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Indice Giuseppe Lacetera
 
 

Di che parliamo quando parliamo di cultura

 

L'estate meteorologica, ormai declinante, induce a fare qualche considerazione sull'altra estate, quella delle feste e della cultura che, tranne qualche ultimo fuoco, può dirsi ormai conclusa.
La prima valutazione prende spunto da un disarmante proclama che ha imbrattato, in barba alla legalità, i muri della città la notte del 27 agosto. Il senso del foglietto, in soldoni, era questo: in una città afflitta da tanti problemi, come è Teano, destinare risorse alla “cultura” è un imperdonabile spreco.
A chi agita una simile demagogia di basso profilo, bisognerebbe ricordare il significato di questa meravigliosa parola: forse si pensa che la “cultura” sia una sommatoria di conoscenze astratte, un orpello di cui si può fare a meno nella vita. Al contrario, dentro questa parola palpitano tutti gli elementi che costituiscono il collante profondo di una comunità, grande o piccola che sia: storia, tradizioni, lingua, riti, paure, natura, valori, memoria, sogni. Dobbiamo convincerci di una cosa: se i membri di una comunità condividono la stessa “cultura” di base, la sentono propria, se hanno coscienza del passato da cui provengono e hanno un'idea del futuro verso cui marciano, diventano anche cittadini responsabili, e ne guadagna la pulizia della città, il rispetto dell'ambiente, l'educazione stradale, la tutela del bene pubblico. Viceversa, si va verso la deriva degli interessi personali e di gruppo.
Per questo credo che tutti i soggetti che svolgono, per professione o per passione, il lavoro di operatore culturale dovrebbero sempre preoccuparsi di aggiungere, giorno dopo giorno, nuovi tasselli alla costruzione dell'identità culturale, per dare un senso, un'anima alla propria città.
Detto questo, credo che si possa tracciare una linea di discrimine tra le iniziative autenticamente culturali, che servono alla città, e quelle che hanno altri scopi, legittimi quanto si vuole, ma che non aggiungono nulla alla crescita “culturale” della città.
Tra queste ultime va certamente collocato il diluvio di sagre, dichiarate o mascherate, che inondano le piazze di maialini, cinghiali, funghi, peperoni, salsicce, tagliatelle, fagioli, freselle, cioccolato, carciofi, pizzette, eccetera eccetera. Si tratta a volte di operazioni commerciali, altre volte si tratta di simpatiche e allegre iniziative che parlano allo stomaco e poco o niente alla testa e al cuore.
Di tutt'altro livello è il “Teano Jazz”, una manifestazione che riesce a mantenere, in un quadro inflazionato da un eccesso di iniziative analoghe, un buon livello grazie ad una accurata direzione artistica. La manifestazione che gode di un elevato budget, in gran parte sostenuto da denaro pubblico e quindi dai contribuenti, sconta una cronica debolezza nel diventare evento vissuto dai cittadini di Teano. Nonostante i timidi sforzi compiuti quest'anno, stenta ancora a riscaldare gli animi dei teanesi, fatica a integrarsi nel tessuto vitale della città.
Interessante è stata l'iniziativa attuata da un gruppo di giovani per restituire al Corso di Teano l'allegria di un tempo. Anche se il silenzio è subito ripiombato sui basoli, va comunque registrata una maggiore intraprendenza degli operatori commerciali del Centro Storico, che in alcune serate hanno spostato, con le loro iniziative, una fetta di giovani dalle squallide periferie alle nostre splendide piazze.
Un esame particolare spetta alla programmazione messa in atto dall'Amministrazione Comunale, e in particolare dall'Assessorato al Turismo. Anche quest'anno è stato elaborato un “cartellone” estivo impostato su un mix di iniziative di pregio (ad esempio, Teatri di Pietra) e di eventi prodotti da Associazioni operanti nella nostra Città, il tutto con un buon gradimento del pubblico.
Se un difetto vogliamo trovare, è quello di una eccessiva frammentazione nella distribuzione a pioggia dei contributi per la cultura, laddove sarebbe il caso di investire su pochi eventi, connotati da una sicura originalità e da un forte appeal sul pubblico esterno.
Il punto culminante dell'estate teanese è stato rappresentato, anche in questa seconda edizione, dalla Notte Bianca. Si tratta, fuori di ogni dubbio, della più importante kermesse popolare che la nostra città abbia conosciuto dagli anni delle grandi feste patronali. La “filosofia” della Notte Bianca si basa su quattro elementi: la trasversalità degli eventi che cattura l'interesse di un pubblico composito, dai bambini agli anziani, dalle persone semplici a quelle più colte; l'originalità dell'offerta culturale basata su una scelta di spettacoli e mostre per la maggior parte inediti per il nostro territorio; la contaminazione attiva tra le piazze, i vicoli, i palazzi, le chiese del Centro Storico e gli eventi stessi; una forte ricaduta positiva per le attività commerciali del Centro Storico.
A conclusione, non resta da augurarci che sulla “cultura”, intesa nella sua giusta accezione, si apra una riflessione seria nell'interesse della Città di Teano, correggendo quel che c'è da correggere, migliorando quel che c'è da migliorare. L'importante è che, quando si affrontano questi temi, si parli della Cultura con la C maiuscola e non si faccia politica con la P minuscola.

Giuseppe Lacetera
(da Il Sidicino - Anno VII 2010 - n. 10 Ottobre)