L'ASSOCIAZIONE
 
il Sidicino
 
Indice per autore
 
Indice Lucio Salvi
 
 

Pensieri sull'eutanasia

 

Ho nelle orecchie il grido telefonico di stupore e dolore di una cugina torinese (conosciuta dagli amici per aver presentato qui la raccolta di poesie “La cittá delle cometa") per il trattamento medico alla sua mamma di origini teanesi cui sono state fatte due trasfusioni di sangue all'età di novantatrè anni ed in stato vegetativo permanente!
Ed ho sotto gli occhi il recentissimo libro "II diritto di morire" di Umberto Veronesi.
Libro di ampio respiro, da scienziato ed intellettuale di prim'ordine, che si pone sulla linea di continuità
della battaglia in favore dell'eutanasia che condusse Indro Montanelli sul Corriere della sera.
Nella mia lunga vita professionale ricordo un episodio toccante. Una anziana signora quasi centenaria colpita da embolia ad un arto inferiore. I familiari si rivolsero al medico curante, il quale spese parole di rassegnata fllosofia in vista dell'inevitabile decesso. Un più giovane collega consigliò il ricovero e
quindi lamputazione. Sopravvenne il blocco renale e, tormento ben più grande, un dolore acutissimo per cui la poveretta strillava con quanta forza le restava. Richiamato il curante le somministrò analgesici e sedativi e previde un ineluttabile exitus a breve.
Fu un caso di eutanasia? ll pensiero che in simili circostanze si debba riunire un comitato casomai convocato con raccomandata e ricevuta di ritorno (...) fa sorridere. È un momento di alta tensione umana e morale quando il malato ti chiede di aiutarlo a non vivere oltre, considerato che da tempo già non vive.
La qualità della vita ha due confini: la dignità e il rifiutodeldolore.
Scriveva Montanelli: "Per dignità intendo anche (dico ”anche”) l'abilitazione a frequentare da solo la stanza da bagno".
Quanto al dolore fisico, non si comprende perchè si uccide un cavallo che si è fratturato un arto per non farlo soffrire e si assiste inoperosi allo spasimo di un essere umano senza far nulla, per il timore delle leggi.
Sottoscrivere il testamento biologico per salvaguardare la dignità e prevenire una morte dolorosa (penso all'angoscia di chi è colpito da edema polmonare e si sente annegare nei propri ìiquidi biologici!) è la più semplice delle precauzioni. (Una riflessione di dieci giuristi dal titolo “Testamento biologico" sarà presentata a Milano lunedi 9 gennaio ed il testo sarà pubblicato da un quotidiano il 12 gennaio).
Monsignor Gianfranco Ravasi, biblista e prefetto della Biblioteca Ambrosiana di Milano, racconta che, trovandosi in Medio Oriente, fu invitato a casa da un operaio per assistere alla morte del padre; come noi invitiamo un ospite a pranzo. Morire era parte della vita familiare.
Questo elemento noi l'abbiamo perso. Sia che ci aspetti al di là il Paradiso od il nulla, con la morte l'uomo rientra nella dimensione cosmica di cui fa parte anche il sasso inerte. “Tutto è determinato da forze sulle quali non abbiamo alcun controllo. Vale per l'insetto come per gli astri. Esseri umani, vegetali o polvere cosmica, tutti danziamo al ritmo di una musica misteriosa, suonata in lontananza da un pifferaio 0invisibile." (Einstein)
Sarebbe augurabile. una volta concluse le res gestae, finire come l`imperatore Augusto, con i fidi amici intorno, e dire con Lui: "Se ho recitato bene la mia parte, applauditemi".

Lucio Salvi
(da Il Sidicino - Anno III 2006 - n. 1 Gennaio)