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Recensioni:

 
Pierre Lunel, L'Abbé Pierre. Una vita. - Piemme, pp.320
 

Quando Bettino Craxi, statista di grande intuito politico e scarsa sensibilità etica, durante gli anni di Piombo culminati nella gambizzazione di Indro Montanelli e l'assassinio di Aldo Moro, parlò del "Grande Vecchio”, si poteva pensare ad un'allusione storica (il Vecchio della montagna che, durante il periodo delle crociate istruiva e mandava gli "assassini" - drogati dal hascisc, di qui l'etimo - a far fuori nemici potenti ed oppositori) oppure si poteva pensare ad un ornamento oratorio.
Invece no. Si trattava di un personaggio vivo e vitale, a quel tempo. Era l'Abbé Pierre, deceduto il 22 gennaio scorso a 94 anni.
Frate francescano ribelle, che scelse gli emarginati cui dedicò la vita per rivendicarne il diritto ad avere un tetto sopra la testa. La Francia gli dedicherà la legge relativa.
Un personaggio che somiglia a Francesco d'Assisi, a Madre Teresa di Calcutta, all'ideologo Giacomo Feltrinelli. Quest'ultimo armava e proteggeva i terroristi e morì, come è noto, nello scoppio di un ordigno che stava posizionando.
L'Abbé Pierre non li armava ma ne era il rifugio, memore di quando il reo al momento che entrava in una chiesa non poteva più essere arrestato. Di qui la protezione ai fuoriusciti italiani coinvolti in azioni giudiziarie.
Favorevole al matrimonio dei preti, al controllo delle nascite, al sacerdozio delle donne, alle unioni omosessuali ed al loro diritto di aver cura dei figli adottivi, era un frate cappuccino scomodo per le gerarchie ecclesiastiche che finora non ne hanno commentato la morte.
Spirito libertario, figlio del rigore giansenistico di Blaise Pascal, della Rivoluzione francese, dei Giacobini, della Resistenza al nazismo - di cui fece parte - è un richiamo alla nostra coscienza laica, non sufficientemente filantropica: non come vorremmo. Una personalità affascinante dall'umile saio, dal bastone del pellegrino, dalla barba canuta del saggio, golden old, dal baschetto nero sbarazzino sulle ventitrè. "L'Abbé Pierre è rock” ha detto Celentano. Suoi figli le 350 Comunità Emmaus di cui 11 in Italia.
Tra i tanti desideri trasgressivi c'era quello di uscire dalla vita. Più volte aveva detto: "Tutta la mia vita ho desiderato morire. Per me la morte non è una vera separazione ma una continuazione”.
Era per lui una condizione per uscire dal torbido per entrare nel chiaro, nella luce dell'infinito.
Santo subito! allora.
Cos'è la santità, infatti? È il carattere di perfezione spirituale attribuito dalla teologia cattolica all'essenza stessa di Dio e alle persone che riproducono la perfezione divina informando a quella la propria vita.
Definizione che traggo dal Devoto-Oli.
Alletta l'idea di un Dio trasgressivo, non a misura d'uomo!

Lucio Salvi
(da Il Sidicino - Anno IV 2007 - n. 3 Marzo)