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UN GIRO PER IL CORSO...

fatto tanti anni fa!
 

Non per soddisfare la nostalgia di un attempato cittadino, ma per rivivere luoghi e momenti di un vivere sociale più che trapassato, e trasmetterne testimonianza alle giovani generazioni.
Solo questo mi induce ad iniziare un surreale “giro per il corso” nella Teano della metà degli anni ’60 del secolo e del millennio scorsi.
Il “giro per il corso”, che sistematicamente si svolgeva tutte le sere dalle 18 alle 20.30 aveva un punto di inizio ed uno d’arrivo nelle due fontane poste all’inizio di via Garibaldi e all’angolo tra P.zza Duomo e l’inizio di via Roma, retaggio, la prima, del ventennio fascista che ancora ricorda nel fascio littorio fuso in bronzo sul suo corpo.
Partiremo proprio da qui, da Piazza Vittoria, dove domina il Monumento ai Caduti, ancora ritrovo ufficiale per tutte le celebrazioni pubbliche. A sinistra, dove ora c’è un negozio di pasticceria secca, troviamo il “banco di Napoli”, al piano di sopra la sartoria di Giovannino Autieri e poi di Mario di Benedetto, di fronte la merceria “delle bambole”; poco più avanti il negozio di occhiali dalla simpatica insegna in ferro battuto rappresentante un paio di lenti a “pince nez”, di Elvira Vitale. Subito dopo, sempre a sinistra, la farmacia del Dottore La Prova il quale, svelto quanto un bradipo insonnolito, era vittima delle continue rimostranze che la moglie, presente in farmacia, iniziava sempre con un monotòno biascicato “Vicenziiiiii”. Continuando, due forni a legna con vendita: quello storico di Pietro Cristiano e successivo quello di Emilia Spaziano, che si trasformò in seguito nell’avveniristico “vapo-forno”. Sul lato destro, dopo la sezione del Partito Monarchico, la rinomata pasticceria – gelateria di Camillo Cirelli e sul lato adiacente il bazar di Del Prete e Salvatore Lo Vecchio, e, più avanti, il negozio di tessuti di Gabriele D’Andreta e la mitica orologeria Cioffi.
Da qui passiamo nella fu Piazza Umberto, simpatico esempio di piazza ad anfiteatro: sugli scalini a sinistra l’Ufficio postale e più avanti la sede storica della DC; dietro di essa il “Circolo dell’Unione”, come quelli esistenti in tutta Italia e nati, appunto, dopo l’ Unione; dall’altro lato il negozio di abbigliamento di Cosimo e Franco D’Andreta, eredi del padre Gabriele, ed il bar di Pietro Faella, la sede delle Acli e la Scuola Media Statale ubicata nel Palazzo Iannaccone; più giù un negozio di ferramenta dove qualche anno più tardi allogherà la “Pasticceria Italo Svizzera”; nell’angolo una merceria, ed il salone di Caliendo.
Imbocchiamo ora il Corso Vittorio Emanuele: subito a sinistra, ad angolo con la confluenza di via Nicola Gigli, il mitico “Nicola ‘a cazetta”, venditore di tutto e di più, ma soprattutto di giocattolini di modicissimo prezzo, dalle dieci alle venti lire. Più giù, procedendo lungo questa strada, la “chianca” di Pasquariello de Giulio, il patriarca di tutti i macellai teanesi e, di fronte, la tabaccheria di “Don Ciccio” Mastrostefano; in fondo il Cinema Garibaldi, che proiettava quattro giorni alla settimana. Ad angolo dalla parte opposta la merceria della Marseglia, una simpatica vecchietta capace di accumulare il ben di dio in poco più di quattro metri quadrati. Più avanti la sede dei Vigili Urbani, e la edicola di Finocchi, un attempato signore molto ligio nel conservare i giornali per ogni suo cliente. All’angolo più avanti il bar delle sorelle Carrella, fornitrici impagabili di “barchette di liquirizia” e di “chicchirichì” al cioccolato. Di fronte a loro le macerie della bombardata Chiesa dell’Annunziata, sui cui scalini sedevano al mattino gli operai ed i muratori in cerca di occasionali datori di lavoro.
