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Libera Terra - I campi di volontariato di Teano
 
 

Per due settimane, dal 3 al 16 agosto sui terreni della frazione Pugliano confiscati alla camorra, si sono svolti i campi di volontariato di “Libera contro le mafie”, sotto l'egida di: Libera; N.C.O. (Nuova Cooperazione Organizzata che gestisce i terreni di Pugliano); il Comitato Mille scopi +1; e il Comune di Teano. Un'esperienza di lavoro e di conoscenza, di partecipazione e di aggregazione, un progetto educativo imperniato sui valori della legalità e della giustizia sociale. Il progetto ha impegnato, per una settimana ciascuna, due distinti gruppi di una quarantina di giovani, provenienti il primo dalle province di Genova, Milano e Bologna e il secondo dal Gruppo Scout di Bologna 18 e dal Centro Parrocchiale di Bassano Sul Grappa. I giovani volontari hanno lavorato nei campi, sotto il sole cocente di quest'estate africana, per la bonifica del frutteto (meleto e pescheto) bruciato dolosamente di recente e nei workshop di ecosostenibilità. Due settimane, come misurare due settimane?
In raggi di sole, in tramonti, in risate, in tazze di caffè?
Proviamo a farlo con le parole di Martina, che, insieme ad altre 71 persone, ha trascorso parte della sua estate a Pugliano, in compagnia dell'associazione Mille Scopi + 1 ed E!stateliberi…

