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Ricominciare da Castrum Pilanum

 
Nel numero scorso abbiamo pubblicato l'intervento del Presidente dell'Associazione Erchemperto all'incontro culturale “Erchempert, un concano alla corte benedettina” svoltosi lo scorso 28 agosto nel parco della Pineta Galdieri-Bartoli di Conca della Campania, promosso dalla locale Associazione Pro Loco. Riportiamo ora il contributo sull'identificazione di Castel Pilano della Dott.ssa Maria Vittoria Riccio che ringraziamo per aver consentito la pubblicazione.
 

Il mio ringraziamento va innanzi tutto alla Proloco di Conca della Campania per avermi concesso l'opportunità di formulare questo intervento, poi, ma non in subordine, al signor Sindaco e a tutti i presenti.
L'intento è quello di partecipare al maggior numero di persone non tanto la figura di Erchempert quanto richiamare l'interesse su “Erchempert concano”.
La città di Conca della Campania non ha fatto abbastanza per appropriarsi “in toto” di questo suo figlio illustre; ci sono riuscite meglio le città di Teano, di Benevento, di Salerno, le quali pur avendo credenziali meno considerevoli hanno esteso la fama di Erchempert non solamente ai circoli letterari, ma all'intera società colta.
Si è sempre in tempo per rimediare…
Quello di oggi potrebbe essere il giusto tempo. Siamo infatti qui per riconoscere ad Erchempert la dignità che è dovuta non solo alla sua persona, ma al suo ruolo nella storia di questi luoghi.
La sua figura esce da tutti gli schemi del tempo e del luogo in cui ha vissuto, è un fuoriclasse che dà i numeri ai cantori che l'anno preceduto e che gli sono succeduti nel suo genere letterario e non certo per il suo stile rozzo e sgrammaticato, ma per la sua “verve”, la sua enorme carica umana e vitale, i suoi contenuti.
Non dimentichiamo qui che ha cantato di Benevento come la “Ticini geminum”, la gemella di Pavia…
Le sue origini longobarde, delle quali si è sempre vantato nella sua “Hystoriola”, così come il suo rammarico e la sua costernazione per l'estinzione della gens longobarda in terra minore, traspaiono a chiare lettere dal suo scritto. Erchempert non ha mai rinnegato i suoi natali.
Ciò premesso, per non divagare, torniamo al tema. I cenni biografici a cui ha fatto riferimento Pasquale Comparelli ci confermano che, se non esistono dubbi sulla nascita di Erchempert nella contea di Teano, in territorio di Conca, ancora brancolano nel buio per quanto riguarda l'esatta ubicazione del Castrum Pilanum in cui ha sicuramente vissuto per lungo tempo il nostro monaco benedettino.
Gli ottimi studi fatti dal compianto Lorenzo De Felice e l'ordinata e preziosa catalogazione dei testi che ha fatto, a riguardo, nel 2004 Adolfo Panariello (solo per citarne alcuni) hanno dato ragione al professor Richard Hodge della East Anglia University, che ha definito Castrum Pilanum “lost” cioè sito del quale si sono perse le tracce.
La mia prima ipotesi di percorso, invece, suffragata dai toponimi e da rilevazioni di carattere strategico-militare, mi porta a supporre che il castrum sia riconducibile ai ruderi ancora esistenti e ben visibili in località Pisciariello di Conca nella proprietà Di Salvo.
La ricognizione tecnica, effettuata sui ruderi, dà modo di pensare ad una struttura quadrata o rettangolare di 15 m x 10 m di lato, possente, i muri sono privi di contrafforte, ma appaiono ben radicati nel terreno. A sud-est di essa è ancora conservata nella sua originale integrità una cisterna per la riserva delle acque piovane di notevole capacità volumetrica. Una porta, in pietra del luogo, sicuramente posteriore al fabbricato, consente l'accesso alla cisterna.
Sono visibili e ben conservate delle pseudo-finestrelle non scavate nel muro, bensì appositamente costruite.
Per risalire con certezza all'epoca della costruzione bisogna istruire indagini serie e di rigore scientifico, effettuare scavi e rilevazioni che porterebbero sia alla datazione relativa che a quella assoluta del rudere.
Lo storico tuttavia, oltre a servirsi di questi preziosissimi mezzi tecnici, attinge alle fonti scritte.
Lascio quindi a chi vorrà occuparsene, il compito di effettuare gli scavi e le onerose rilevazioni.
Le fonti, dalle quali sono state desunte le notizie sul Castrum, dicevo, sono note agli astanti perché pubblicate da De Felice con rimando al Pratilli, Gattola e tanti altri storici più o meno famosi che però hanno studiato gli stessi testi: il Chronicon Vulturnense, Chronica sacri monasterii casinensis di Leone Ostiense, i Registri della Cancelleria Angioina.
Del resto non è conosciuta al momento altra letteratura che identifichi il luogo.
Luogo che, come dicevo sopra, appare come un fortilizio antico, un castrum.
