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Recensioni: L'amante di Cristo di Alessandro Zannini

 

Alessandro Zannini,
L’AMANTE DI CRISTO (romanzo)
Mediterraneo Edizioni – pagine 205 € 15
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In occasione della festa inaugurale del nuovo anno (2 gennaio 2016) voluta dalla Fidapa di Teano nella accogliente abitazione della sig.ra Caterina De Spirito vedova dell'ing. Bruno Masucci, in viale S. Antonio, era presente lo scrittore Alessandro Zannini. Premio della Cultura del Dipartimento per l'informazione e l'editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri; membro dell'Accademia delle iscrizioni e belle lettere di Parigi, dell'Istituto italiano di Cultura in Spagna Francia e Portogallo.
L'aitante erudito giornalista ha donato alcune copie del suo lavoro in seconda stesura 2015 “L'amante di Cristo” romanzo (Mediterraneo Edizioni – pagine 205 € 15) del quale vogliamo parlare.
Avendo lo scrittore dichiarato lo scritto “romanzo” dobbiamo ritenere che quanto racconta sia immaginato. Ma il ritratto che ne fa dell'ambiente, della chiesa, dei politici, dei prelati, dell'agire camorristico, è tale che lo si può definire senza dubbio romanzo-verità.
Il libro racconta l'opera redentrice del vescovo di Sessa Aurunca Raffaele Nogaro che rifiutava l'eccellenza preferendo il semplice don Raffaele. Come Cristo scacciò i mercanti dal tempio; cioè con una omelia fuori le righe indusse i colpevoli ad uscire dal Duomo di Sessa. Colpevoli di che? Della camorra in primo luogo, della povertà presente, della diffusa illegalità, del danno ecologico, della terra dei fuochi.
Il politico Giuseppe Santanastaso ebbe a dire a papa Giovanni Paolo II: “Santità, mandi via questo vescovo, che è un demonio”.
Commovente, nel testo, l'episodio del povero che durante la comunione eucaristica, chiese più ostie perché aveva fame!
In casa di umili l'Antistite recita il benedicte: Signore, ti ringraziamo per il cibo che ci hai   concesso e che stiamo per consumare. Benedicilo per il bene nostro e provvedi anche per chi non ne ha. Rendici partecipi della mensa celeste. Amen.
Il che fa riflettere sui tanti impavidi gastronauti che mentre si ingozzano chiamano con il cellulare gli amici a condividere la loro gioia.
La dedica del “L'amante di Cristo” è a Papa Francesco che ha ridato speranza ai cercatori di fede.

Lucio Salvi
(da Il Sidicino - Anno XIII 2016 - n. 1 Gennaio)