L'ASSOCIAZIONE
 
il Sidicino
 
 
Il rosso conquista (IIb SA - Foscolo)
 
La figura di Garibaldi nel contesto risorgimentale
 

(Lavoro presentato in occasione del concorso “Identità e memoria” istituito dal Comune di Teano all'interno degli eventi previsti per i festeggiamenti del 153° anniversario dello Storico Incontro)

La giubba rossa era un camiciotto da lavoro usato da operai e artigiani, di panno resistente. Era guarnita con cordoncini e cordonetti da tappezzeria; il colletto era quello tipico delle camicie popolari ed era utilizzato solo per abiti da lavoro o abbigliamento sportivo.
La camicia rossa simboleggiava coraggio e coraggio dimostrarono i garibaldini.
Nel 1843 Garibaldi, che si trovava in Uruguay, comprò per i soldati, che furono radunati per combattere contro il dittatore argentino Juan Manuel de Rosas, tuniche rosse in svendita destinate agli operai dei saladeros, gli stabilimenti di carne salata.
I jeans dei marinai genovesi e le camicie rosse costituirono un insieme originale, nato dal caso, conforme agli ideali democratici di Garibaldi.
Il rosso conquistatore fece si che moltissime donne, tra serve, contesse e nobili, cadessero ai piedi di Garibaldi, uomo dal grande carisma.
Ovvio il ruolo giocato dal suo aspetto fisico: lunghi capelli di grano, la faccia incorniciata da una barba selvaggia, lo sguardo limpido e cangiante come il topazio celeste al verde.
Il patriota era un rude soldato, ma quasi femminile nella cura della persona. Il suo magnetismo derivava anche dalla sua personalità che a molti rimase sconosciuta, quasi inafferrabile.
Le donne pretendevano di impadronirsene, lo veneravano tanto che una nobile inglese lo pregò di donarle una ciocca di capelli. Tra le tante spasimanti vi era Maria Martini della Torre che pazzamente invaghita di Garibaldi lasciò suo marito e si offrì come compagna “indivisibile” nella gloria e nella sventura.
Il generale non ne fu mai innamorato e, quindi, la nobildonna tentò il suicidio e venne rinchiusa in manicomio “circondata” da panni rossi come le mitiche camicie.
Ebbe tre mogli ufficiali: Anita Ribeiro de Silva fu il suo unico grande amore. L'accompagnò nel periodo più brutto della vita e morì di meningite a 28 anni dopo avergli dato quattro figli.
Ma le donne non furono l'unica conquista di Garibaldi: fu l'eroe dei due mondi e non solo.
Nel 1821 si iscrisse nel registro dei marinai, nel 1834 partecipò ai moti di Genova, nel 1839 combatté con l'Uruguay contro l'Argentina, nel 1849 combatté per le difese della Repubblica romana, nel 1859 partecipò alla seconda guerra d'indipendenza come generale dell'esercito piemontese.
“Un uomo che, facendosi cosmopolita adotta l'umanità come patria e va ad offrire la spada ed il sangue ad ogni popolo che lotta contro la tirannia, è più di un soldato: è un eroe”.
L'impresa più importante fu la spedizione dei Mille, a cui si dichiarò subito favorevole Vittorio Emanuele II mentre Cavour era più titubante perché temeva di irritare la Francia e l'Inghilterra e diffidava dei democratici e repubblicani.
Nel 1860, millesettanta volontari partirono, insieme a Garibaldi, da Quarto nei pressi di Genova.
Raggiunsero Marsala e, in pochi giorni, ottennero numerosi successi contro l'esercito borbonico.
Garibaldi aveva l'appoggio sia del popolo, che sperava in un riscatto sociale, sia nella classe dirigente meridionale che puntava ad una trasformazione politica.
Le operazioni militari procedevano rapidamente e si chiusero con la battaglia presso il fiume Volturno vinta da Garibaldi.
Poi il 26 ottobre 1860, durante il celebre incontro svoltosi a Teano, Garibaldi consegnò a Vittorio Emanuele II tutte le terre conquistate, mentre il 17 marzo 1861 si riunì a Torino il primo Parlamento nazionale e Vittorio Emanuele II fu dichiarato re d'Italia.
Dunque, le camicie rosse diventarono tra le protagoniste del regno d'Italia ed insieme a queste la bandiera, simbolo di tre importanti valori ovvero: passione (rosso), purezza (bianco) e speranza (verde), ancora accesi nei cuori degli italiani grazie alle imprese compiute da personaggi storici tra cui Garibaldi.
“Siamo dei nani che camminano sulle spalle dei giganti”.

II b SA
Giulia Palumbo, Anna D'Ambrosio, Miriam Russo, Cinzia De Chiara, Marianna Spinosa, Laura Formato, Fabiola Fattore
ISTITUTO ISTRUZIONE SECONDARIA “UGO FOSCOLO” TEANO

(da Il Sidicino - Anno X 2013 - n. 12 Dicembre)