Il castrum ha origini romane, sta a significare non solo un recinto fortificato dove alloggiare soldati, popolazione e bestiame in caso di attacchi nemici, ma è anche punto di osservazione di movimenti di truppe, di merci, di scambi.
Nello specifico, il Castrum Pilanum è posizionato a circa 500 metri dalla via Casilina, una via consolare che fa, ma soprattutto faceva, da collegamento tra Roma – Cassino – Capua: un ottimo posto di osservazione, quindi…
Castrum Pilanum risulterebbe essere stato un ottimo avamposto a protezione del territorio retrostante che afferiva a Conca, al suo castello, ai suoi abitanti…
Castrum Pilanum era, inoltre, vicinissimo al crocevia Rufrae (sulla via Casilina) – Porto di Mola sul Garigliano: ottimo posto di scambio di merci per i Romani, i Saraceni, i Benedettini di Montecassino.
Castrum Pilanum: quale luogo fisico più adatto per allocare un figlio oblato a San Benedetto di Cassino qual è stato “il nostro” da suo padre Adelgario?
Erchempert è infatti stato “donato” alla Chiesa così come avveniva frequentemente nel medioevo allorquando in una famiglia vi erano più figli maschi in linea di successione dei beni. Dunque sempre come consuetudine del tempo, il nostro era stato “dotato” di beni.
Verosimilmente Castrum Pilanum è stato la sua dote. Al capitolo 44 dell'Hystoriola, Erchemperto “ci” racconta, inferocito, come è avvenuta la depauperazione dei suoi beni “a pueritia acquisitis”, cioè avuti fin da piccolo. Appare colà evidente che la sua reazione, diciamo così, irruenta, alla perdita dei suoi beni e i successivi tentativi di riottenerli sono quelli di un normale “cittadino” che si vede leso nei suoi elementari diritti quando gli viene tolta la potestà sulla sua civile abitazione!
Mi sia consentito fare a questo punto un commento: è anche in questo passo che traspare la sua umanità; la sua modernità, la sua non convenzionalità, diciamola pure tutta… il suo essere sui generis.
Castrum Pilanum: quale luogo fisico più adatto dove alloggiare un benedettino di Montecassino extra claustra? Angelario, abate del cenobio, lo vede come uomo di fiducia, lo nomina nunzio presso la Chiesa di Roma: perché dunque non privilegiarlo assegnandogli la “cella”?
Castrum Pilanum potrebbe essere stata la “sua” cella.
La cella, nella prima accezione del termine, è un luogo di eremitaggio e di contemplazione che è stato frequentemente assegnato ai religiosi che hanno preso i voti, come segno di distinzione.
È quanto è accaduto, e bisogna sottolinearlo, al nostro concano d.o.c. per il ruolo alto che gli era stato assegnato.
Infine, con molta probabilità, Castrum Pilanum fu identificato come l' ”ecclesia Sancti Johannis de Conca Loco Pilano” ossia una delle chiese date in oblazione a Montecassino tra il 1058 e il 1071.
Fenomeno studiato dallo storico Galasso che vede la trasformazione di taluni insediamenti fortificati in pievi fortificate divenute poi vere e proprie parrocchie.
La mia seconda ipotesi di percorso vede Castrum Pilanum ubicato sulla pianura de La Valle, prospiciente il fiume Publìco così come si potrebbe evincere da una cartina topografica elaborata nel 1635 dalla Diocesi di Teano e molto diffusa dalle nostre parti (fig.1).
Se viene esaminata dal punto di vista strategico, il posizionamento del Castrum in questo luogo avrebbe avuto un senso come avamposto del Castrum Conchae solo rispetto alla possibilità di attacchi nemici provenienti da Sipicciano – Vezzara, ovvero dalla gola del Rio Pecce, che fa da spartiacque tra i paesi di Vezzara e Galluccio.
L'ipotesi è percorribile solo tenuto conto che i Saraceni si addentrarono nelle zone montane senza eccessivi problemi, ma nell' 881, quando Castrum Pilanum fu distrutto, essi venivano dalla via Casilina, come ci racconta Erchemperto, insieme con i Napoletani…
Se ne deduce che forse sarebbe stato più utile che fosse stato costruito sul versante opposto, ovvero in località Via Chiana, come torre di avvistamento o similare.
In sintesi posso così concludere la mia tesi:
1. Castrum Pilanum viene costruito in epoca romana come fortilizio.
2. Cessata la sua funzione originaria “capita” tra i beni assegnati al padre di Erchemperto, che a sua volta lo favorisce dandoglielo in dote.
3. Essendo stato sede di eremitaggio, viene trasformato in chiesa e pieve.
4. Il primitivo Castrum assume il toponimo di “loco pilani” finendo così in una sorta di dimenticatoio.
… ricominciare da Castrum Pilanum è quanto è auspicabile faccia questa nostra comunità per scrivere un pezzo mancante alla storia dei grandi di questa terra martoriata dagli eventi.
Grazie a tutti.

 

Mariavittoria Riccio
(da Il Sidicino - Anno V 2008 - n. 10 Ottobre)

(Fig. 1) - IL TERRITORIO DI CONCA NELLA CARTA DELLA DIOCESI DI TEANO DEL 1635.
La linea percorre i confini del territorio di Conca con le sue contrade; il cerchietto evidenzia la veduta dell’agglomerato de « La Valle» che ha tutto l’aspetto di un borgo fortificato.