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Finale a sorpresa

 
 

Un concerto è per me sempre un evento straordinario, che fa un gran bene all'anima. Ti permette di allontanarti, fosse anche per un'ora, dalle preoccupazioni quotidiane per vivere momenti rilassanti. Un artista è il mediatore tra realtà e fantasia, crea un filo prezioso tra passato e presente, ed è un generoso dispensatore di speranze.
Quando ascolto musica dal vivo, provo sempre riconoscenza perché una persona in quel momento, in quel luogo, sta suonando per un pubblico privilegiato, di cui faccio parte anch'io. Già questo potrebbe bastarmi: sapere che un artista, anche senza conoscermi, si sta impegnando per offrirmi suoni melodiosi, regalandomi il frutto di ore e ore di studio, di note ripetute, una dieci cento volte, sulla tastiera di un pianoforte, sulle corde di un violino, o nel misterioso grembo di un flauto.
Dico mentalmente grazie, già prima di ascoltare le vibrazioni che fendono l'aria, suscitando emozioni. E ogni volta provo gratitudine per l'opportunità che ho di ascoltare l'esecuzione di un notturno, di una sonata o di un tango argentino.
Era una sera di fine giugno. Desideravo partecipare a un concerto, uno dei tanti in programma nella stagione estiva, che si sarebbe svolto, come sempre, in un paese non lontano dal mio. Conoscevo bene la strada, mi preoccupava solo, al ritorno, la percorrenza di un tratto completamente privo di illuminazione pubblica, in aperta campagna, e senza abitazioni. Inconsapevolmente pigiavo più a fondo l'acceleratore per superarlo il prima possibile e immettermi sulla strada più frequentata, che mi dava maggior sicurezza. Sul quel rettilineo, che nel buio serale percepivo più lungo rispetto all'andata, recitavo qualche volta una preghiera o evocavo immagini rassicuranti. Speravo in cuor mio che non mi accadesse mai niente, consapevole della responsabilità della mia eccessiva intraprendenza. Ma la musica e i concerti mi attiravano troppo ed ero disposta a soffrire il disagio della solitudine, pur di assaporare la gioia di ascoltare una nuova esecuzione musicale.
Del repertorio di quella sera apprezzai, in particolare, alcuni appassionati tanghi di Piazzolla e non mi meravigliai se, alla fine, come bis, venne eseguito “Adios, nonino”, brano di struggente malinconia, composto dall'autore in occasione della morte prematura del padre. Forse alla fine di un concerto, pensai, bisognerebbe riproporre un brano più gioioso, per consentire un ritorno meno brusco alla realtà. Ma anche con il cuore pregno di tristezza, applaudii in piedi perché solo così potevo esprimere profonda gratitudine ai musicisti, agli autori dei brani eseguiti, agli organizzatori dell'evento. Quindi lasciai la sala del concerto e, in compagnia della mia ombra, mi diressi a passi spediti verso l'automobile parcheggiata in luogo appartato. Mi richiusi subito in macchina, accesi il quadro, avviai il motore, immettendomi sulla via del ritorno. Mi avvicinavo al tratto di strada che era solito incutermi un po' d'ansia, verificai che abbaglianti e anabbaglianti funzionassero regolarmente, e dopo un profondo respiro, mi preparai a fendere l'oscurità. L'autoradio era spenta. Durante la guida di sera non l'accendevo mai, per non distrarmi.
All'improvviso, proprio nel tratto che normalmente mi aspettavo immerso nel buio più completo, notai un chiarore inusuale: fui avvolta da una nuvola di luce, e solo dopo qualche secondo, ebbi modo di percepire la fluorescenza intermittente che mi circondava, come in un abbraccio. Uno sciame di lucciole danzanti, come non ne avevo viste mai! Quanta emozione, quanta bellezza, quanta consolazione in quel finale a sorpresa! Rallentai l'auto, fin quasi a fermarmi all'interno del lucciolaio. Sarei rimasta lì tutta la notte, incantata da quello spettacolo che mi aveva lasciata senza parole per lo stupore. Poi ripresi il cammino, invasa da una sensazione di profonda beatitudine.
Il ricordo di quella sera si è impresso in maniera indelebile nel mio cuore. Mi piace pensare che anche nei momenti più bui della vita possano sorprenderci messaggeri di luce.

Carmen Melese
(da Il Sidicino - Anno XVIII 2021 - n. 9 Settembre)