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Come agnello tra i lupi

 

Nel romanzo dello scrittore statunitense Ernest Hemingway del 1952 dal titolo Il vecchio e il mare mi raffiguro la vicenda di papa Ratzinger (Il vecchio ) e il mare che prefigura l'infinito.
Nel testo, un vecchio pescatore prende all'amo un grosso pescespada che lo trascina al largo, troppo lontano e che il vecchio con estremo sforzo riporta a riva. Ma ahimè sulla battigia resta solo lo scheletro dell'immensa preda che gli squali hanno divorato durante il ritorno sulla terra ferma.
Ci sono gli elementi del “papatrack”, come ha scritto un periodico: il vecchio tenace, lo sforzo sovrumano ma vano, l'obiettivo audace irraggiungibile, la resa del pescatore allo stremo delle forze.
La scelta di Benedetto XVI è il gesto di una stagione di intrighi e veleni, è il segno del tormento interiore di un papa più incline al lavoro del pensiero che a quello della politica, è il passaggio di testimone di un uomo non più giovane. Consapevole che per guidare la Chiesa in questi tempi burrascosi occorrono energie che lui non ha più. Così il Corriere della sera.
I malanni del vecchio Joseph sono comuni all'umanità: la diminuzione della vista e dell'udito, il calo ponderale, la lentezza del cammino, la minore forza muscolare, la vescica iperattiva, la facile affaticabilità, il non farcela più, ecc. ecc. Cicerone diceva che la vecchiaia è di per sé una malattia. Sindrome della fragilità, la definiscono i geriatri.
L'orgogliosa Rita Levi Montalcini affermava: Ho perso un po' la vista, molto l'udito. Alle conferenze non vedo le proiezioni e non sento bene. Ma penso più adesso di quando avevo vent'anni. Il corpo faccia quello che vuole. Io non sono il corpo: io sono la mente.”
Non si vuole contraddire il premio Nobel; c'è un dato di fatto: il cervello dopo i trenta diminuisce di un grammo ogni anno. “ Si ritiene - scrive la Montalcini in Abbi il coraggio di conoscere - che il calo numerico dei neuroni (cellule perenni cioè prive della proprietà di riprodursi) sia dell'ordine di centinaia di migliaia di cellule al giorno dall'età di 60-70 anni in poi ”.
Trarre le conseguenze per i processi cognitivi e creativi.
Il dolori del Vecchio Joseph che rimarrà nascosto al mondo chiudendosi in se stesso per vivere d'interiorità e di valori, sono esclusivi: la mancata riforma della Curia, la pedofilia, l'omosessualità, l'eutanasia, la condizione dei separati e divorziati, lo scandalo Vatilaeks, la fecondazione eterologa, la pompa della Chiesa, lo Ior, l'utilizzo degli embrioni ecc.
Al Vecchio “semplice e umile lavoratore della vigna del Signore” come si auto-definì il Pontefice che si avvia ad un felice tramonto di sole - rivolgiamo l'invito del discepoli di Emmaus a Gesù: Resta con noi ché si fa sera (Luca, 24). Invito che nel latino ripristinato da Ratzinger suona lapidario “ Mane nobiscum quominus advesperascit “.

Lucio Salvi
(da Il Sidicino - Anno X 2013 - n. 3 Marzo)