“E fu sera e fu mattina” è un film indipendente girato in Piemonte fra Langhe e Roero nell'estate 2012. Il set principale è stato il Comune di La Morra in provincia di Cuneo.
La regia è del giovane regista Emanuele Caruso (28 anni), alla sua opera prima. Direttore della fotografia è l'altrettanto giovane teanese Cristian De Giglio. Il film è stato girato con un budget ridottissimo di 70.000 Euro, ma con numeri pur sempre grandi e impegnativi: 10 settimane di riprese, 5 attori protagonisti, 74 piccoli ruoli, 48 location differenti e 500 comparse per 3 scene di piazza. La produzione, a cura dell'Associazione Culturale Obiettivo Cinema, ha stimato in circa 1,4 milioni di Euro il costo complessivo che il film avrebbe richiesto secondo i normali canoni di produzione cinematografica.
Il film è stato montato per tutto il 2013 e uscito a Gennaio 2014 in Piemonte, sarà nei cinema in 100 sale in tutta Italia nell'arco di 12-18 mesi.
Essendo una produzione indipendente uscirà, ovviamente, non in “contemporanea”, ma in pochi cinema alla volta.
Il film è stato reso possibile grazie al metodo del crowdfunding e soprattutto del crowd equity.
Infatti risulta essere, per l'Italia, un raro esempio di un film realizzato vendendo al pubblico, in fase di preproduzione (quindi ancora in fase di scrittura e ideazione), quote da 50 Euro che corrispondevano a una percentuale degli incassi del film.
Chiunque acquistava una quota, acquistava una percentuale degli incassi del film.
Una vera e propria scommessa. Oltre 40.000 Euro dell'intero budget attraverso la piattaforma on-line “produzioni dal basso” sono stati trovati in questa maniera, in circa 18 mesi di raccolta complessiva. Per questo non solo crowdfunding, ma anche crowd equity.
La troupe è stata composta da 30 giovani operatori cinematografici, la cui età media era di 27 anni.
“Un piccolo miracolo” lo definisce il regista Caruso.
Dalla prima di Alba, alle successive proiezioni, il film ha registrato un' accoglienza calorosa, al di là di ogni più rosea aspettativa, con sale gremite, ben più di altri titoli pubblicizzati e celebrati, tanto da indurre gli esercenti cinematografici a repliche oltre la prevista programmazione, rimanendo per settimane in cartellone.
Pensato e realizzato con un forte legame al territorio (ad Alba è rimasto in cartellone per 6 settimane con 31 sold out, a Torino 5 invece della sola prevista), è divenuto, grazie a questi numeri, un piccolo caso nazionale, tanto che dopo aver girato il Piemonte, è stato presentato nel centro nord e ora approda a Roma e successivamente a Napoli e nel sud della penisola. E, a coronamento del tutto, grazie al superamento del previsto limite minimo di distribuzione e programmazione nazionale, è stato inserito nell'elenco dei film candidati al prestigioso “David di Donatello”.
Numerose sono state le pagine dedicate all'opera di Emanuele Caruso, e al suo film fatto “dal basso”, ricevendo attenzioni e considerazione dalle più importanti testate nazionali tra le quali: La Repubblica, La Stampa, L'Unità, Il Resto del Carlino, Il Secolo XIX; oltre ad un passaggio televisivo su Rai News.
“La storia di E fu sera e fu mattina si basa su un quesito molto potente: cosa faremmo se sapessimo che il mondo finisce tra un paio di mesi? Cosa cambierebbe nella nostra vita? Davvero impareremmo a gustarci la vita fino in fondo o le nostre imperfezioni, le invidie, le gelosie che ci portiamo dietro avrebbero comunque il sopravvento? Nell'immaginario paesino di Avila (in realtà La Morra, in provincia di Cuneo) gli abitanti dopo aver ricevuto la notizia che il sole si sta per spegnere proseguono il tran tran quotidiano più o meno come sempre, fra i soliti pettegolezzi e pregiudizi, alcuni senza nemmeno credere ad una notizia così destabilizzante. Fra tutti la cinepresa si concentra sul parroco Francesco, su un ragazzo dal passato lacerante, il caustico Gianni, una coppia alle prese con le chiacchiere di paese, Marse e Anna, e una barista che nasconde un tragico segreto, Luisa. Fra il tentativo di chiudere le questioni irrisolte e l'amarezza per un futuro insieme che svanisce, i cinque arrivano uniti alla fine del mondo, e chissà se davvero quando sei insieme a coloro a cui vuoi bene il mondo può finire, o anche di fronte all'ineluttabile c'è sempre una alternativa?
Il comparto tecnico merita particolare attenzione, viste le vicissitudini produttive della pellicola.
La fotografia, a luce (quasi) naturale è di Cristian De Giglio, anche lui al primo lungometraggio, le musiche di Remo Baldi sono molto azzeccate nelle atmosfere e ben armonizzate con le immagini.
I paesaggi langaroli sono semplicemente spettacolari, mentre le riprese all'interno dei paesi scelgono di mostrare la normalità dei luoghi più che la bellezza di piazze, chiese e palazzi.
E fu sera e fu mattina è un'opera non priva di difetti, specialmente nella sceneggiatura: rispetto alla lunghezza ragguardevole alcune situazioni vengono trascinate troppo a lungo, alcuni concetti ripetuti più volte, si insiste troppo su alcuni personaggi e troppo poco su altri.
Eppure anche senza enfatizzare la tragedia incombente arriva al cuore come raramente ci è successo di vedere in un film italiano. Finalmente un film drammatico che non scade nella facile critica politica, nè nel moralismo, ma ci mostra per come siamo: pieni di ferite e di difetti ma anche di amore oltre ogni logica.”
(The talking Mule - Torino Style 19 marzo 2014)
(da Il Sidicino - Anno XI 2014 - n. 5 Maggio) |