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Il Giubileo di Misericordia

 
 

Papa Bergoglio è circonfuso di condivisa ammirazione per l'opera di rinnovamento della Chiesa e per la concezione pauperistica della vita che rimanda al Poverello di Assisi di cui prende il nome.
Francesco – come si usa chiamarlo familiarmente – è stato in visita a Napoli il 21 marzo e tra l'altro ha visitato il carcere di Poggioreale ed ha pranzato con i detenuti dando loro il messaggio di speranza: chi cade di rialzi.
Visitare i carcerati è un'opera di misericordia corporale.
Vengono alla memoria due antiche prigioni napoletane ove i reclusi venivano tenuti in condizioni disumane disperate: Castel Nuovo e Castel S. Elmo. Fa da guida un documentato libro della casa editrice PIEMME; autore Gianfranco Formichetti de La Sapienza di Roma che narra dell'eretico mago filosofo alla corte dei papi: TOMMASO CAMPANELLA .
In quei luoghi di sofferenza e dolore restò chiuso ben ventisette anni il frate domenicano che aveva preso il nome dall'Aquinate. Il S. Uffizio ebbe la parte preponderante nella repressione. Campanella complottò contro il potere spagnolo a favore di una ideale benevola repubblica teocratica: una “Città del Sole”.
Quello che è inaudito maggiormente è la tortura cui solitamente si sottoponevano gli eretici: quella della corda e – più atroce – quella denominata “la veglia” che consisteva in quaranta ore di corda alternata al cavalletto con tre brevi interruzioni: la resistenza morale e fisica di Campanella gli permisero di superare la prova anche se rimase tra la vita e la morte per sei mesi.
Impazzì o si finse pazzo. Ben cinque processi!
Sul simbolo personale, una campanella, è inciso “Non tacebo” per svegliare il mondo dal sonno dell'ignoranza e dell'accidia.
Papa Francesco ha indetto un Giubileo straordinario che ha per tema la Misericordia. Che è quel nobile sentimento di profonda compassione per l'infelicità altrui che spinge a soccorrerla, ad alleviarla; promossa da una virtuosa inclinazione alla pietà e al perdono.
Gli impietosi inquisitori del sant'Uffizio erano evidentemente privi di tale virtù.
Dal Concilio di Trento (1545-1563) nacque la Controriforma ed il S. Uffizio con le imperdonabili atrocità perpetrate sui presunti eretici i cui nomi più celebri sono Paolo Sarpi (1552-1623), Giordano Bruno (1548-1600), Galileo Galilei (1564- 1642), Tommaso Campanella (1568-1639).
Una parola chiarificatrice del Pontefice misericordioso ma erede di tanta iniquità rasserenerebbe l'animo dei laici e ne accrescerebbe l'ammirazione

Lucio Salvi
(da Il Sidicino - Anno XII 2015 - n. 4 Aprile)