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Peregrinatio urnae sancti Francisci Caracciolo

 
Un Convegno per celebrare il carisma e l'opera del santo patrono dei cuochi nel 450° anno della sua nascita
 

“Tra terra e cielo: impegni sociali e carismi nell'opera di S. Francesco Caracciolo e dei Caracciolini”.
Questo il titolo del Convegno programmato il 19 ottobre 2013 dall'associazione “Erchemperto”, in occasione della Peregrinatio Urnae del santo.
Nella sala conferenze del seminario diocesano, il Presidente dell'associazione, Pasquale Giorgio, ha accolto i partecipanti con un caloroso saluto e ha introdotto i lavori della serata ricordando il compianto amico Guido Zarone che, in un articolo del “Sidicino”, definiva S. Francesco Caracciolo un santo “nostro” perché figlio della nobile dama teanese Isabella Barattucci.
Di seguito il dott. Claudio Gliottone, moderatore della serata, ha presentato il primo relatore, il prof. Ulderico Parente, docente di Storia Contemporanea presso l'Università degli Studi Internazionali di Roma.
Nella sua relazione, il Parente ha collocato la figura del santo nel contesto storico presentandolo come uomo del suo tempo (n.1563- +1608) e ha invitato i presenti a focalizzare alcuni aspetti del suo carisma.
In particolare, egli ha fatto notare come la sua predicazione fosse rivolta a fedeli di Paesi cattolici, Italia e Spagna, bisognosi di essere rievangelizzati.
Non dobbiamo, infatti, dimenticare che il Nostro è vissuto nel periodo in cui l'applicazione del Concilio di Trento nei Paesi cattolici dipendeva, in parte, dalla volontà dei sovrani: Filippo II di Spagna, ad esempio, recepì molto presto le decisioni conciliari, ma con la riserva di esercitare, ove lo ritenesse opportuno, i suoi diritti regali.
Singolare, quindi, la testimonianza del Santo in un periodo in cui si voleva lottare contro la riforma protestante e riguadagnare il terreno perduto, talvolta anche con le armi.
Imitando il Poverello d'Assisi, di cui assunse il nome da religioso, Francesco consacrò la sua vita all'assistenza degli infermi, dei poveri, dei carcerati e condannati a morte iscrivendosi, prima, alla Compagnia dei Bianchi e, successivamente, fondando insieme ai suoi amici, Agostino Adorno e Fabrizio Caracciolo, un nuovo Ordine religioso per rispondere alle necessità della Chiesa del Dopoconcilio.
Di seguito Padre Nello Morrea, già preposito generale O. C. R. M., dopo aver esposto la sua interpretazione del tema del convegno, richiamando la dimensione orizzontale dell'impegno nel sociale (Terra) e la dimensione verticale della relazione di fede e d'amore verso Dio (Cielo), ha presentato alcuni aspetti inediti dell'esperienza umana e cristiana del secondogenito di Isabella Barattucci e di Ferrante Caracciolo e ha illustrato tre momenti basilari del suo cammino vocazionale: - l'educazione religiosa ricevuta in famiglia; - la sua formazione umana e spirituale a Napoli; - i suoi tre viaggi in Spagna.
Il padre caracciolino ha sottolineato che il Caracciolo visse quasi la metà della sua vita religiosa in Spagna. Per il primo viaggio, ha ricordato, fu il fratello, Giulio Caracciolo, a prestargli “scuti cinquanta correnti”, avendo Francesco, insieme al suo compagno Agostino Adorno, fatto professione di povertà. Durante la loro permanenza a Madrid, quando la riforma del Carmelo era nel pieno del suo sviluppo, i due furono ospiti della comunità dei carmelitani scalzi di sant'Ermenegildo; S. Giovanni della Croce era ancora vivente e nella comunità di Madrid abitavano alcuni dei suoi più importanti collaboratori.
Così scriveva in una lettera P. Nicolò di Gesù-Maria, il 28 aprile 1590, a Padre Agostino Adorno; “….non so che incantamento ha lassato il Padre Francesco in questi religiosi, che non bisogna acordarselo, perché da loro ne han pur troppa memoria….”
Non meno importante della permanenza nella comunità carmelitana fu per Francesco il servizio di carità e di apostolato che, insieme all'Adorno, svolse presso l'ospedale degli italiani. Qui, infatti trovò opportunità di continuare ad accrescere l'esperienza iniziata a Napoli nell'ospedale degli Incurabili e in questo ospedale egli tornerà a servire i malati anche nelle sue successive presenze a Madrid.
È il rettore stesso dell'ospedale degli italiani, a dare testimonianza delle virtù eroiche del santo: “….Et infine fra me stesso io dicevo che, sebbene si trovavano molti uomini santi, ad ogni modo un uomo di tanta umiltà, di tanta modestia, di tanto rigore di osservanza, com'era il Padre Francesco Caracciolo, non mi pareva che si ritrovasse”.
Padre Nello Morrea ha, poi, concluso il suo intervento esponendo il carisma dei Caracciolini oggi.
Tra le iniziative promosse dai Caracciolini, significativo il Progetto “Ali-mentazione” promosso dal Dipartimento di Architettura della Seconda Università degli Studi di Napoli con sede ad Aversa.
La dott.ssa Sabina Martusciello e la dott.ssa Maria Dolores Morelli hanno esposto all'assemblea come, in un contesto sociale segnato dalla camorra, grazie al lavoro di volontari, studenti e docenti, sia nata l'idea di un orto didattico, luogo accattivante per bambini appartenenti a famiglie con disagi, dove essi perseguono l'obiettivo di coltivare qualità positive, come il fare squadra, essere pazienti, creare, sperimentare, essere in sintonia con la natura ed essere parsimoniosi. Ancora una volta, i Caracciolini hanno saputo coniugare il trascendente con l'immanente, la contemplazione con l'azione, il Cielo con la Terra, diffondendo, nel nostro tempo il pensiero e l'esempio di San Francesco Caracciolo.

Silvia Melillo
(da Il Sidicino - Anno X 2013 - n. 11 Novembre)