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Hic sunt leones

 

Il Corriere della sera del 31 marzo 2016 mette in prima pagina (ed occupa ben due colonne) la fotografia notturna di un leone maestoso che si avvia guardingo verso una pozza d'acqua.
Ricorda la stessa immagine immensa che venne proiettata sulla facciata della Basilica di San Pietro, a Roma, la sera inaugurale del Giubileo suscitando polemiche osservazioni di un giornalista: “Quanto è pagano il Giubileo-show”. Che condividiamo.
C'è da chiedersi come mai il re della foresta è così largamente presente nell'immaginario dell'umanità. Probabilmente quando le terre emerse erano coperte di foreste l'uomo primitivo si incontrava e si scontrava con il leone; il quale guadagnava ammirazione e timore nell'incerta lotta.
Ercole si coprì della pelle del leone nemeo per combattere il freddo. Il suo culto era diffusissimo nell'area mediterranea e con lui quello dell'animale. Anche a Teano dai molti reperti nel Museo Archeologico.
Dove la fiera la fa da padrone indiscusso è nell'araldica. Penetrare nel mondo dell'araldica è come entrare in un giardino zoologico. Troviamo leoni a non finire, gattopardi (pensiamo al principe di Salina nel libro di Tomasi di Lampedusa), ermellini (famoso quello della Dama compagna di Ludovico il Moro signore di Milano), delfini allora considerati pesci, porcospini, ma anche api (i papi, Napoleone), grilli (stemma dei Grio con l'insetto che si arrampica sulla scala dell'assedio) e così via.
Anche qualche animale fantastico quale il liocorno o unicorno cui fu attribuito il dente del narvalo!
Presente in cielo nella  costellazione del  leone.
La rivista del Collegio araldico del 1989 recita: «L'animale araldico più diffuso sin dalle origini degli stemmi è il leone, del quale nel Medioevo in Europa si conosceva solo per sentito dire». Il leone simboleggiava il Cristo, e sulla base di una leggenda raccontata seriamente dai Padri della Chiesa secondo la quale i piccoli del leone nascerebbero morti e verrebbero alla vita tre giorni dopo!...
“Quando la leonessa genera il suo piccolo lo genera morto e custodisce il figlio finché il terzo giorno il padre gli soffierà sul volto e lo desterà”: dal Bestiario o Libro di bestie, titolo greco Il Fisiologo, secolo XII,  ripreso in un dipinto di Giotto nella Cappella degli Scrovegni.
Della infinita presenza del leone nell'araldica europea merita menzione quello della regione spagnola ai piedi dei Pirenei: il Leon.
Deriva dalla legione romana ivi stanziatasi ai tempi in cui il tallone romano premeva sul collo dei popoli indigeni. È tuttora sulla bandiera della monarchica Spagna.
Nel cuore dell'Europa fece la comparsa nel secolo XIV sotto le sembianze del leone rampante. Rampare viene dal latino con significato di predare.
Vi è una regione di confine tra Francia e Germania, appendice della Borgogna che è la Franca Contea. Franca cioè esentasse. Contesa tra il Sacro Romano Impero e il regno di Francia. Tra l'aquila ed il giglio dei Franchi.
Risale alla lotta di Ottone IV di Borgogna (1248-1303) per l'autonomia della operosa zona franca da Rodolfo d'Asburgo (1218-1297) l'adozione del leone rampante coronato. La corona era quella del re di Francia di cui era discendente e si dichiarava vassallo. Un just married concluse la vicenda. Invano l'imperatore in segno di possesso aveva sfilato con le sue sferraglianti truppe per la capitale Besancon dove Carlo V nel 1534 istituì la prima fiera di cambio, che per la presenza di un gran numero di banchieri liguri si chiamava “Fiera dei Genovesi”. Per iniziativa di questi ultimi si svolse poi a Piacenza quattro volte l'anno tra il 1571 e il 1621 la Fiera di Besanzone dall'originaria Besancon. In essa si effettuava il settlement dei flussi di anticipazione in denaro tra le piazze europee e le diverse valute. Delle circa duecento persone che vi prendevano parte i due terzi erano banchieri di conto genovesi, allora dominanti.
Si era formato nell'Europa del Rinascimento un ideale corridoio che andava dal Mare del Nord (Fiandre) al golfo del Leone (che qui sta per Liguri da Ligyon per caduta della g intervocalica) tra l'attuale Costa Azzurra e la Riviera del Ponente ligustico; corridoio di traffici mercantili e di attività proto industriali che aveva una proiezione nel Mediterraneo grazie alle Maone, società commerciali che raggiungevano il Mar Nero.
Troviamo il leone quasi sempre coronato in tutta questa fascia territoriale centrale del Vecchio Continente.  Nello stemmario genovese di Angelo Scorza su 850 emblemi ben cinquanta rappresentano leoni rampanti coronati. Forse segni di autorizzazioni statali a produrre e commerciare; di provenienza franco conteana.
Infine, la famiglia Peugeot, originaria del capoluogo della Franca Contea, Besancon, introdusse il leone quale marchio per la loro casa automobilistica. Che ha però perso le unghie; da tempo la corona; e la lingua non è fuori dai denti (lampassata) come quella esibita provocatoriamente dai Rolling Stones che dicono: “Se alla gente non piace il nostro modo di suonare peggio per loro”.

Lucio Salvi
(da Il Sidicino - Anno XIII 2016 - n. 4 Aprile)