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I Corali manoscritti di Teano

 

«Libri che cantano»

 

Il 29 ottobre 2016, presso il monastero di Santa Caterina, si è svolto il tanto atteso convegno sui quattro Corali manoscritti di Teano, oggetto di studio appassionato e tenace da parte della giovanissima Antonia Cerullo, dottoranda in studi storici e filologico-letterari sul mondo antico e medievale presso l'Università di Cassino e del Lazio meridionale.
L'evento è stato curato nei minimi dettagli. Tutti gli interventi sono stati chiari, essenziali, esaustivi. Nessuna retorica, solo il desiderio di ridonare vita e voce a pagine antiche e sempre nuove. Marilena Maniaci, docente di Storia del libro manoscritto, e Nicola Tangari, docente di Storia della musica, hanno ben evidenziato come questi affascinanti manoscritti siano profondamente legati a un'esperienza di fede, cultura e bellezza. Riposando lo sguardo sui Corali, come facevano i cantori ai quali i manoscritti erano destinati, si percepisce la presenza del divino e si notano l'attenzione e la cura con cui gli esperti di musica sacra disponevano le note e le parole. Infine ci si immerge nel mondo incantato e variegato delle miniature, inizialmente nate per abbellire l'iniziale della prima parola di ogni pagina e poi diventate delle vere e proprie opere d'arte.
Antonia ha ben illustrato la struttura, lo scopo, le caratteristiche e il contenuto dei corali manoscritti, custoditi gelosamente nella biblioteca di Santa Caterina, i cui volumi, come ha spiegato Sr. M. Cecilie, sono stati recentemente riordinati, catalogati e sistemati grazie all'opera delle suore benedettine e al contributo di alcuni giovani volontari.
Significativo è stato l'intervento di Sr. M. Ester Stucchi che ha spiegato come il canto corale sia un modo per invitare Dio a restare con noi, a non lasciarci soli, a fecondare la nostra vita, trasformata in grembo di accoglienza.
Con stupore e massimo raccoglimento è stata ascoltata l'esecuzione musicale di canti del repertorio gregoriano a cura delle suore benedettine del monastero SS. Trinità di Ghiffa. L'interpretazione degli antichi spartiti si è svolta senza accompagnamento musicale, protagonisti assoluti la parola nuda e il nudo silenzio. Solo l'orologio a pendolo delle suore ci ha ricordato, di tanto in tanto, che eravamo ancora schiavi e  padroni del tempo...
Nell'intervento conclusivo, il nostro Vescovo Arturo, dopo aver ringraziato Antonia per l'attenzione dedicata ai Corali di Teano, ha descritto con nitide parole alcune miniature, evocando immagini di rilassante bellezza e invitando a fare le cose bene e con calma fin dall'inizio, proprio come facevano i miniatori. 
La caratteristica più bella del canto gregoriano è l'essenzialità, la semplicità estrema della melodia, invito e provocazione a liberarsi dal rumore, a non fermarsi alle apparenze, a cercare senza sosta il senso velato delle cose che va oltre le cose.

Sotto l'azzurro fitto del cielo
qualche uccello di mare se ne va,
né sosta mai, perché tutte le immagini
portano scritto: più in là!


Carmen Melese
(da Il Sidicino - Anno XIII 2016 - n. 11 Novembre)

 
Foto di Mimmo Feola
Foto di Mimmo Feola