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Indice Claudio Gliottone
 
 

Del trionfante corporativismo tecnocratico

 

Viviamo in un sistema sempre più ipocrita e contraddittorio, dove le elucubrazioni mentali di massa si espandono giorno per giorno, senza fondamento, favorite dai “social” e nutrite sovente da una profonda ignoranza di base.
Difficile dire se il tutto avviene a caso o con coscienza, ma soprattutto se viene percepito nel momento in cui lo si mette in atto e si comprende che si sta attuando l'esatto contrario di quello che abbiamo sostenuto fino ad ieri.
Così ad ideologie e linee guida fino ad ieri elette a dogmi se ne sostituisco altre diametralmente opposte, spesso in maniera così sottile che conviene pensare siano più frutto di ingenuità che di ragionata strumentalizzazione.
Per raggiungere uno scopo, sia pure più che lecito, si ricorre a involuzioni legislative per contenere il più possibile dissensi senza valide motivazioni, ma nati il più delle volte da vere e proprie mode. Si ricorre, per comprenderci, alla obbligatorietà del “passaporto verde”, anziché della vaccinazione, per stabilizzare e rafforzare i risultati ottenuti nella lotta al covid.
Il canone Rai viene inserito nelle bollette dell'energia elettrica; le accise sulla benzina dilagano sempre più, le spese bancarie sono senza controllo: il tutto diventa ineludibile, ma soprattutto incontrollabile.
La ipocrisia risulta evidente e la incongruenza sta nel fatto che lo stato “sociale”, fino a ieri fortemente perseguito, comincia a derogare al suo dovere di difendere la “società”, a favore di diritti individuali non supportati da eventi di solida certezza.
Mentre il popolo si bea e si trastulla dietro importanti temi sociologici tipo “no vax” - “sì vax”,
a livello governativo si attua, da parte di una classe di sinistra nata dalla lotta al capitalismo, una politica tesa illogicamente ed attuata ipocritamente a favorirne, invece, l'aspetto peggiore, quello bancario-finanziario.
Con la scusa di combattere l'evasione fiscale si attua una politica di pagamenti obbligatori tramite carta di credito, si limita l'uso del denaro liquido e tutti i movimenti finanziari, anche quelli usati per comprare un rotolo di carta igienica, devono passare per le banche, con aggravio di spese e di fastidi per il singolo e di sempre progressivo arricchimento per quelle. Le banche nazionali ed internazionali si riuniscono sempre più in holding ed accrescono un aspetto monopolistico che genera una graduale riduzione della libera concorrenza, reale anima produttiva.
Per converso la “massificazione” si espande nel settore ideologico, vero specchietto per le allodole, con lo “ius soli”, con il reddito di cittadinanza (altro regalo alle banche), con la valorizzazione dei “generi”. Nascono così le categorie:degli omosessuali, delle donne, degli immigrati, dei giovani, dei disabili. Così, ad esempio, si invoca un Presidente della Repubblica che, dopo tredici uomini, sia “donna”; non si chiede che abbia dimostrate capacità, storia politica, autorevolezza, serietà di vita. Si richiede principalmente che sia donna; non mi pare che la Tatcher o la Merckel o Golda Meir o Condoleeza Rice siano state scelte, in altri paesi, solo perché donne.
Il merito nel nostro paese non trova spontanea affermazione: deve essere sempre surrogato da azioni populiste.
E' il trionfo del “corporativismo tecnocratico”: non sono i proprietari del capitale a manovrare il capitale, né gli elettori a controllare la politica. Tutto è gestito da chi ha imparato a manipolare le complessità strutturali della società, e lo fa, svincolato da ogni vincolo di morale e di coerenza, con la sua tacita e inconsapevole partecipazione.

Claudio Gliottone
(da Il Sidicino - Anno XVIII 2021 - n. 9 Settembre)