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Erbe velenose - Lattuga velenosa

 
(Lactuca virosa L.)
 
 

Nella fase di crescita della rosetta basale delle erbe che vogliamo raccogliere, in questo periodo della primavera, la osservazione dei caratteri peculiari di ogni erba deve essere il più precisa possibile.
Dubbi che difficilmente avranno chi studia le erbe da un punto di vista scientifica, mentre per chi si approccia ad un riconoscimento empirico a prima vista la confusione è possibile. Molto spesso nei cestini dei raccoglitori di erbe selvatiche è capitato di trovare quello che non ci sarebbe dovuto essere.
Una è la cosiddetta Lattuga velenosa (Lactuca virosa, L.), o anche Lactuca serriola, comunissima e infestante.
L’una e l’altra, la serriola e virosa, crescendo sono più facilmente riconoscibili oltre ad avere spesso un odore sgradevole, la virosa ha quai sempre le foglie macchiate scure, ma sempre la leggerezza delle foglie le distingue da una cicoria.
Queste piante spezzandole rilasciano un lattice biancastro amaro che è tossico. Ha proprietà che pari ricordino l’oppio e infatti veniva chiamato l’oppio dei poveri, seccato è usato come analgesico e anestetico.
Nonostante le proprietà, confermate scientificamente, il lattice, chiamato Lactucarium in farmacopea, non contiene oppiacei, la pianta non interessa a livello legale, non è vietata ne è regolamentata la detenzione o la coltivazione.
Le stesse sostanze in concentrazioni minori, sono presenti nella Lattuga coltivata, quella che arriva sulle nostre tavole parente stretta di queste, probabilmente discendente dalla serriola, e infatti le nostre nonne sapevano che una bella insalata, alla sera, rilassa e favorisce il sonno.
Fra le due la virosa, che significa velenosa, è la peggiore. Alcuni ritengono la serriola, da giovane, commestibile, e credo che qualche foglia in un misto possa fare pochi danni, risolvibili, ma la sensibilità individuale verso alcune sostanze ci è sempre sconosciuta, così come è diversa in un bambino, in un anziano, in una donna incinta, anche perché, come disse qualcuno paracelso del caso, è la dose che fa il veleno.
Una curiosità: viene chiamata anche erba bussola perché ha la capacità di girare le foglie per non “ustionarsi” al sole, disponendo le foglie in verticale nelle ore più calde per ricevere i raggi solo sul bordo e girarsi mattino e sera piane.
Ingerita in piccole quantità provoca intestinali con tachicardia e vertigini; in quantità rilevanti può causare la morte per paralisi cardiaca.

Sergio Pompa
(da Il Sidicino - Anno XVIII 2021 - n. 5 Maggio)