L'ASSOCIAZIONE
 
il Sidicino
 
 
In ricordo di Guido
 
foto di Mimmo Feola
 

'Nell'agosto del 2009 veniva a mancare, all'improvviso e in maniera tragica, il caro Guido Zarone. Purtroppo, essendo in quel periodo in vacanza fuori dall'Italia, la ferale notizia mi fu comunicata in ritardo e così non ebbi la possibilità di partecipare alle esequie in quel di Teano. E forse, al tirar delle somme, è stato meglio così. Preferisco ricordare il caro Guido così come ho avuto modo di conoscerlo in vita senza che tale immagine possa essere contaminata dalle scene dolorose che di solito accompagnano i funerali. Ricordo le tante piacevoli telefonate nel corso delle quali parlavamo di argomenti a noi cari: del meridione, delle controverse vicende che portarono all'unità d'Italia, della nostra amata Terra di Lavoro che ci vedeva ancora uniti nel nome delle comuni origini e della gloriosa storia. Ricordo con particolare nitidezza l'ultima volta che ci siamo incontrati: era il marzo del 2009 ed eravamo a Civitella del Tronto, l'ultimo baluardo borbonico a cadere sotto gli impietosi colpi di maglio dell'esercito piemontese nella primavera del 1861. Lì, ogni anno, viene ricordato il sacrificio eroico della guarnigione napoletana che seppe resistere a lungo all'assedio sabaudo. Dopo aver partecipato al convegno ci ritrovammo seduti allo stesso tavolo in occasione della cena nel salone dell'Hotel Zunica. E avemmo modo di ragionare a lungo di tante cose. Parlammo anche di alcuni progetti da realizzare in vista del 150° anniversario di quella che, sia io che lui, chiamavano “cosiddetta” unità d'Italia. Ci lasciammo la mattina del giorno seguente con l'impegno di rivederci presto per cercare di concretizzare quei ragionamenti. Dopo quel giorno ci furono altre telefonate ma non avemmo più modo di incontrarci. Fino a quando, in quell'ultimo scampolo agostano, mi giunse la drammatica notizia. Faticai a rendermi conto che Guido non era più tra noi. Ebbi contezza della cosa solo quando fui costretto a prendere atto che quelle telefonate da Teano non arrivavano più. È passato del tempo da allora ma la scomparsa di Guido Zarone continua a pesare come e più di prima. Si tratta di una perdita gravissima che nessun ricordo, neanche il più struggente, riuscirà mai a colmare. È opportuno però ricordare il suo adamantino rigore morale, la sua competenza in materia giuridica e, soprattutto, la sua smisurata passione per le vicende storiche della nostra terra sulle quali avrebbe voluto continuare ad indagare con serietà e rigore. Ma una sorte cinica e bara, alla quale non ci si può opporre, ha interrotto prima del tempo il suo excursus terreno ed oggi noi tutti siamo qui a ricordarlo sulle colonne de “il Sidicino”, una delle sue creature più care, quel giornale cui ha dedicato tante energie e per il quale molto si è speso. Riposa in pace, caro Guido, e grazie per tutto quello che ci hai dato.
I tuoi amici, quelli veri, non ti hannodimenticato. E non lo faranno mai.

Fernando Riccardi

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In ricordo di un Amico
Guido Zarone, stimato professionista e gentiluomo di altri tempi, fu soprattutto uno studioso, appassionato della ricerca storica, anche se non trascurò altri interessi come l'impegno politico che lo portò ad essere Sin-daco di Teano.
Guido, oltre a diverse pubblicazione, tra le quali La cattedrale di Teano di cui fu coautore con Giulio de Monaco, ci ha lasciato una copiosa produzione di articoli, caratterizzati da una lettura semplice e scorrevole, pubblicati dal 2004 nella Rivista Il Sidicino dell'Associazione Erchemperto di Teano.
L'impegno culturale di Guido non conosceva limiti.
I suoi interessi, così diversi, lo portarono ad occuparsi non solo di storia e di personaggi famosi del passato ma anche di aspetti poco noti della storia locale e del costume (separazione dei ceti nella città di Teano (1) ed uso, anche “ereditario”, dei soprannomi (2)), di eventi culturali e di problematiche attuali, come l'emergenza rifiuti (3) e la soppressione dell'Ospedale di Teano (4).
Tra i personaggi famosi di Teano, di cui Guido ha fatto memoria, vanno ricordati il Vescovo Giovanni de Guevara (5), che intrattenne un'intensa corrispondenza con Galileo, Nicola Castallo (6), fondatore della "Confidenza Castallo Fratelli" per l'assistenza agli anziani, ed il naturalista Stefano delle Chiaie al quale dedicò diversi articoli, uno dal titolo molto significativo, quasi un grido di dolore, «Non dimentichiamo Stefano delle Chiaie» (7).
Guido, che coltivava interessi anche in materia araldica e nobiliare, si era appassionato alla questione della separazione dei ceti nella città di Teano a seguito del ritrovamento di una allegazione della fine del '600, relativa ad una causa pendente davanti al Sacro Regio Consiglio per il riconoscimento dell'appartenenza di una famiglia al ceto nobile di Teano con diritto a ricoprire le cariche pubbliche riservate ai nobili.
Il nostro Autore, nel riconoscere che la separazione avrebbe comportato il riconoscimento di un vero ceto nobiliare con l'attribuzione del titolo di Nobile di Teano, era, comunque, consapevole che non si trattava di un problema di poco conto in quanto Teano, agli atti della soppressa Consulta Araldica del Regno d'Italia, non era indicata tra le città che avevano avuto un vero patriziato e neppure tra quelle il cui patriziato non era stato riconosciuto
Ad uno studioso completo ed attento come Guido non poteva sfuggire, inoltre, l'importanza dei soprannomi, di quegli appellativi, a volte fantasiosi e canzonatori, presenti da sempre nelle comunità locali.
Anche a Teano era diffuso l'uso dei soprannomi che avevano diverse origini (una caratteristica fisica, la località di provenienza, il mestiere o la professione esercitata, un aspetto del carattere, etc.) tanto che molte persone venivano identificate soltanto attraverso il soprannome che, spesso, diventava tanto importante da sostituire il nome proprio di famiglia. Quando un soprannome era portato da diverse generazioni, la circostanza, come precisa il nostro Autore con sottile ironia, era la conseguenza dalla trasmissione ereditaria del soprannome al primogenito e agli ultrogeniti, come un titolo nobiliare.
La sistemazione della Biblioteca Diocesana del Seminario (8) e la mostra della Collezione Naschi (9) rappresentarono, infine, due avvenimenti culturali che suscitarono il plauso di Guido, il quale non mancò di sottolineare che, con il primo, si restituiva finalmente alla pubblica fruizione una biblioteca risalente al XVII secolo (ex Biblioteca Paridiense) del tutto efficiente nonostante la dispersione di un gran numero di opere e il mancato apporto di nuove acquisizioni, mentre con il secondo, si era reso possibile, tramite il mecenatismo di un privato, il notaio Naschi di Teano, il godimento pubblico di una collezione di quadri di notevole spessore storico-artistico.
Guido Zarone non è più, ma ci ha lasciato, con il suo sorriso, l'eredità di un grande impegno culturale di cui gli saremo sempre grati.

