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Una rivoluzione tecnologica medioevale

 

La mostra agostana storico-documentaria di S. Potito Ultra (Avellino) dal titolo “L'acqua che lavora: mulini ed opifici lungo il Salzola” e la rivista mensile MEDIOEVO del settembre 2004, che dedica copertina e cinque pagine all'invenzione del mulino con un articolo di Jacques Le Goff, Direttore emerito della Scuola degli alti studi in Scienze sociali di Parigi, confermano la tesi che Teano ha un altro passato da scoprire e da valorizzare oltre quello sidicino: il passato dei molinari, quindi medioevale.
Il mulino occupò nella storia un posto d'eccezione. Ed infatti fu la sola vera macchina della lunga epoca che precede l'era della meccanizzazione aperta in Occidente dalla rivoluzione industriale del XVIII secolo.
Fu strumento di rivoluzione tecnologica, economica e sociale del Medioevo.
Il mulino, se pure apparso in Medio Oriente nell'antichità, solo nel Medioevo ha avuto una massiccia diffusione destinata a cambiare la storia dell'Occidente.
A questa rivoluzione contribuirono diversi fattori: una crescita demografica che moltiplicò i bisogni alimentari prima, e di produzione di beni d'uso quotidiano poi. E la scoperta di migliorie tecniche: principalmente il sistema a camme e quello biella-manovella.
Intanto si consolidarono istituzioni (la Chiesa, i Signori feudali e poi i Comuni) che disponevano delle risorse economiche e di potere di coercizione sociale, quali il diritto di banno che costringeva le popolazioni ad approvvigionarsi ai mulini signorili.
Un'invenzione ha senso e peso storico a partire dal momento in cui trova un'applicazione quantitativamente forte e qualitativamente significativa, importante. Il mulino, questo rivoluzionario, diventa nel Medioevo un attore principale della storia.
Innovazioni connesse furono: l'albero a camme (XII-XIII secolo) che permise l'uso del martinetto, pesante martello precursore del possente maglio (il condottiero genovese Embriaco era detto “testa di maglio” per la mano pesante verso i nemici): il sistema biella manovella (fine del XIV secolo) che trasformò il movimento alternato in movimento circolare continuo e viceversa; e, entrate in funzione più tardi, le trombe idroeoliche, o trombe d'aria, già progettate da Leonardo, che, con un sistema di compressione idraulica, producevano un soffio di aria compressa necessaria ad alimentare il fuoco nei forni di fusione.
Il sistema a camme fu impiegato in macchinari dotati di strumenti pesanti o di una molla e permise lo sviluppo di mulini diversi da quelli per la produzione di farina ed olio: in particolare mulini utilizzati nell'industria tessile (gualchiere), i mulini per la canapa e quelli per la concia, per il ferro, per la carta (Fabriano, secolo XVIII).
Lo sviluppo dei mulini nel Medioevo costituì un fenomeno europeo originale. Esisteva già nel mondo asiatico e musulmano, ma i mulini della cristianità non derivano da una presunta trasmissione di sapere tecnologico da Oriente ad Occidente, un tempo attribuito all'opera del Crociati, ma sono frutto dell'intenso sviluppo dell'Occidente cristiano tra l' XI e il XIV secolo sia nelle signorie rurali che nelle città.

Lucio Salvi
(da Il Sidicino - Anno I 2004 - n. 10 Ottobre)