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Le mamme, gli artisti, i bambini...

 

È da loro che sto attingendo linfa per i miei giorni, e speranze, seppur esili, per il futuro. Alcune mamme in queste settimane hanno dato alla luce un figlio, altre con coraggio lo stanno ricamando nel proprio grembo, portando avanti l'enigmatico e affascinante viaggio della gravidanza, già di per sé gravido di palpitazioni e paure.
Sono donne meravigliose che con la determinazione che le contraddistingue, aiutano a guardare oltre quello che sta succedendo, perché nel loro cuore, prima ancora che nel loro corpo, hanno imparato a rinnovare le tessere preziose del mosaico della vita. Un benvenuto, allora, a tutti i bambini e alle bambine che sono nati in questi giorni, diffondendo un vento di speranza su questo tempo d'affanni, in cui l'unica certezza è l'incertezza.
“Maestra, la mia sorellina appena nata è molto bella. Pensa: sorride anche nel sonno!”
“E il mio fratellino è nato prima del previsto, perché non vedeva l'ora di conoscermi!” Queste espressioni di stupore impreziosiscono e fecondano le lezioni svolte al computer, perché ancora una volta i bambini, con la loro innata saggezza e i loro imprevedibili guizzi di vivacità, non si stancano di ricordarci che il futuro può avere ancora i colori dell'arcobaleno.
“Homo homini covid” è invece il messaggio che, parafrasando una locuzione filosofica, sembra arrivarci da molte trasmissioni televisive. L'uomo è un pericolo per l'altro uomo: bisogna stare attenti! Ma la prudenza può diventare paura, e il distanziamento sociale può trasformarsi in isolamento, prima dagli altri, poi da se stessi. Il vero lockdown è quello della mente e del cuore, quello che impoverisce la cultura e inaridisce i sentimenti. È perciò doveroso e bello dire grazie a chi si prende cura di noi come persone, sotto tutti i punti di vista.
Oltre alla gratitudine per le mamme, passate presenti e future, desidero rivolgere un pensiero di ammirazione agli artisti che continuano ad esercitarsi con il loro strumento musicale, senza conoscere la data del “parto”, senza sapere cioè quando andranno in scena, quando potranno regalare a un pubblico emozionato il frutto di ore e ore di studio. Noi aspettiamo pazienti il loro “ritorno”, perché gli artisti, come le mamme e i bambini, sono profeti di speranza!
Ringrazio Tullio per il suo nuovo cd: una carezza al cuore. I testi delle sue canzoni invitano a contemplare la natura, e ci fanno sentire sulla pelle l'amore, che, come il vento, non si può imprigionare. Ringrazio Federica per essersi diplomata in flauto traverso, esprimendo con note dolcissime l'inquieto tempo senza tempo dell'adolescenza. E ringrazio te, carissimo Giovanni, che mi hai tenuto col fiato sospeso per le tue interpretazioni al pianoforte fin dalla più tenera età, e ora con i tuoi concerti al Conservatorio doni all'anima stupore e sollievo alle fatiche umane.
E il violino di Alessandra? Certamente non tace, non si arrende, continua a suonare e a far sognare, tra rabbia e dolore, tra gemme di lacrime... tra speranze inedite!
Gli artisti li ho sempre invidiati, per la levità che li caratterizza, per quel soffermarsi per ore su un dettaglio che ad altri sembra insignificante, ma che per loro rappresenta la chiave per inabissarsi nel mistero e scoprire meraviglia. Quei dettagli in realtà custodiscono il segreto della vita, che agli artisti è dato conoscere, prima e più in profondità rispetto agli altri. Grazie per la vostra musica, per la vostra dedizione, per l'invito a guardare oltre... Ogni spartito musicale, eseguito in un teatro, durante una liturgia domenicale, o tra le pareti della propria casa, contiene un seme di eternità, una rievocazione di bellezza, uno sfioramento del mistero...
Si percepisce ogni giorno di più il degrado ambientale e sociale in cui viviamo. Tutti ne siamo responsabili, ma forse non tutti consapevoli. L'ansia di non farcela attanaglia l'anima e a volte toglie il respiro. Ma in questa sera d'autunno voglio pensare alle mamme, agli artisti, ai miei alunni. Alle culle fiorite di nuove creature, rare come le rose d'inverno, ai bimbi belli che sanno piangere e ridere nel sonno, che sanno stupirsi della luna, e non temono il buio se c'è il calore di un abbraccio...

Carmen Melese
(da Il Sidicino - Anno XVII 2020 - n. 9 Novembre)