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Le scarpe di Babbo Natale

 

"Se un uomo sogna da solo, il sogno rimane un sogno. Se molti uomini sognano la stessa cosa, il sogno diventa realtà". Parole del cardinale sudamericano Helder Camara. Che Babbo Natale esista lo sanno anche i bambini... Ma alI'uomo comune non basta. Gli uomini sono fatti così. Cercano dimostrazioni per ogni cosa, dall'esistenza di Dio a quella del mondo esterno. Prove scientifiche o basate sul senso comune. Chiunque può vedere che, tra le richieste scritte nelle lettere dai bimbi, ne vengono esaudite un buon 90 per cento. Una prova storica? Santa Klaus è seppellito a Bari dal 1087, sottratto dai crociati italiani ai turchi.
Siete ancora scettici? Un Natale - ero bambino- mi trovai di fronte Babbo Natale con il suo vestito rosso, cappello a punta e la voce profonda. Ma vidi le scarpe di mio padre, riconobbi gli occhi dietro la maschera e sentii parlare lui, non San Nikolaus. Era mio padre. chiaramente era lui, ma altrettanto chiaramente non era lui ma San Nikolaus.
Allo stesso modo, in un passo dell'lliade, Afrodite appare come una vecchia, ma Elena, cui ella si rivolge, vede anche “la gola dolce e rotonda della dea' sicchè succede che “la seconda identità non cancella la prima, ma l'accresce!”
Nel telefilm Ally McBeaI - trasmesso sul canale Sky FoxLife il 6 ottobre scorso - un vecchio maestro elementare dalla barba bianca si presenta come Babbo Natale. La scuola lo prende per matto e lo vuole licenziare. L'equipe dello studio legale Cage&Fish lo difendono perché l'uomo in quanto Babbo Natale rende più felici i bambini, infondendo sentimenti di bontà, generosità e ottimismo.
L'enciclopedia on line Wikipedia si sbraccia per dimostrare l'inesistenza di Babbo Natale, dando prove di tipo biologico (le renne non volano) e di tipo fisico (a che velocità dovrebbe viaggiare il buon vecchio per accontentare tutti i bambini buoni in una sola notte?). Le prove addotte sono troppo lontano da quell'alone di bonarietà che il vecchio sa infondere alle festività natalizie.
Il filosofo Ludwig Wittgenstein ha osservato che quando un credente dice “Credo che ci sia un Dio" e un ateo afferma invece “Non credo che ci sia un Dio" non si può dire semplicemente che l'uno sta sostenendo qualcosa e l'altro la sta negando. Se chi non crede adduce prove di tipo fisico o razionale, queste assai difficilmente convinceranno chi crede. Credere non significa affermare astrattamente che Dio esiste, ma informare tutta la propria esistenza a un insieme di valori che derivano da quella credenza. I valori di chi non crede, invece, sono indipendenti dall'affermazione "Non credo che ci sia un Dio”. Va precisato inoltre che non è certo questa negazione il fulcro dell'esistenza di un ateo. Semplicemente egli crede che non sia quella la fonte dei valori e che ve ne siano altre.

Lucio Salvi
(da Il Sidicino - Anno IV 2007 - n. 12 Dicembre)