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La Ruota degli Esposti nell'Annunziata di Teano

 

Il fenomeno dell'abbandono dei neonati, pur nella sua dolorosa gravità, è oggi statisticamente quasi insignificante, non raggiungendo l'un per mille delle nascite complessive; a Teano è fortunatamente rarissimo. Un tempo era invece un fenomeno molto esteso, anche nelle nostre zone, determinato da molteplici fattori sociali ed economici, dall'inefficacia dei pochi mezzi di contraccezione conosciuti alla necessità di trovare nell'assistenza del brefotrofio l'aiuto per sfamare una bocca di troppo. Nei secoli passati si preferiva “esporre” i neonati e non sopprimerli come avviene con deprecabile frequenza ai giorni nostri.
Anni addietro iniziai un rilevamento del fenomeno nei secoli passati, consultando atti e registri delle nascite e dei battesimi, poi, per difficoltà incontrate nel reperimento dei dati, lasciai a metà la ricerca. Ora che abbiamo ne “il Sidicino” un prezioso strumento di divulgazione della nostra storia ed anche di assicurazione dei dati, giacché moltissimi lettori ne conservano l'intera raccolta, mi sono deciso a pubblicare parte dei dati acquisiti con qualche annotazione, nella speranza che qualcuno possa avvalersene in futuro per più approfondite indagini.
Il rilevamento dei dati va dal 1810 alla fine del secolo con una continuità che si interrompe solo nel biennio 1859-60 e nell'anno 1840.
Il grafico elaborato da Mimmo Feola sui dati da me raccolti, dimostra subito un andamento contrastante tra la linea dei nati nell'anno e quella degli esposti. L'andamento delle nascite, come si vede, non è costante, tuttavia cresce fin quasi a raddoppiare mentre il numero degli esposti si va progressivamente assottigliando.
I bambini venivano “esposti” nella ruota dell’Ospedale dell'Annunziata, all'epoca sito nei locali ora occupati in parte dalla Biblioteca “Tansillo” vicino alla chiesa, ma qualche volta venivano abbandonati anche nelle ruote dei monasteri di Teano.
Sin dall'epoca angioina nel Regno di Napoli si era sviluppata una diffusa forma di assistenza all'infanzia con la fondazione, prima a Napoli e poi nelle principali città del Regno, della Casa Santa dell'Annunziata che accoglieva i neonati abbandonati. Teano, all'epoca non già borgata di provincia ma città degna di tal nome, ebbe la sua Casa Santa dell'Annunziata che, similmente a quella di fondazione regia a Napoli, aveva cura di malati e proietti. I malati venivano ricoverati in due stanzoni, uno per gli uomini, l'altro per le donne, dove venivano assistiti e, considerati i tempi, più che a guarire, venivano aiutati a morire. I neonati venivano invece presi in cura dalla “rotara”, una sorta di levatrice che se ne prendeva cura e che ovviamente nulla poteva fare per scongiurare l'elevatissima mortalità infantile del tempo.
I bimbi esposti ricevevano cognomi di fantasia, di città italiane o estere (francesi, tedesche), di fiumi come Tevere o Rodano, di vulcani o di mari. Più sovente il cognome veniva preso dai nomi di fiori o di ortaggi, di profeti (Abacuch), di eroi dell'antichità (Ettore, Priamo, Diogene, Strabone), venivano anche usati i numeri e curiosamente qualche volta in ordine: Quindici, Sedici, Diciassette. Con un bel po' di crudeltà venivano anche imposti cognomi che rivelavano palesemente le origini illegittime: oltre al classico Esposito, troviamo Sospetto, Infelice, Ignuda, Clandestina, Miserabile. In qualche periodo veniva usato un cognome preso dalla festività del giorno della nascita (Pasqua, Albis) oppure del tempo che faceva (Neve, Piovoso).
Talvolta gli esposti ricevevano anche cognomi di nobili famiglie teanesi (Abenavolo, Galluccio, De Monti, Magno, Pio, ecc.) ma il fenomeno non può essere riferito all'usanza praticata da altre Case Sante di attribuire il cognome dei Governatori dell'istituzione, poiché quasi tutte queste famiglie teanesi erano all'epoca già estinte. Qualcuno veniva chiamato anche Sidicino o Sidicina. È da dire comunque che qualche volta gli esposti ricevevano cognomi già portati a Teano legittimamente da molte famiglie (tra i più diffusi: Fusco, Torromeo) e ciò dimostra che non è facile presumere origini illegittime dal semplice dato del cognome.
Annotai anche i nomi delle donne che avevano cura di accogliere i bimbi esposti nella ruota della Casa Santa dell'Ave Gratia Plena. Dapprima si chiamavano rotare, poi dal 1833, dopo le notevoli riforme amministrative di Ferdinando II, ebbero il nome di ricevitrici dei proietti. Sono: Angela Zarrella fino al 1817, Agnese De Donato fino al 1865, Maria Camasso nell'anno 1866 e Benedetta Montalto dal 1867 al 1909. Quest'ultima iniziò la sua attività a soli 18 anni e la portò avanti per quasi mezzo secolo. Forse era stata esposta nella ruota della Casa Santa dell'Annunziata e restò lì tutta la vita.

Giuseppe Mastrati
(da Il Sidicino - Anno VI 2009 - n. 7 Luglio)

Rappresentazione dell’andamento dei nati e degli esposti all’Annunziata di Teano
negli anni 1810-1900.
Le linee si interrompono negli anni in cui mancano i dati.