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Ricordo di un'artista - Guido De Bonis

 

Nel 1989, dal 20 al 28 maggio, nella Sala Dante del Municipio di Teano il pittore Guido de Bonis tenne una Mostra personale presentata da un ampio discorso del Sindaco Luigi Maglione. A distanza di tanti anni ce ne ricordiamo perché l'Artista non c'è più. E' deceduto il 23 agosto di quest'anno 2013 all'ospedale di Brive-la-Gaillarde nel cuore della Francia.
Nato a Torino nel 1931 aveva fatto parte del gruppo di artisti di matrice surreale e fantastica, un'esperienza legata alle figure di Italo Cremona e Raffaele Pontecorvo, dello scultore Mario Molinari e Kiki Macciotta, Lamberto Camerini, Dionisia Goss, Anna De Rossi. Estroso e dotato di una indiscussa inventiva, Egli scriveva: “L'arte fantastica è l'ultima frontiera della libertà, la libertà di scavalcare gli ostacoli della ragione per continuare ad attingere al mistero, dove si trovano gli enigmi insoluti del nostro destino.
Fantasia, curiosità illimitata, agilità di pensiero, chiarezza di giudizio e abbandono del dato utilitaristico, riteniamo siano le principali caratteristiche dell'Arte Fantastica.
Vi è un'età, tra l'infanzia e l'adolescenza in cui tutti siamo vissuti in un mondo fantastico, l'età in cui ci si racconta delle storie. I pittori fantastici sono persone che non hanno mai abbandonato quel mondo, che non si sono liberati dai ricordi.
Le tasche ed i cassetti del bambini sono sempre ricolmi di oggetti disparati: temperini, pezzi di spago, figurine, biglietti, frammenti di vecchi giocattoli, pietruzze, conchiglie. I bambini non buttano mai via nulla. Le case e gli studi dei pittori fantastici sono affollati di oggetti di ogni genere e delle più diverse provenienze, proprio come le stanze degli adolescenti. Sono in un certo senso il ritratto fedele della loro mente, la chiave per interpretare i loro meccanismi psichici. Sono uomini che vivono tutta la loro vita rinchiusi nel guscio della propria fantasia. I loro contatti con il mondo esterno, i rapporti con gli altri sono illusori, come quelli che hanno i bambini con il mondo dei grandi.
La memoria dei pittori fantastici è simile ad un fondo marino dove tutto (alghe, conchiglie, scheletri, relitti di naufragi) sedimenta, si decompone, si corrompe, si trasforma, subendo continue metamorfosi senza mai venire distrutto.
Mentre la maggior parte degli uomini, per poter vivere, deve sforzarsi di selezionare i propri ricordi, di dimenticare quanto più può del passato, il pittore fantastico non rinuncia a nulla, lascia che tutto affiori dal profondo, non teme i segreti dell'inconscio, in realtà desidera rimanere prigioniero, come colui che sognando sa di sognare e vorrebbe allontanare il momento del risveglio.”
Guido de Bonis ebbe anche un'altra fonte di ispirazione: l'ambiente naturale dove visse, nel Massiccio centrale della Francia. Un altopiano ricco di boschi, di corsi d'acqua, e di castelli. Un luogo fatato dove gli elfi aleggiano indisturbati, le ninfe danzano nelle brulle radure della Corrèze, dove il gufo - suo uccello totemico - è sovrano nella notte. Dove le fronde stormiscono sommessamente tramandando fole. E il frettoloso rivolo gareggia nel canto con le cinciallegre.
Il giornale L'echo du Pays de Tulle definì “enchantée” la sua pittura onirica cioè Incantata, magica.
Parafrasando una nota epigrafe: Quando Guido visse, il Sogno e la Fantasia temettero di essere vinti. Ora che Egli è morto temono di morire.

Lucio Salvi
(da Il Sidicino - Anno X 2013 - n. 12 Dicembre)