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La rivincita di Confucio

 

A metà strada tra Pechino ( Beijing ) e Shanghai c'è il villaggio nativo di Confucio, Qufu perciò città sacra. Oggi cittadina di 500mila abitanti, già allora ( il Maestro Kong nacque il 551 prima dell'Era volgare) capoluogo dello Shandong.
Per venerare il pensatore, il governo à deciso di trasformare Qufu in una enorme metropoli di 300 km quadrati per farne un simbolo della cultura: una Confucioland! Costo: 4 miliardi di dollari. Inizio previsto dei lavori nel 2010. I piani urbanistici sono stati presentati nel marzo del 2008.
Tale opera faraonica ha molte chiavi di lettura: favorire il turismo religioso da tutta l'Asia; rivendicare la identità cinese riallacciandola alle lontane millenarie origini ( il fascismo tentò la stessa cosa esaltando la romanità ); mettere definitivamente in soffitta il marxismo; creare un polo di attrazione politico-culturale internazionalista ( il sagace conformista Confucio influenzò, oltre la Cina, la Corea, il Vietnam, il Giappone: non a caso il premier nipponico Fukuda si recò in pellegrinaggio a Qufu.
Abbiamo usato il termine “ religioso ”. E' opinione diffusa che i cinesi non siano per nulla religiosi perché nella sua lunga storia in Cina non si è mai stabilita una reale opposizione tra potere civile e potere religioso; non si sono mai verificate crociate, né scismi o riforme; non c'è mai stata intolleranza nei confronti delle dottrine religiose. Non si è mai prodotta quella opposizione tra il mondo naturale e mondo sovrannaturale che tanta parte ha avuto in Occidente nella determinazione degli eventi storici. La vita terrena e l'aldilà sono, nella cultura filosofica e religiosa cinese, due aspetti complementari e non contrapposti di un unico universo. Lo conferma anche la presenza nell'olimpo di personaggi storici e la venerazione per spiriti o dei legati al mondo reale e agricolo. Assolutamente inesistente è la figura di un Dio creatore e trascendente paragonabile al Dio dei cristiani.
La tensione spirituale è indirizzata alla conservazione dell'armonia della natura, il cui disordine è considerato come la vera catastrofe. L'alterazione dell'equilibrio naturale è fonte di angoscia e di paura e non invece, come nel pensiero religioso occidentale, il timore di una punizione nell'aldilà. Si legge in ciò, in questa interpretazione del mondo, l'influenza di un mondo agricolo soggetto alle improvvise catastrofi naturali, ai capricci delle stagioni e delle acque, e al tempo stesso impegnato in una vasta e difficile opera di controllo degli elementi della natura. Indifferenza per le questioni metafisiche e, per contro, un profondo interesse per il problema della organizzazione sociale e del ruolo e del valore dell'uomo in seno alla società,la cui base è la famiglia. Lo stato viene concepito come una grande famiglia. I riti, il rispetto delle gerarchie, lo studio degli autori classici, assicurano l'accordo tra ordine sociale e universale, garantito dall'imperatore.
Il confucianesimo rifiuta di mitizzare la realtà concreta e questo permetterà al taoismo prima ed al buddhismo più tardi di offrire al popolo cinese, assetato di divino, quanto il Filosofo moralista di completo buonsenso aveva dirottato più praticamente alla ricerca di un ordine nella collettività.
Il confucianesimo non può essere considerata una religione per l'assenza di tensione mistica, di un olimpo delle divinità, di un obiettivo di salvezza dell'anima. Esso ha saputo permeare l'intero corpo sociale, riuscendo ad imporsi oltre i confini del tempo, dello spazio, di tutte le culture; esso divenne la dottrina politica e culturale della classe imperiale e, dopo il ripudio del periodo comunista, risorge oggi, più virente che mai.
“ Uomo dotato di acuto senso politico e di capacità pedagogiche fuori del comune” lo definisce la sino-americana Annping Chin in “ The Autentic Confucius. A Life of Though and Politics” tradotto da Giuseppina Conti per gli editori Laterza e pubblicato nel settembre 2008. Nel testo si evidenzia lo sforzo del Maestro di mantenere l'idea di morale a un livello accessibile all'uomo.
Il discepolo più anziano Zigong scrisse: Confucio è come il sole e la luna, irraggiungibile e insuperabile.
Il suo pensiero, materia di esame per i funzionari statali fino al secolo XX, osteggiato e negletto in epoca maoista, torna vincitore.
Come religione il confucianesimo in futuro può diventare una sfida, a livello teologico, alle grandi religioni dell'Occidente. Una sfida di una portata almeno pari a quella del buddismo. La ragione sta anche nel fatto che il confucianesimo può vantare una dimensione religiosa, uno spirito religioso, e una visione della verità ultima, senza d'altra parte il fardello di una rivelazione.

Lucio Salvi
(da Il Sidicino - Anno VI 2009 - n. 10 Ottobre)