Procedendo incontriamo sulla sinistra la leggendaria “sementaiola” o “semenzara” che alternava la vendita di semenze a quella di quaderni, dalla copertina rigorosamente nera sulla quale si applicava una etichetta bianca, penne e matite; a destra, nel vico Annunziata, la latteria di Sardella. Continuando per il Corso, ancora a sinistra il bar pasticceria di Antonio e Vittoria Cirelli e, di fronte, la storica rivendita di giornali di Salvatore Acciardi: importante luogo di ritrovo, per la sua centralità e per il fornito numero di giornali, dei professionisti della Teano “pensante” che si radunavano di mattino ed anche di sera per sfogliare i quotidiani e scambiare idee. Prima di Acciardi un importante negozio di macchine per cucire Singer, gestito da una delle due ostetriche del paese. Oltre, invece, il fotografo Cossidente e la salumeria di Vittorio Croce. Nella adiacente piazzetta Mazzoccolo operava invece, nel suo negozio di barbiere, Renato Napoletano, anch’egli leggendaria figura che avrà tagliato barbe e capelli a tutta la Teano “bene” e le ferramenta del… “Moccio”!
Nella Piazza San Francesco, subito a sinistra, il mitico negozio di elettricità di Guido De Iorio, il Circolo degli Artigiani e poi la sede del Comune e l’oreficeria di Antonio Boragine che era stato anche Sindaco; a destra un negozio di materiale idraulico e rubinetteria di Giuseppe Giusto; di fronte a questa la farmacia Cipriani; sulla destra della piazzetta la sede dell’Ispettorato Scolastico. Sotto un altro negozio di fotografo e più avanti, verso la piazzetta dove ora è la Posta, la Caserma dei Carabinieri e ancora ilo negozio di giocattoli di Giuseppe Vitale. All’angolo sulla destra la centrale telefonica della SIP, dove troneggiava Zefiro Boragine.
Continuando diritti per il Corso, sulla sinistra, la sede della Scuola Media di Avviamento Professionale; nessun politico si era fino ad allora permesso di stravolgere la efficientissima “Riforma Gentile” che assecondava e premiava le tendenze personali degli allievi, e creare la Scuola Media Unificata.
Allo sbocco del Corso su piazza Duomo, sulla sinistra la salumeria Matteo e di fronte la efficiente Tipografia D’amico, sempre oberata di lavoro, che l’indimenticabile Guido Tirelli svolgeva con tanta lena e dedizione. Ad aiutarlo il buon Paride De Angelis. Alla fine della stradina che si apre sulla sinistra il Cinema Teatro di Don Pier Paolo.
Siamo arrivati in Piazza Duomo: sulla sinistra l’Ufficio del Catasto, di fronte la Sede Vescovile ed il Palazzo del Seminario.
Via Roma iniziava con i famosi “poggetti”, e qui la sosta era d’obbligo: per riposarsi o per fumare una sigaretta. Ad una ventina di metri, seguendo questa strada, sulle rampe dell’accesso ovest a p.zza Duomo, l’antico e glorioso “Ospedale dell’Annunziata”, nato come “pio nosocomio” nel 1600, e gestito allora, in epoca precedente all’adozione del S.S.N., come Ente Pubblico, da un elettivo Comitato di Amministrazione ed organizzato dalle Suore degli Angeli. Aveva tutti i reparti, dalla Chirurgia alla Pediatria, dalla Medicina alla Ostetricia e Ginecologia e vi operavano anche un Ortopedico, un Oculista, ed un Otorino; e c’erano, ovviamente, tutti i servizi: laboratorio di analisi e radiologia. Disponeva persino di camere a pagamento, a difesa di una privatezza per la propria salute, distrutta poi anche ideologicamente per uno strano senso di egualitarismo di sinistra.
Attivissimo era il P.S., oberato dal lavoro di assistenza d’urgenza alle vittime di incidenti che si verificavano molto frequentemente sulla vicina autostrada.
Consentitemi un personalismo: ho amato quell’ospedale ed i colleghi, che mi hanno insegnato tanto, con tutto me stesso.
Riposatisi un poco o fumata una sigaretta (Nazionale Esportazione col filtro), il “giro” riprendeva per una, due, dieci volte, finché, alle 20.30 per i più grandicelli, scoccava l’ora della ritirata.
Era bello e popolato, il corso di Teano. E si riempiva di gaia serenità quando, per le feste ricorrenti, si spandevano in esso le gioiose note della Banda Musicale “Città di Teano”!
Ho raccontato un poco della Nostra storia della seconda metà del secolo e del millennio scorso. È sempre bene conoscerla: non per farne fisiologico termine di paragone (anche se non guasta, perché sarebbe tutto a suo favore), ma solo, più modestamente, per parteciparvi un personale felliniano “Amarcord”.

Claudio Gliottone
(da Il Sidicino - Anno XX 2023 - n. 8 Agosto)