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Un'altra estate teanese...

 

L'estate degli assessori alla cultura ha già consumato buona parte dei suoi giomi. In queste incerte serate di luglio, che sono causa di non poche ansie per instancabili "operatori culturali”, ci avviamo verso il gran finale di agosto.
Per alcuni di noi, questi mesi di alti e bassi meteorologici sono stati la metafora di un altro travaglio che è andato avanti tutta l'estate tra speranze e disincanti e che sembra giunto ad una amara conclusione. Ma di questo parleremo dopo.
Al punto in cui siamo, è possibile fare un piccolo bilancio della nostra estate teanese. Ringraziamo lddio, innanzitutto, per essere stati appena sfiorati dagli effluvi delle padelle e dei pentoloni delle mille e mille sagre che invadono, tra giugno e settembre, ogni angolo di paesi e campagne.
Sagre di ogni genere, di tutto quanto è commestibile, dalla fresella alla pasta e fagioli, dal porcellino ai “fiorilli", fino ad arrivare, in uno slancio di volgarità, ai misteriosi “cazzatielli". Ma tant'è, anche questo è il
risvolto popolare del gran parlare di cibo, di cucina, di ricette che quotidianamente invade immancabilmente ogni trasmissione televisiva che si rispetti.
Le serate vanno avanti, tra un gruppo musicale e l'altro, con un discreto, diciamolo pure, gradimento di quelli che sono rimasti in paese ad aspettare il fresco della sera.
Una “querelle” si è accesa anche su queste serate musicali, arrivando ad adombrare il sospetto di esclusioni politiche nella scelta dei gruppi. La polemica è di basso profilo. ll tema reale che bisognerebbe dibattere è come dotare finalmente Teano, nel periodo estivo, di un evento culturale - nella poesia, nel cinema, nel teatro, nella danza, in quel che si vuole, che dia un senso alle risorse che vengono investite, con una forte ricaduta in termini di notorietà della città, di produzione culturale e, perché no, anche di vantaggio economico per gli abitanti. Ma questo sembra un discorso di un altro pianeta.
La riflessione sull'effimero estivo può offrirci, invece, lo spunto per impostare un progetto culturale di lunga durata, che trovi il massimo dispiegamento nei mesi estivi, ma che ponga le basi per la costruzione di un permanente sviluppo del paese a partire dalle sue risorse culturali e ambientali.
Il turismo culturale, dicono gli esperti di consumi, rappresenta una delle più importanti voci di spesa delle famiglie italiane. Conoscere i luoghi in cui è passata la storia, gli angoli dove il lavorìo della natura ha depositato i suoi risultati più pregevoli, i manufatti che l'intelligenza umana ha prodotto, è diventato una delle motivazioni che spingono le famiglie a mettersi in movimento, e non solo in estate. Ma che dire di chiese sempre chiuse, di resti archeologici - ivi compreso il teatro romano - che non si possono godere, di un borgo medievale che subisce ogni giorno gravi oltraggi grazie a interventi insensati dei privati?
Aspettando il Parco Archeologico che dovrebbe dare il vero impulso alla costruzione di un'economia turistica per Teano, al momento si potrebbe ripartire dal romanico di San Benedetto e di S. Paride, dal barocco dei Cappelloni, dalle tele e dal soffitto di San Francesco, dai quadri di De Mura, dalla Cripta della Cattedrale, dagli affreschi giotteschi di S. Antonio Abate, dalla facciata dell'Annunziata, dal Chiostro di S. Antonio e da alcune chiese e cappelle delle frazioni per attivare un tour turistico-religioso che copra tutto l'arco maggio/settembre, almeno il sabato e la domenica, con un opportuno supporto informativo e di assistenza turistica. Oggi, tutto il peso del richiamo turistico è affidato al Museo Archeologico. Ma il Museo può fare ben poco se ci si limita alla logica espositiva. Nella odierna concezione dinamica della conoscenza, i Musei che vivono sono quelli che creano “eventi” culturali e sanno “esportare” nello spazio sociale circostante, con forme originali, le conoscenze che vi sono depositate.
Non ha senso parlare di paese a vocazione naturalistica, se poi non esiste un solo sentiero, un percorso praticabile che colleghi i siti ambientali di maggiore interesse. Almeno un tratto del corso del Savone, con la catena dei Mulini e le due cascate di “Pretaliscia” potrebbe rappresentare da subito un importante snodo per costruire un pacchetto turistico che eserciti un forte richiamo ambientale e culturale.
Sul giro di boa di quet'estate, non resta che augurarci che già dalla prossima i responsabili si muovano su linee meno estemporanee per incominciare a tracciare le linee di un volto turistico della ciltà.
Non resta che spiegare i motivi della tristezza che ha colpito alcuni di noi in questa brutta estate sportiva. Per noi che portavamo ancora negli occhi le giocate barocche del genio del pallone, il grande Diego, è arrivato il momento di rassegnarci a vedere il Napoli giocare con la Viterbese ed il Frosinone. Anche per questo, speriamo in una prossima estate diversa.

Giuseppe Lacetera
(da Il Sidicino - Anno I 2004 - n. 8 Agosto)