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TRADIZIONE CAMPANA DEL "CARAVESM» / BAMBOLE

APPESE A SIMBOLEGGIARE RINUNCIA E PURIFICAZIONE
 
 

Nell’entroterra campano, e non solo, prende vita ogni anno una tradizione unica e affascinante durante il periodo della Quaresima: il "Caravesm". Questa pratica, radicata nelle antiche consuetudini popolari, vede protagoniste bambole di paglia e di cartapesta che vengono appese ai balconi delle abitazioni e nelle piazze, dando vita a un rituale simbolico ricco di valori che anche a Teano, specialmente nelle frazioni, si tramanda. La pratica culmina con una cerimonia in cui le bambole vengono spesso bruciate o distrutte, esprimendo con questo gesto la rinuncia agli eccessi e alle tentazioni del carnevale e l'inizio di un periodo di riflessione spirituale e purificazione durante la Quaresima..
Il termine "Caravesm" è un amalgama di "carnevale" e "quaresima" e rappresenta la transizione tra l'effervescenza festosa del primo e la sobrietà spirituale del secondo. Le bambole, chiamate "caravesme" o "pupi", sono spesso modellate a mano e vestite con abiti tradizionali, assumendo la forma di figure umane. La tradizione ha radici profonde nelle antiche credenze popolari, e il suo significato può variare leggermente da comunità a comunità.
Il "Caravesm" evidenzia, pertanto, la profonda connessione esistente tra le tradizioni popolari e la fede religiosa in Campania. Ancora oggi continua a vivere, ad affascinare e coinvolgere residenti e visitatori che grazie a queste espressioni culturali, vero ponte tra passato e presente, ritrovano un punto di connessione con il territorio e la propria storia.

Gennaro Loffredo
(da Il Sidicino - Anno XXI 2024 - n. 3 Marzo)