enologica trincatori emeriti” come ampiamente documenta wikipedia quasi fosse una araldica minore.

Lucio Salvi
(da Il Sidicino - Anno XIII 2016 - n. 6 Giugno)