L'ASSOCIAZIONE
 
il Sidicino
 
Indice per autore
 
Indice Claudio Gliottone
 
 

Dal "Napoli Campione d'Italia" / una bella lezione di vita

 

In merito alla recente vittoria della squadra del Napoli nell’appena conclusosi Campionato di calcio faccio mia una riflessione dello scrittore Di Giovanni.
A giustificare la legittima, meritata, partecipata, composta e coinvolgente esultanza del pubblico dei tifosi partenopei, lo scrittore ha fatto notare come una così numerosa partecipazione all’evento fosse determinata anche dal fatto che Napoli, a differenza di Roma, di Milano, di Torino, di Genova, possiede una sola squadra di calcio: il Napoli.
È un fatto da non sottovalutare il ritrovarsi di tanta gente a condividere il sofferto e giusto risultato della squadra della più grande e rappresentativa città dell’Italia Meridionale, della quale è diventata orgoglioso punto di riferimento: è un risultato che accomuna categorie, che stimola a far meglio, che soddisfa gli animi, che premia le aspettative, che esalta, a fronte di mai esistite, ma troppo spesso tirate in ballo, diseguaglianze caratteriali tra Nord e Sud: un risultato che crea maturità sociale, ben oltre gli scontati limiti del divertimento sportivo.
Aggiungerei, senza entrare nel tecnico, del quale ignoro tutto, che mi pare interessante anche il fatto che la vittoria sia stata ottenuta da una “squadra” fondata sull’impegno di tutti gli adepti a qualsiasi titolo, e non solo dalla determinante presenza di qualche fuoriclasse d’eccezione, come ai tempi di Maradona.
La morale di tutto è che un risultato come quello del Napoli è frutto e, ad un tempo, generatore di coesione sociale, con auspicabili migliori risultati per ogni accrescimento di essa.
Son partito da lontano, non lo nego: ma le pagine che state leggendo appartengono ad un mensile di Teano, e della nostra città è più che doveroso parlare.
Il fatto è che, purtroppo, non possiamo farlo, come abbiam fatto rallegrandocene, per la accennata coesione del popolo napoletano.
Nella nostra città non esiste manco l’ombra di alcuna coesione sociale, morale, politica, ideologica, utilitaristica di alcun tipo!
A memoria d’uomo (la mia), di ogni cosa intrapresa da qualcuno si sono avute sempre delle scopiazzature di solito mal riuscite: sono esistite quattro, dico quattro, “radio libere”, tre Presepi e una Passione Vivente, almeno due Corali, due Associazioni Femminili; esistono tuttora due “Pro-Loco”, tre o quattro testate giornalistiche on line o cartacee e ben 46 Associazioni dalle più variegate attività. Il tutto per una popolazione di meno di undicimila abitanti. Non vi pare un po' troppo?
Ma forse i nostri concittadini sono animati da grande spirito di appartenenza civica ed agiscono convinti che Parigi sarebbe più bella e interessante se possedesse due torri Eiffel, o Roma tre Colossei, o Milano quattro Duomi, o Firenze sei Palazzi della Signoria, o Pisa diciotto Torri Pendenti, o Berlino ventiquattro Porte di Brandeburgo? Ma sarebbero tutte belle come la prima ed unica cosa?
Oppure agiscono per provinciale senso di invidia reciproca e soprattutto verso coloro i quali hanno delle belle idee e cercano di attuarle al meglio? Non sarebbe più produttivo per la nostra città unirsi a loro e collaborare apportando le proprie visioni e, se veramente esiste, il proprio spirito creativo?
Invece di creare una torre Eiffel succedanea ed arrabattata, non sarebbe meglio dedicarsi a rendere più bella, più attraente e più significativa quella esistente? Non foss’altro che per unire e non per dividersi?
È la nostra stupida localistica mentalità: è quella che, di base, ci ha lentamente portato nel baratro di un paese “inesistente” da ogni punto di vista!
“E ho detto tutto!” avrebbe concluso Totò.

Claudio Gliottone
(da Il Sidicino - Anno XX 2023 - n. 5 Maggio)