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Port-Royal

 

La Casa editrice Einaudi ha pubblicato nel gennaio scorso (2011) l'opera fondamentale di Sainte-Beuve dal titolo Port-Royal. In due volumi di oltre duemila pagine complessive. L'opera mancava dalle librerie dal 1964.
L'Autore vissuto dal 1804 al 1869 fu letterato storico scrittore e accademico di Francia. L'opera è lo specchio della Francia nel suo secolo d'oro ma è anche uno specchio universale dell'umanità. Capolavoro della storiografia di ogni tempo e di ogni paese; opera di storia,di storia delle idee e di critica letteraria tra le più eccelse dell'Ottocento.
Port-Royal era un monastero di monache fondato nel 1204. Aveva due sedi, una a Parigi ed un'altra a Champs. Fu riformata nel 1608 epoca del massimo fulgore religioso e intellettuale. Divenne la culla del giansenismo e attrasse grandi intelletti che vi si stabilirono e che vanno con il nome di “Solitari” (tra cui Blaise Pascal) componenti di una famiglia di anime.
Il vescovo teologo olandese Cornelio Giansenio (1585-1638) aveva fondato un movimento che si oppose idealmente ai gesuiti, alla loro morale mondana e all'arbitrarietà del re. Fu al centro di una violenta disputa con i gesuiti sulla grazia e la predestinazione. Il peccato originale – sosteneva Giansenio – ha irrimediabilmente compromesso la libertà dell'uomo e la grazia è l'unica possibilità di salvezza concessa da Dio secondo la sua imperscrutabile volontà. I gesuiti erano favorevoli invece al lassismo e al compromesso con la loro coscienza, con l'orgoglioso Re Sole, con lo stesso Dio.
Il giansenismo privilegiò l'iniziativa divina di fronte alla libertà umana all'opposto dei gesuiti i quali riferirono al papa (Innocenzo X) le tesi gianseniste, che furono condannate nel 1653.
Intanto la dottrina aveva ottenuto l'adesione di una parte dell'èlite intellettuale francese e della borghesia austera e si mantenne viva per tutto il secolo XVIII nonostante la condanna della chiesa e la distruzione completa della abbazia per ordine di Luigi XIV nel 1710.
Per il suo razionalismo e per il rigore morale il giansenismo accese l'interesse di personalità d'eccezione quali, ad esempio, Alessandro Manzoni.
“Leggere Port-Royal non significa dunque leggere soltanto un'opera di storia, di storia delle idee e di critica letteraria fra le più eccelse e documentate del secolo romantico, ma anche una narrazione ricca di suggestioni diverse, tutta percorsa dalla luce dell'arte, dalla sottile investigazione psicologica, capace di penetrare nelle più riposte pieghe di molte e diverse nature umane.” Lo scrive il curatore padovano Mario Richter nella Introduzione che è una vera monografia di straordinaria competenza e finezza: uno squarcio del panorama culturale di metà Ottocento.
Port-Royal divenne una fortezza assediata da paurose persecuzioni politiche; le monache diminuirono, le converse scomparvero. L'antico monastero cistercense si trasformò in una necropoli sacra che venne svuotata dalle salme trasportate in altre chiese o gettate in fosse comuni.
Il ricordo del successo mondano e della vita spirituale sgorgata, delle pervicaci spiritose e graziose dame gianseniste (madame de Sévigné, madame de La Fayette, madame de Longueville, ecc), dei loro sterminati epistolari, era svanito per sempre.
Sainte-Beuve ne narrò il cammino, l'ascesa eccelsa e prestigiosa per le virtù e la forza d'animo delle badesse e degli intellettuali fino agli assalti ed alla sconfitta.
Ne condivise la solitudine ed il pessimismo.

Lucio Salvi
(da Il Sidicino - Anno VIII 2011 - n. 8 Agosto)