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Presenze angelicate

 

Pochi mesi dopo aver conseguito la laurea in medicina e chirurgia, nell'autunno del 1961, in seguito al ritiro dal lavoro del dott. Fabrizio Zarone venni assunto quale assistente dal nosocomio A.G.P. di Teano.
Il lavoro si svolgeva su due livelli: in reparto di medicina dove ero confortato dalla esperienza e la amichevole presenza dei colleghi dott. Giovanni Laurenza (che perì tragicamente, anni dopo, in un incidente d'auto con il cozzo contro un platano di Viale Ferrovia. Chi scrive lo accolse al pronto soccorso e resta incancellabile il suo sommesso e ripetuto grido “Dio mio, perdonami”) ed il collega nonché familiare recentemente scomparso Tommaso Fumo.
L'altro livello (rovente, questo) era il pronto soccorso dove arrivava di tutto: feriti gravi, donne in parto od in aborto, comatosi, emorragici, ecc. Ad un principiante tremavano le vene e i polsi…
Il medico era solo con la sua inesperienza, le sue paure di errore, le sue incertezza sull'esito finale dell'intervento.
Che dico: solo? Mi erano accanto, nutrite di capacità, esperienza e carità (parola che si traduce amore per il prossimo) due “angeli”: suor Onorina e suor Saveria, appunto Suore degli Angeli Adoratrici della SS. Trinità.
Della cui abnegazione e totale ininterrotta disponibilità a plasmare sulle ferite il balsamo della religione mi sembra superfluo riferire.
Quando lessi il manifesto giallino dal titolo “Beatificazione di Madre Serafina” che invitava a recarsi in Episcopio il sei maggio perché il professore Ulderico Parente ne avrebbe tracciato il profilo umano e spirituale, mi dissi che era quella l'occasione giusta per baciare la mano a quelle persone angelicate incontrate tanti anni prima e rimaste vive nel ricordo incessante e sempre riconoscente.
Ma ahimè gli angeli erano da tempo volati in cielo.
Dal voluminoso tomo distribuito in Episcopio dal titolo “Sui sentieri di Clotilde Micheli fondatrice delle Suore degli Angeli Adoratrici della SS. Trinità” (pagine 890, editore Rubbettino, € 30) del teanese prof. Ulderico Parente apprendo che la Fondatrice madre Serafina, al secolo Clotilde Micheli (1849-1911) intuì la necessità di una nuova forma di apostolato che ampliava lo spettro della presenza delle suore: necessità di un servizio caritativo accanto al dolore, consapevole di quanto devastante potesse essere la malattia.
Tanto agli inizi del secolo scorso.
Per la prima volta le Suore di Carità degli Angeli entrarono nel settore ospedaliero.
L'Ospedale civico di Teano era stato gestito fin a quel tempo da personale laico.
“Il Segretario della Congrega di Carità, Amministratrice dell'Ospedale, il Signor Giacomo Cipriano, ne prese l'impegno e contrattò con la Rev.ma Madre Fondatrice, la quale ottenuto il permesso di quella Rev.ma Curia, vi mandava due Suore il 20 maggio 1906. Nel 1909, fu fatta richiesta di una terza Suora per l'apertura della Farmacia”. Poi ritirata per discordie politiche cittadine.
Dopo la II Guerra mondiale il numero delle suore in servizio salì a sette in seguito all'ampliamento dell'ospedale ed all'aumento del numero dei posti-letto.
Oggi non v'è traccia di suore, né di abnegazione, né di ospedale… O farò parte, involontariamente, dei “laudatores temporis acti”?

Lucio Salvi
(da Il Sidicino - Anno VIII 2011 - n. 6 Giugno)

Il prof. Ulderico Parente illustra la figura di madre Serafina (foto di Mimmo Feola)