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Vita del Club Sidicino / Il destino dell'uomo dipende
dalle sue scelte: errori e possibilità di redenzione
in personaggi esemplari del poema dantesco
 

 

Sabato 25 marzo, in ricorrenza del Dantedì, Giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri, presso il “Matres Ristorante- Eventi” di Capua, il Prof. Nicola Di Tella ha tenuto una relazione dal titolo: “Il destino dell’uomo dipende dalle sue scelte: errori e possibilità di redenzione in personaggi esemplari del poema dantesco”.
La data del 25 marzo è quella che gli studiosi riconoscono come inizio del viaggio nell’aldilà della Divina Commedia ed è l’occasione per ricordare in tutta Italia e nel mondo il genio di Dante, con tante iniziative, anche on line, organizzate dalle scuole, dagli studenti e dalle istituzioni culturali.
Introducendo il relatore, il neopresidente, dott. Nicola Salvi, ha specificato che tale serata era stata fortemente voluta da suo padre, il dott. Lucio che, nel 2019, “accolse con grande entusiasmo la proposta dello scrittore Paolo Di Stefano, pubblicata sul “Corriere della Sera”, di istituire una giornata nazionale in onore di Dante, uno dei maggiori scrittori della tradizione occidentale, riconosciuto come un modello e un maestro, padre della lingua italiana, ispiratore di numerosi scrittori”.
Il Prof. Di Tella ha iniziato la sua relazione dicendo: “La Divina Commedia è l’opera più grande che sia mai stata concepita da mente umana e chi la sa leggere riceve da essa input di riflessione” e, in tal modo, ha introdotto il personaggio di Guido da Montefeltro, uomo d’armi- “combattente non simile ad un leone ma ad una volpe, quindi uomo d’astuzia” - che, alla fine della vita, diventa francescano.
Il relatore si è soffermato sul contrasto tra la collocazione del Montefeltro tra le anime dannate (XVII Canto dell’Inferno - VIII bolgia - VIII cerchio - consiglieri fraudolenti) e la precedente ammirazione per il pentimento e la monacazione espressa nel Convivio, ponendo in rilievo il fatto che Dante, in tal modo, insinua il sospetto che il pentimento di Guido non sia sincero ma dovuto, piuttosto, al tardivo desiderio di fare ammenda, il che è dimostrato dal consiglio fraudolento dato a Bonifacio VIII smanioso di espugnare la rocca di Palestrina.
Guido dà tutta la colpa del suo peccato al papa corrotto, ma in realtà la responsabilità principale è sua: se il suo pentimento fosse stato sincero non avrebbe ceduto alle lusinghe del papa, né si sarebbe accontentato della sua assicurazione di avere l'assoluzione prima ancora di commettere il peccato (non si può assolvere chi non si pente e non ci si può pentire e voler peccare al tempo stesso).
In questo modo Dante rovescia in modo clamoroso e inatteso l'opinione corrente sul destino ultraterreno del Montefeltro che, essendo morto in convento e in odore di santità, tutti credevano salvo.
Il prof. Di Tella, ha concluso il suo intervento sottolineando che l’insegnamento che possiamo trarre dalla disamina di questo personaggio è che “il pentimento è un cambiamento di pensiero, di natura, di ritrovato senso di responsabilità e quindi di legalità”.
Di seguito il dott. Antimo Cappello ha presentato un libretto dal titolo “La Divina Commedia vista da Lucio Salvi” che, così come per volere dello scomparso Presidente, è stato regalato a tutti i soci.

(da Il Sidicino - Anno XX 2023 - n. 4 Aprile)