Renato Cifonelli

NOTE
1) - Un interessante documento del seicento sulla separazione dei ceti di Teano (il Sidicino, n. 12/2007).
2) - Il Soprannome, un'usanza che va scomparendo (il Sidicino, n. 8/2004).
3) - Emergenza rifiuti (il Sidicino, n. 2/2008).
4) - Soppresso l'ospedale (il Sidicino, n. 11/2008).
5) - Fu vescovo di Teano uno dei suoi primi discepoli (il Sidicino, n. 5/2008).
6) - La Confidenza Castallo compie novant'anni (il Sidicino, n. 8/2009).
7) - Non dimentichiamo Stefano delle Chiaie (il Sidicino, n. 1/2004).
8) - Biblioteca Diocesana Seminario (Il Sidicino, n. 7/2008).
9) - La Collezione Naschi al Museo Archeologico di Teano (il Sidicino, n. 6/2007).

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Non mi rattristo per aver perso un amico,ma ringrazio per averlo avuto.
Infatti la morte non è riuscita a portarci via, completamente, Guido.
Di lui rimane la sua dedizione e il suo amore per la città Teano, due qualità che ci incitano a continuare, con coraggio, la sua opera.

Carmen Autieri

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Guido come Niccolò
“Venuta la sera mi ritorno in casa, et entro nel mio scrittoio, et in su l'uscio mi spoglio quella veste cotidiana, piena di fango e di loto, e mi metto i panni reali e curiali; e rivestito condecendemente entro nelle antique corti degli antichi uomini, dove, da loro ricevuto amorevolmente, mi pasco di quel cibo, che solum è mio, e che io nacqui per lui”. (da una Lettera di Macchiavelli)

Lucio Salvi

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Non solo un anniversario
Nel sesto anniversario della prematura morte dell'avvocato Guido Zarone, impareggiabile maestro e fedele amico, mi preme commemorarne degnamente la memoria attraverso il ricordo delle sue virtù e cercando di coltivare, seppur modestamente, gli stessi interessi e i medesimi ideali.
Penso spesso alle lunghe e molteplici conversazioni avute con Guido, che avevano per oggetto i più disparati argomenti e, a tal proposito, rammento che un giorno di circa quindici anni fa gli chiesi che cosa pensasse dell'aldilà.
Con lo sguardo serioso e con la convinzione che deriva dal possedere una fede autentica, mi rispose che “un giorno, sicuramente ci saremo incontrati di nuovo, insieme ai nostri cari, in un luogo certamente migliore di quello terreno”.
Perciò, alla luce sella sua risposta, spero di “ritrovarlo, un giorno, dall'altra parte, nella stanza accanto”, per continuare con lui quelle piacevoli conversazioni prematuramente interrotte su questa terra.

Aurora Vernoni

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Caro Guido,
sono passati sei anni dalla tua improvvisa e prematura scomparsa ma, come vedi, i tuoi amici ti sono sempre vicini nel ricordo.
Ci manca il tuo sorriso, ora ironico, ora entusiasta, ora triste e rassegnato.
Ci manca la tua competenza, la tua cultura, la tua capacità di entusiasmare gli altri intorno a fatti o oggetti che ti avevano entusiasmato.
Ci manca l'amico con il quale abbiamo condiviso ricordi, discussioni e momenti indimenticabili.
Ci manchi tu insomma e il passare degli anni non attenua, anzi, aumenta questa sensazione di vuoto.

Pasquale Giorgio

(da Il Sidicino - Anno XII 2015 - n. 9 Settembre)