Da questo numero il Sidicino si avvale della preziosa collaborazione del prof. Antonio Martone, noto autore di storia locale e direttore editoriale della rivista "Le Muse".
 
 
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"Calvi e Teano"... non per campanilismo,

ma per amore della verità
 

Per il passato, ma ancora oggi, non so se solo per retaggio dei secoli trascorsi o per altri motivi, c'è ancora una certa rivalità tra i preti, ma anche tra i laici, delle due Diocesi che furono unite con il Concordato del 1818.
Siccome in varie occasioni mi è capitato di leggere affermazioni imprecise a proposito dell'unione di queste due Diocesi, allora ho deciso di mettere insieme alcune annotazioni, per chiarire una volta per sempre la questione. E sia ben chiaro che da parte mia non c'è la minima intenzione di voler portare acqua al mulino dei Caleni; lungi da me certo gretto campanilismo!
Ecco dunque i termini della questione. Nel 1818 dunque, la Diocesi di Calvi e la Diocesi di Teano furono unite “aeque principaliter”; cosa significhino questi due avverbi latini è presto detto: in sostanza le due diocesi unite mantenevano pari dignità, nessuna delle due poteva ritenersi superiore all'altra per nessun motivo; erano insomma egualmente prime. Sul piano pratico, con l'unione, ciascuna delle due diocesi manteneva le proprie prerogative e istituti: cattedrale, capitolo, vicario, Curia, archivio, palazzo vescovile, seminario, ecc. praticamente nulla cambiava rispetto a prima, tranne il fatto che entrambe le diocesi avevano lo stesso Vescovo, il quale era tenuto pertanto a risiedere per metà dell'anno nella sede dell'una e per l'altra metà in quella dell'altra. Insomma doppia fatica per il Vescovo!
Cosa è avvenuto con la riforma riguardante la ristrutturazione delle diocesi italiane?
È avvenuto che laddove il Vescovo governava più diocesi, queste sono state fuse diventando una sola diocesi: delle singole diocesi è rimasto solo il nome, mentre sono scomparsi i vari capitoli, vicari, ecc. Si è comunque tenuto un certo riguardo nei confronti dei Santi titolari di ciascuna ex diocesi. Per quanto riguarda seminari e sede vescovile, già prima della riforma si erano verificati accorpamenti o abbandoni: per Calvi e Teano per es. già agli, inizi degli anni Venti del Novecento i due seminari erano stati uniti in quello detto prima “interdiocesano”, poi semplicemente “diocesano” con sede a Teano, dove il Vescovo del tempo, Mons. Calogero Licata aveva deciso di stabilire la sua sede definitiva per evitare giustamente l'incomodo della doppia residenza e la giustificazione a tale scelta fu che il Vescovo doveva stare vicino al Seminario.
Sicché nel 1987, essendo vescovo Mons. Felice Cece, le Diocesi unite di Calvi e Teano divennero la Diocesi di Teano-Calvi.
Nel confrontare le due diciture, si notano chiaramente le sostanziali differenze: prima le diocesi erano due ed erano autonome, ciascuna con le sue strutture, con la riforma dell'87 le due diocesi erano state fuse con precedenza di Teano su Calvi perché a Teano è il Seminario e a Teano risiede il Vescovo.
Ma torniamo al 1818. Qualche studioso, forse influenzato da quanto accaduto nel 1987, già dagli inizi dell'Ottocento parla di unione di Calvi a Teano, quasi a voler intendere che quella venisse “sottoposta” a quest'ultima. Ma non è corretto parlare di Calvi unita a Teano, come ugualmente non lo è il contrario: le due diocesi erano unite “aeque principaliter”, come già è stato detto.
Ma se volessimo essere pignoli e di parte, potremmo addurre a vantaggio della tesi “Teano unita a Calvi” due considerazioni:
1) quando nel 1818 il Concordato stabilì la unione delle due diocesi (si noti che non le ho nominate!), in realtà fu il Vescovo di Calvi (che era allora Mons. Andrea De Lucia; e lo era fin dal 1792, e sarebbe morto nel 1829: il suo fu l'episcopato più lungo, circa 40 anni, nella storia delle due diocesi) che divenne anche vescovo di Teano, perché a Teano la sede era vacante da un decennio (l'ultimo vescovo teanese, prima della unione sarebbe il caso di dire - con Calvi, era stato Mons. Nicola Vecchi che governò la diocesi di Teano dal 1798 al 1808 e, guarda caso, era originario di Camigliano, diocesi
di Calvi);
2) nell'unione delle due diocesi, anche se giuridicamente erano alla pari, nel nuovo titolo che il Vescovo doveva assumere, per forza di cose, il nome dell'una doveva precedere quello dell'altra: e Mons. De Lucia si chiamò “Vescovo delle Diocesi unite di Calvi e Teano": dunque prima Calvi e poi Teano.
Perché questa precedenza? Varie risposte si potrebbero dare a questo interrogativo. Qualche dotto prete caleno potrebbe far derivare questa dal fatto che la Diocesi calena sarebbe più antica dell'altra, vantando una origine apostolica: San Casto, 1° vescovo di Calvi e Patrono della diocesi, sarebbe stato scelto, secondo la tradizione, addirittura da San Pietro che passava di qui per recarsi a Roma. Ma più semplicemente si potrebbe pensare che fu forse lo stesso De Lucia, già vescovo di Calvi, a “pretendere” che la “sua” Calvi venisse per così dire “privilegiata” rispetto alla diocesi di nuova acquisizione, o ancora dovette trattarsi di una questione di eufonia: “Calvi e Teano” suonava meglio di “Teano e Calvi”, la prima espressione aveva un suono più armonioso.

Antonio Martone
(da Il Sidicino - Anno III 2006 - n. 11 Novembre)