“Appena scesa dal regionale Napoli-Teano un solo pensiero mi ha assalito: cosa ci farò mai in un posto del genere? Campi immensi di distese spoglie, marroni come la sabbia mista a polvere che fin dal primo giorno ci ha inaridito la gola, bar senza cornetti freschi ed aperitivi (dettagli intrascurabili per una milanese decisamente “imbruttita”), assoluto silenzio e, soprattutto, sorrisi allegri e curiosi che un po' ci spiavano ed un po' ci accoglievano ad esplorare la loro realtà lì, in piedi come statue di marmo levigate dal sole che non temono che qualche straniero possa varcare i loro cancelli spalancati.
Ed io che sì, tanto ho viaggiato e tanto ho visto, col sud ho sempre avuto delle remore. Con quel sud così vicino e contemporaneamente così lontano dalla nostra mentalità, dal nostro cinismo. Son serviti diciotto anni ed una vacanza nata un po' per caso per farmi comprendere che il sud non è solo mare e che il mare non è solo un'immensa distesa d'acqua salata, bensì un aggettivo che popola il cuore di chi non s'accontenta di vivere la realtà che gli è stata affidata fin dalla nascita.
Era una sera di maggio quando Fabio – il mio educatore – mi portò con lui ad ordinare una pizza e prendendomi sotto braccio mi chiese “perché non vieni?”. Quella domanda aveva tanto il sapore di una sfida e come sempre accettai, incurante del fatto che quasi non sapessi dove accidenti fosse Teano e che la mia mente in quei giorni era completamente altrove. Maturità a parte, cominciai a domandarmi se fossi davvero così Matura per scoprire una realtà così diversa dalla mia.
Giunsi a Teano senza conoscere bene quasi nessuno del mio stesso gruppo, figuriamoci come mi sentii quando per necessità (o, con l'avanzare delle ore, voglia) dovetti approcciarmi agli altri due gruppi di Bologna e Genova con i quali condividevamo il campo.
A vacanza conclusa posso dire che nulla è stato facile: svegliarsi alle sei ogni mattina, lavarsi in cinque minuti scarsi con acqua gelata dopo un mattinata di duro lavoro, sopportare il caldo asfissiante delle due del pomeriggio, stendere i panni fuori dalle tende e ritrovarli completamente insabbiati ed ancora più sporchi. Nonostante questo l'intera settimana è volata, mi è sfuggita dalle mani come la fuliggine che s'alzava nel campo quando martellavamo assi di legno per quattro, cinque ore di fila, ed ora che son tornata nella mia città tutto mi sembra diverso. La malinconia c'era già al campo, quella stessa tristezza che mi ha fatto vivere gli ultimi due giorni con la felice consapevolezza che tutto quel disagio, quella fatica e quella voglia di collaborare e sorridere mi sarebbero mancati.
A cosa serve la fatica? A cosa serve partire se poi non ci si mette in gioco? Qual è il senso più vero del sentirsi Liberi?
In questa settimana ho sorriso tante di quelle volte che se qualche mio amico avesse deciso di partecipare a questo campo probabilmente non mi avrebbe riconosciuta, ho abbracciato e condiviso la mia vita con persone che a Cologno Monzese prima di quest'esperienza ero solita ignorare, ho guardato il cielo e la sua immensità e ho capito che essere liberi non è tanto uno stato d'animo, non è una targhetta da esporre sopra la camicia ma è un modo di vivere, l'unico che ci permette di superare la nostra piccolezza umana.
L'ultima sera mi sono ritrovata tra le mani un biglietto da scrivere, qualcosa di “creativo” (parola del mio Don), che riassumesse l'intera esperienza e che accogliesse le nostre firme come se fossero un proseguimento delle parole che poi scrissi: “ Grazie per averci resi un po' più coraggiosi, un po' più combattenti, un po' più speranzosi, un po' più liberi!”. Tralasciando il fatto che l'aggettivo “libera/i” stia bene praticamente ovunque e che quindi sia relativamente semplice formare frasi d'impatto, è stato soprattutto con gli altri tre aggettivi che ho voluto esprimere tutta la mia gratitudine nei confronti di questo campo. Coraggiosi, Combattenti, Speranzosi, come piccoli guerrieri senz'armi, “partigiani del bene”.
In questa settimana ho imparato che il mio mondo non finisce al casello dell'autostrada di Milano Est, che i sogni e la libertà sono solo due aspetti della stessa realtà e che quando si riesce a combinarli allora sì, è proprio lì che accade qualcosa di meraviglioso. Non so a cosa serva sognare, se sia effettivamente utile o meno, perché l'uomo aneli alla libertà come un fulmine al suolo terrestre; io tutto questo non lo so, ma ho compreso che esistono ragazzi che sognano, e lo fanno in modo forte, spassionato, e che questo sogno li ha resi liberi, liberi dai compromessi, liberi dalle minacce, liberi dalla violenza, liberi da chi uccide, liberi da chi provoca, liberi da chi mira e trama alle spalle, liberi da chi sfrutta, liberi da chi reprime ogni tipo di libertà.
Questa settimana mi ha insegnato che se l'anima è nata libera è un peccato mortale calibrarla, che chi provoca è solo come un fuoco appiccato per puro sfregio e che non serve dargli corda, si farebbe solo il suo gioco, che se hai un nemico è facile odiarlo, se sei forte amalo.
Vorrei essere ancora lì, lontana dal cielo plumbeo che domina Milano ed i miei pensieri prevalentemente malinconici. Vorrei tenermi in contatto con tutti i ragazzi che ho conosciuto, con chi ho discusso, con chi mi sono confrontata e con chi ho solo scambiato un sorriso e se il coraggio non l'avessi lasciato lì a Teano probabilmente l'avrei già fatto. Ma prima o poi scriverò un semplice “ciao” a tutti, e se è vero che i sogni condivisi sono i Sogni, perché non continuare ad alimentarli?
“Voglio sentirmi libero da questa onda, libero dalla convinzione che la terra è tonda, libero libero davvero, non per fare il duro, libero dalla paura del futuro, libero perché ognuno è libero di andare, libero da una storia che è finita male e da uomo libero ricominciare, perché la libertà è sacra come il pane”.
Il mondo mi piace, ed anche se molto spesso non c'è pace, io ho deciso di camminarci Libera.

Martina Nicelli
(10 agosto 2015, Cologno Monzese)

(da Il Sidicino - Anno XII 2015 - n. 8 Agosto)